Il mio studente non sa dov’è l’Irak
Una poesia di Alessandro Carrera
Il mio studente non sa dov’è l’Irak
Il mio studente non sa dov’è l’Irak.
. Gli mostro la cartina e sta perplesso,
ha un nome mezzo inglese messicano,
. gli occhi stretti di un maya e il volto largo.
Lui la scienza e la politica le studia, lui sa chi
. vuole il nostro bene. Ma quel certo dittatore
non è buono, è il suo problema,
. insomma è il male, e ha le armi chimiche.
Anche il napalm, gli dico, è un’arma chimica,
. ma il mio studente non sa che cos’è il napalm,
e quando glielo spiego sgrana gli occhi
. stretti, di un popolo sconfitto da altri imperi.
Nelle belle, grandi scuole da cui
. viene ha imparato che c’è il giusto
e lo sbagliato, ma della bomba
. su Hiroshima nessun insegnante
gli ha mai detto, e io gli sembro strano.
. Nelle povere scuole da cui viene ha messo
tante croci vero-falso, ha riempito tante pagine
. di test e adesso tiene stretto il suo diploma,
ma il mondo, la sua forma, i continenti,
. i suoi popoli per lui sono una nebbia da dove
vuole uscire. Dalle buone intenzioni
. verrebbe spesso il male? Mi ascolta con distinta
educazione. Ha un vantaggio su di me. Cortese,
. fiducioso, devoto alla sua chiesa
e al suo cane, è già suddito perfetto dell’impero.
. Sono io che mi sento inferiore,
obsoleto, non abbastanza disinformato,
. meno adatto di lui a sopravvivere. Che gli sto
spiegando, di che parlo? Il mio studente non sa
. dov’è l’Irak, e il futuro sta guardando in faccia lui.
(Alessandro Carrera, La stella del mattino e della sera, Roma, Ed. Il filo 2006, pp. 90-91)
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