Fuori catalogo (4)
Tornando a loro, lasciarono automaticamente e in perfetta sintonia che gli sguardi planassero dalle fotografie sulle pareti alla scrivania. Elio si sentì quasi in dovere di giustificarsi di non avere nulla di interessante, davanti a sé, da esibire, tanto che invece di tergiversare, esibì la situazione. «Al momento non ho nulla di speciale tra le mani. Stavo anzi dando un’occhiata a qualche proposta di esordienti, a qualche suggerimento di alcuni nostri autori…» Max pensò che quello fosse l’attimo perfetto per dire: “Ah, sì? Che magnifica coincidenza! Io sarei venuto qui proprio per parlarti di un inedito che mi è capitato tra le mani e che mi ha, credimi, folgorato…”, ma tentennò come al solito ed Elio, con un perfetto anticipo da stopper d’altri tempi, gli porse la lettera che aveva poco prima adocchiato e tenuto a portata di mano, dicendogli perentorio: «Leggi.»
Sarei lieto se il libro da me a voi mandato fosse pubblicato presso la vostra casa editrice. Credo che abbia la valenza di un classico. In caso di vostra disponibilità vi prego di comunicarmelo il più celermente possibile per potere con maggiore accuratezza scegliere nell’eventualità che un’altra casa editrice fosse interessata.
Il mio intento è altresì quello di farlo tradurre nei principali paesi europei dato l’indubbio valore del suddetto volume: un testo (per argomento) capitale ossessivo e potente come nessuno: la finta umiltà sa di superbia.
Nove anni di intenso lavoro hanno permesso la realizzazione di questo libro è stato riscritto 500 volte! E non vi tedierò dicendo i sacrifici che lo hanno accompagnato e le mie odissee biografiche.
Consiglio vivamente più d’una attenta e approfondita lettura. L’opera sarà lievemente modificabile di variazione. Per onestà e sincerità vi informo che già più d’una casa editrice è intenzionata alla pubblicazione a breve termine del libro. Io dunque sceglierò la casa che mi offrirà le migliori condizioni nonché l’umana simpatia e il rispetto verso chi opera nella suddetta da parte mia sarà determinante per la scelta definitiva io apprezzo gli editori competenti coraggiosi decisi e appassionati che pubblicano cose di valore e cosi facendo fanno anche il loro interesse. La qualità prima o poi ripaga mille volte rispetto alle cose di moda.
Come lettore oltre che come scrittore posso garantirvi che questo libro se avrete la volontà di pubblicarlo sarà uno dei libri di poesia più venduti e letti al mondo.
Commercialmente e briosamente vi rammento che Vallecchi e Treves per Campana ancora si mordono le mani per la “svista”.
Buona lettura e buon lavoro.
Distinti saluti
Bruno Pattarozzi
«Non so più nemmeno io se è divertente oppure noioso. Ormai tutte le lettere che riceviamo sono di questo tenore», disse Balestrieri.
Max si rese conto di quanto in quel frangente egli stesso fosse una vecchia, ridicola lettera d’amore.
«Finora ti ho parlato solo di me. Ti chiedo scusa. Tu sei venuto certamente per qualche motivo preciso.»
Per quanto si sentisse patetico, a quel punto Max non poté esimersi dal parlare.
«In questi giorni ho avuto tra le mani un capolavoro. No, non qualcosa di mio. Sì, inedito. Volevo capire se c’era qualche possibilità di prenderlo in considerazione per la vostra collana.»
«Un capolavoro, dici. Un romanzo?»
«No, una raccolta di poesie. L’autore è un ragazzo di vent’anni. Purtroppo non ho qui con me il testo. E a dire la verità lui non sembra nemmeno interessato a pubblicare.»
A questo punto l’espressione di Elio, che già tendeva verso un’annoiata formalità, si ravvivò. «Scusa, fammi capire, sei qui per promuovere le poesie di un ventenne che non vuole nemmeno pubblicare?» Trattenne a stento, di fronte al volto mortificato e affermativo di Max, una fragorosa risata, poi riprese con prontezza: «Guarda, potrei risolvere la questione con un semplice “Mandami il testo, lo leggerò e vedremo”, però mi sembra giusto essere più sincero con te. Non c’è alcuna possibilità di prendere in considerazione l’opera di un ventenne sconosciuto, che peraltro non ha intenzione di pubblicare. Le poesie saranno pure eccezionali, però… ecco, prendiamo il tuo caso. Di tanto in tanto viene l’uzzolo anche a me, credimi, di rompere le regole e di pubblicare ciò che scelgo liberamente. Così era successo con te. E tu non eri nemmeno un illustre sconosciuto, ma un giovane che si era guadagnato molto credito nell’ambiente. E anch’io ero più giovane. Ai tempi, eri stato la mia prima vera scelta autonoma, fra tanti autori ereditati, lo sai? Ma poi hai visto come è andata a finire. Silenzio pressoché generale sul libro — e per questo, in fondo, chi se ne frega — ma, soprattutto, vendite al di sotto di tutte le peggiori aspettative.»
Finirono per prendere un caffè al volo, al distributore nei pressi dell’ingresso. Balestrieri aveva evidentemente fretta di liquidare Max; il tempo a sua disposizione era terminato. Mentre stava per estrarre il suo bicchierino, passò di lì una segretaria, per restituirgli un dattiloscritto.
«Come ti pare?», le chiese distrattamente Balestrieri.
«Grazioso. È buona letteratura.»
Bevve il suo caffè e salutò Max, raccomandandosi di farsi risentire presto. Insieme al bicchierino, gettò anche il malloppo di cui era appena tornato in possesso. Max fece in tempo a leggere il titolo, prima di voltarsi e di andarsene: Ho meritato i tuoi castighi (si trattava di una raccolta di racconti dell’angoscia, tramati con svariati riferimenti alla Bibbia. Lo so bene perché, quel libro, l’avevo mandato io.)
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