Quiz di Ferragosto
Per Ferragosto vi propongo il giochino che ho inserito nel mio romanzo. Viene dal capitoletto Di un enigma, di alcune comparse e della voce che tormenta Laura, con cui si apre la seconda parte. Riuscite a trovare la soluzione?
Max era nel suo studio, con un giornale in mano, concentrato sulle sue faccende e con un’aria piuttosto depressa. Come al solito, del resto. La casa era in ordine, pulita. Laura si abbandonò sulla poltroncina.
Prese in mano una rivista, cercando il modo di ingannare il tempo. Si soffermò su un gioco:
Un uomo d’affari portò con sé da un viaggio all’estero quattro pezzi di una catena in oro fino, composto ognuno da tre anelli:
Egli voleva tenerli come investimento, ma la moglie gli disse che, unendo le parti, ne sarebbe venuta una splendida collana.
La donna portò dunque i pezzi da un gioielliere e gli chiese: «Voglio che unisca queste catene in un’unica collana; quanto costerà?». Il gioielliere prese i pezzi per valutarli:
Poi disse: «Bisogna rompere e saldare quattro anelli», e le disse il prezzo.
«È troppo», gli rispose la donna, «lo si può fare benissimo spezzandone solo tre.»
Voi come fareste?
Laura ci pensò su, ma non riuscì a trovare la soluzione. In verità, faticava a concentrarsi, finiva sempre per allungare lo sguardo verso la tenda, gonfia di luce.
Provò a coinvolgere il marito, ma lui ci buttò un occhio distratto. Sembrava infastidito.
«Non c’è la soluzione?»
«No, la metteranno nel prossimo numero.»
«Appoggialo qui sulla scrivania, dopo ci provo con un po’ di calma.»
Laura tornò in salotto e guardò la finestra. Era una bella domenica di metà novembre e decise di concedersi una passeggiata nel parco; era tempo che non ci andava.
In strada, respirò a pieni polmoni un’aria che si sforzava di credere pulita. Dopo pochi passi, un bel setter sbucò all’improvviso da un vicolo e le tagliò la strada; dopo il cane vide sbucare un uomo, dai capelli rossi e ricci. Entrò nel piccolo ritaglio di verde vicino a casa.
“Quand’è che la tua vita e i tuoi desideri hanno imboccato strade diverse?”, chiese una voce a Laura. Fece finta di non sentirla, ma essa ripeté, comprensiva e insolente, la domanda. Intorno, alcuni bambini, sorvegliati a breve distanza dai nonni, inseguivano i piccioni, divertendosi nel vederli spiccare il volo all’improvviso. Si sedette su una panchina al sole, cercando di godersi il calore che si diffondeva nelle membra.
“Adesso è troppo tardi e lo sai bene, non puoi più desiderare senza andare incontro alla sofferenza. Sei una volpe caduta nella trappola, più ti dibatti e più ti farai del male.”
Un setter (ma, che strano, non era quello di prima) le sfiorò i piedi. Probabilmente stava tentando di avvicinarsi per annusarla, ma un omuncolo dalle scarpe slacciate lo strattonò, e lui si rimise obbediente a tirare il padrone nella direzione corretta.
“Hai rinunciato troppo presto a te stessa, ma non si può essere felici senza seguire i propri desideri”, le sentenziò la voce, prima di scomparire, indispettita dal suo cocciuto silenzio.
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