Stanze occidentali
Stanze occidentali
1.
Senza musica, l’osso della pagina.
E dietro due pupille micidiali.
Anni senz’anima, anonimo il luogo.
Sera di giovinezza, qui ora e sempre.
2.
Chiama a giudizio tutte le parole,
ché non esiste un dialetto innocente.
E nessuno è mai solo («La vedesse
alzarsi dietro il ronzìo, la città…»)
3.
E lui con gli occhi gravidi già guarda
per segnare il profilo delle cose:
seni maturi, vetri e volti, luci
e strade senza fine. Ombrelli, numeri.
4.
E mani che si stringono alla sbarra,
mani ruvide e calde che sorreggono,
mani spaiate e cieche che non prendono,
non pesano. Mani come pensieri.
5.
Poi il battere dei tubi dentro i muri
e i passi sulla testa. La fiammata
del boiler, baccano di stoviglie,
le voci dai telegiornali. Il buio.
6.
Non ci fossero nomi e volti, tutte
starebbero le strade in uno sguardo.
Ma prosegue, sicuro che il palazzo
domani sarà ancora lì davanti.
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