Insegnare ciò che non si può insegnare
Ho un caro amico che organizza laboratori di scrittura creativa. Ne ho un altro che non sopporta l’idea. Io mi sento sempre d’accordo con entrambi, fatto sta che più volte, anche dentro le mie lezioni, persino quelle più pedissequamente ligie al programma, finisco sempre per guardare fuori dalla finestra, insieme ai miei alunni. E, quando comincio a partire per la tangente, loro lo sanno, finisco per parlare di tutto, mescolando filosofia attualità teologia cultura pop psicologia e chi più ne ha più ne metta, per cercare di esporli all’esperienza, alla verità del nostro essere lì insieme, dentro a qualcosa di più grande che non si può completamente governare. Loro mi lasciano fare, in quei momenti, un po’ sbalorditi e un po’ ironici. Io penso a quanto sia necessariamente pericoloso, quel mio passo. Ma se voglio mostrare loro per un attimo l’abisso è perché sappiano resistere, un giorno, alla vertigine, nel caso in cui.
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