La chiarezza della staticità, di Stefano Sbrulli

Proposizioni sparse per tentare il largo

Morto il Novecento in noi, nulla di nuovo è ancora nato intorno.

Pochi punti di riferimento, per non farsi inghiottire dagli abissi di scritture che ci assediano: offrire solo perle, tentare con umiltà la grandezza, marcare il pensiero poetante. Serve l’intransigenza, verso sé stessi primariamente.

E, soprattutto, tale poetica minima generi un’etica rigorosa. Disciplina di solitudine, rifiuto dello spettacolo, per quanto si sia in pace, tolleranti verso ogni cosa.

Prima, e insieme, e dopo il verso, la costruzione di una visione meticolosa, in cui la teologia sposi la fisica, la politica la poetica, la tradizione l’avventura.

(L’opera scelta come copertina – cliccare sull’immagine per la visualizzazione completa – è di Stefano Sbrulli)

 

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