Fuoricampo
In Stazione Centrale qualcuno cerca il binario giusto. È da un po’ che scivola tra le spalle e i bagagli per correre al punto in cui inizia la storia, ma immancabilmente torna indietro, controlla il tabellone delle partenze e degli arrivi, sfoglia il libretto degli orari. Cerca chissà quale coincidenza.
Lo tradisce quell’ansia che trapassa in baldanza appena si avvede di essere visto. Solo un ragazzo vede di essere visto: un uomo maturo va dritto per la sua strada, sa l’ora e il posto. Ha prenotato.
Eppure adesso, se osservi meglio, non sembra poi tanto giovane. Potrebbe essere quella smorfia degli occhi a dargli profondità. Diciamo che è uno, uno come tanti.
No, non sto dicendo che è puerile quell’insicurezza. Guarda che grazia gli dona al passo; guarda con che fermezza finge di non essersi accorto di noi.
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