Un insieme di saggi creativi (di Gian Ruggero Manzoni)
E Merlin, in definitiva, seppur si dica poeta prestato alla critica, è, sempre a mio avviso, un ottimo critico, seppure sui generis
“Nodi di Hartmann-Sonnambulismi critici”, di Marco Merlin, Ed. Atelier, nella collana curata da Giuliano Ladolfi, novembre 2006. Mi piace definirlo “un insieme di saggi creativi sul come fare critica letteraria” (dal 1995 al 2004) quest’ultimo libro dato alle stampe da Merlin, che, come uomo, pare abbia ritrovato una sua misura, dopo alcune fibrillazioni di percorso, esistenzial-artistiche, che, un paio di anni fa, gli vennero sottolineate, più o meno furentemente, anche dal sottoscritto… poi, e infine, il tempo credo abbia stemperato, così che se non tanto il personale, quanto l’opera, abbia, fra noi, il modo ancora di poter dire. Questi sono testi che, a mio vedere, fungono da compendio a molti suoi altri di stessa caratura analitica. Nel bel volume si parla di stile (non solo per ciò che concerne la creatività, ma anche il porsi), ma gli argomenti, che a volte potrebbero sembrare molto tecnici, vengono trattati in modo così brillante che l’insieme diviene di gradevole lettura, anche per chi non sia un addetto ai lavori, inoltre i molti e pertinenti rimandi, e le osservazioni, proiettano il lettore in altre e altre orbite (…perciò questo si pone come un libro aperto). Merlin parla di letteratura a 360° e dei molti protagonisti che le hanno dato e le danno vita, quindi delle passioni che lo attraversano, delle inquietudini e delle perplessità che la scrittura gli ha suscitato in quei 10 anni di duro lavoro come direttore, assieme a Ladolfi, della rivista Atelier, punto di riferimento per quasi tutti i giovani poeti italiani nati dopo il 1970. Quando si accenna alla “critica letteraria” i più la giudicano una materia per specialisti, per studiosi, invece, se trattata col giusto metro, a mia avviso rappresenta uno strumento offerto al lettore per affrontare un testo in modo informato e per capire qual è la situazione culturale che lo circonda. E Merlin, in definitiva, seppur si dica poeta prestato alla critica, è, sempre a mio avviso, un ottimo critico, seppure sui generis, quindi di posizione nette e argomentate con calore, masticando la materia più che bene (infatti le mie perplessità nei suoi confronti toccano più l’aspetto artistico che quello analitico o teorico, ma questo è un altro discorso, che prima o poi affronterò). Se “Nodi” (e già il titolo è tutto un programma) lo dovessi avvicinare ad un altro libro del genere, non potrebbe che sovvenirmi “Il tradimento dei critici” di Carla Benedetti, Ed. Bollati Boringhieri, testo intorno al quale sono nate mille polemiche perché in esso Carla vede nella figura del critico l’elemento più problematico della letteratura contemporanea, mostrando lo stretto nesso tra produzione letteraria e società e sostenendo che il mondo occidentale sta vivendo un momento di profondo disagio, così che la letteratura ne diviene lo specchio evidente, ma non formalmente parlando (e qui il ‘canone’ vien fuori), quanto perché anch’essa voragine di una crisi; una voragine non colmata dall’azione intermedia del critico, il quale, operando la semplice trascrizione asettica di ciò che esiste, nulla fa perché la situazione possa mutare. Più non investiga, sempre più è apaticamente disattento e, spesso, impreparato. Capitolo dei “Nodi” che mi ha molto colpito e che un domani riporterò qui al fine di avviare un dibattito è “Oltre il Novecento”, 15 tesi da leggere e tutte da discutere.
(Gian Ruggero Manzoni, Libri giuntimi degni di menzione, recensione sul web http://lapoesiaelospirito.wordpress.com/2007/02/07/libri-giuntimi-degni-di-menzione-rubrica-1/)
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