Sono nato il 4 aprile 1973, vivo in provincia di Novara e insegno nella scuola secondaria di primo e secondo grado. Già durante gli anni di Università sono stato promotore di varie iniziative culturali, fra cui diversi convegni nazionali e internazionali, sbocciati nel solco dell’esperienza di «Atelier», rivista trimestrale che ho ideato e diretto, insieme a Giuliano Ladolfi, dal primo numero dell’aprile 1996 fino al dicembre 2013, per settantadue fascicoli effettivi. Mi sono occupato anche delle collane editoriali della rivista, in particolare le collezioni “Parsifal” e “Macadamia”, pubblicando poesie (per lo più testi d’esordio) di una ventina di autori.
Ho avuto dunque modo di conoscere svariati scrittori, che ho però scelto di frequentare con spiccata, forse eccessiva discrezione. Tra questi, mi piace ricordare almeno Mario Luzi, Cesare Viviani, Umberto Fiori, Roberto Mussapi, Franco Buffoni: poeti molto diversi fra loro e diversi da me, tutti preziosi ugualmente proprio per questo. Ho lasciato tuttavia decadere i legami con questi possibili maestri, o fratelli maggiori, per mettermi presto in relazione con i poeti della mia generazione, a mia volta favorendo l’incontro fra di loro. Qui l’elenco da stendere sarebbe improponibile, ma quelli che mi sono stati più prossimi, in molti casi coinvolti nell’avventura di Atelier, sono facilmente verificabili: Simone Cattaneo, Davide Brullo, Riccardo Ielmini, Federico Italiano, Flavio Santi, Alessandro Rivali, Tiziana Cera Rosco, Andrea Ponso, Isabella Leardini, Daniele Piccini, Luigi Severi, Massimo Gezzi, Martino Baldi, Tiziano Fratus, Claudio Bagnasco, Danilo Laccetti… Mi era parsa, quella “generazionale”, l’unica strada percorribile per uscire dall’individualismo senza perdere in autonomia: era l’«opera comune» per molto tempo vagheggiata per ridare slancio, con spirito critico e innovativo, alla tradizione. Ma non si pensi a tale progetto come a un trucco ideologico, bensì come a un varco, a un’utile utopia: non sono mancate e non mancano, infatti, frequentazioni importanti anche con autori di differente età: con Giovanna Rosadini o Franco Acquaviva, per esempio.
Durante questa prima parte della mia attività letteraria, mi sono applicato strenuamente, per un ventennio, a un lavoro di ricerca sulla poesia del Secondo Novecento. Sono documenti di tale impegno diversi volumi di critica. Curiosamente, lo studio più sistematico e corposo è stato dedicato proprio a quella “generazione di mezzo” che allora, a mio giudizio, mancava all’appello, salvo sporadiche e non argomentate eccezioni. Credo di essere stato l’unico a confrontarmi sistematicamente con i poeti «nati fra il 1952 e il 1965» (la “generazione perduta” o “invisibile” dei “poeti nel limbo”, come l’ho definita), con la parziale eccezione di Matteo Marchesini (altro compagno di ventura nella “guerra dei talenti”), autore di uno studio in parte sovrapponibile.
Come poeta, ho adottato subito lo pseudonimo di Andrea Temporelli, fin dalla prima plaquette autonoma e dalla silloge inclusa nel Settimo quaderno di Poesia contemporanea. Sono stato accolto in molte antologie di quegli anni dedicate ai poeti nati negli anni Settanta: L’opera comune, a cura di Giuliano Ladolfi (Atelier, 1999), I poeti di vent’anni, a cura di Mario Santagostini (Stampa, 2000), Dieci poeti italiani, a cura di Maurizio Clementi (Pendragon, 2002; introduzione ai miei testi di Roberto Roversi), Il miele del silenzio, a cura di Giancarlo Pontiggia (Interlinea, 2009).
Nel 2005 ho pubblicato nella collana “Bianca” di Einaudi la raccolta autonoma Il cielo di Marte, cui ha fatto seguito Terramadre, edita dal poeta Marco Munaro nelle sue edizioni Il Ponte del Sale (2012).
Ho anche tradotto il Cantico dei Cantici (Raffaelli, 2010).
Ho comunque chiuso i conti con il mondo letterario con il romanzo Tutte le voci di questo aldilà e con il volume di interventi critici militanti Smarcamenti, affondi e fughe. Sono queste le colonne d’Ercole che mi hanno gettato al di là di questo punto.
Da qui sono ripartito, appena tutta la mia produzione poetica si è fissata in una costellazione provvisoria (L’amore e tutto il resto. Poesie 1996-2022).
AUTORE
Marco Merlin
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