Insegnare italiano: finalità
Ogni tanto provoco i miei studenti dichiarando loro che l’italiano non è una materia fra le altre, ma una super-materia, anzi il fondamento di tutte le materie. Dietro questa provocazione si nasconde però un pensiero consapevole su questa “disciplina” e sulle finalità implicite nel suo insegnamento.
La padronanza della lingua madre – intesa come linguaggio basilare, prima ancora che come lingua -, è indispensabile per lo sviluppo cognitivo e quindi per la costruzione dell’identità personale. Si tratta del mezzo privilegiato per la comunicazione, quindi per la costruzione della propria dimensione sociale. Solo attraverso la relazione (la comunicazione di sé e la comprensione dell’altro) l’individuo si realizza. L’identità si costruisce con gli altri nella società.
Per queste ragioni l’italiano si configura anzitutto come materia di per sé transdisciplinare, piattaforma primaria per l’edificazione delle conoscenze in tutte le aree del sapere e strumento di gestione e consolidamento di ogni processo di apprendimento.
Nella sua funzione di mediazione per l’accesso agli altri linguaggi specifici l’italiano è dunque fondamentale per la comprensione, lo studio e la fruizione delle conoscenze delle varie discipline. La dimensione transdisciplinare dell’italiano si completa pensando alla sua natura di strumento per l’integrazione di linguaggi diversi (sonoro, iconico, gestuale…) e per l’uso delle tecnologie.
In ragione di tali considerazioni, le finalità dello studio dell’italiano sono anzitutto finalità transdisciplinari e molte delle attività svolte sono pensate, esplicitamente o implicitamente, in funzione dell’elaborazione di un metodo di studio efficace e consapevole.
Ciò non toglie, ovviamente, che la lingua italiana diventi essa stessa oggetto di analisi linguistica, sia sul versante della grammatica sia sul versante della fruizione e della produzione di generi e tipologie di testi diversi (fino a “disciplinarsi”, negli ultimi anni della formazione secondaria, nella “storia della letteratura”). In tal senso, si può affermare che il suo nucleo è costituito dal testo: in sintesi estrema, la finalità specifica dello studio dell’italiano consiste nel comprendere e interpretare i testi più svariati e nel realizzare testi corretti, appropriati e significativi.
Finalità dell’insegnamento dell’italiano: un decalogo
(Le finalità sono i grandi principi ispiratori, gli scopi ideali che guidano l’orizzonte ultimo della disciplina, e non vanno confusi con gli obiettivi didattici, che risultano invece più concreti e “misurabili” nella loro acquisizione)
- Sviluppo dell’intelligenza e dell’identità personale, in vista di una libera e responsabile elaborazione del proprio progetto di vita
- Capacità di relazione e di collaborazione, sulla base della conoscenza, del rispetto e della solidarietà verso l’altro; cura della dimensione della propria cittadinanza orientata a valori quali la democrazia, la giustizia, la pace, il rispetto dell’ambiente
- Potenziamento delle strategie di studio e dei processi di costruzione delle conoscenze (linguaggi specifici e settoriali) in tutte le discipline
- Integrazione dei vari saperi disciplinari in una visione critica e coerente, che permetta di affrontare problemi e tematiche e di leggere la complessità del reale
- Consapevolezza dei registri espressivi di una lingua, della natura composita e stratificata del lessico, dei diversi contesti comunicativi e dei destinatari, del complesso sistema di strutture che definiscono il testo (orale o scritto) e il suo rapporto al contesto linguistico ed extralinguistico
- Capacità di elaborare strategie interpretative, valutative e comunicative sempre più raffinate e adeguate agli scopi, per dare senso alle proprie esperienze e difendersi da messaggi, scritti e iconografici, talvolta truccati, in termini di verità e di valore
- Consapevolezza della varietà delle lingue nel tempo e nello spazio e delle culture che esprimono; capacità di confronto delle stesse per coglierne strutture omologhe di funzionamento e invarianti concettuali (per esempio le dimensioni della temporalità: presente, passato e futuro), commistioni lessicali (con forestierismi, “falsi amici” ecc.) e influenze a vari livelli
- Comprensione della natura convenzionale della scrittura, nel rapporto fra suono e resa grafica, e della dimensione storica che ne ha determinata la codifica
- Esperienza della lettura come occasione di piacere e di arricchimento personale
- Scoperta della specificità del fenomeno letterario in rapporto al contesto storico-culturale e della letteratura come forma di conoscenza, di manifestazione e di realizzazione dell’umano nella storia
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