La piccola guerra
( Chiamate )
«Ma la casa, diventerà più grande…»
Patria da cui m’esilio,
papà piccino che non conoscevo,
dentro le dure foglie
un cuore carciofino…
Io vado tra risaie a inseminarmi,
a far la guerra con gli altri bambini
( Compagni )
Con un armadio di metallo verde
quattro ripiani per scarpe e vestiti,
la sedia accanto al letto.
Poi una fila di specchi e lavandini,
lavarsi denti e ascelle, cinque cessi
per pisciare in compagnia. Beto
e Bizio in sincronia perfetta.
I soldatini di Gesù e Maria!
( Ombre )
Faceva il palo, di notte, durante
le scorribande.
Teneva gli occhi aperti
per misurare le ombre,
impiccato per gioco
tra gli specchi e la camerata.
Strani singhiozzi salivano a volte
dai lavandini. Un tranello da preti,
pensava, per costringerlo a pregare,
prima di addormentarsi
( Bersagli )
Forse Porazzi non riusciva
a stoppare un pallone,
ma faceva roteare un turibolo
come una fionda
( Rientri )
La domenica sera
un valzer di lenzuola
sugli altri letti.
E la sorella del vicino.
( Reti )
Nell’erba alta
dopo il tuffo nella polvere, a vuoto,
si perdeva il pallone.
Mancavano le reti nelle porte.
Ma il gioco finiva soltanto
quando un tiro incredibile
superava anche il muro.
Allora si restava tutti lì,
appesi al cielo fino a sera,
presi da una tristezza grande.
La migliore preghiera.
( Furti )
Chissà se in refettorio
nella casella trentasei qualcuno
nasconde ancora sotto il tovagliolo
ostie per la merenda.
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!