I romanzi che non leggerò

Quanti capolavori usciranno quest’anno? Pare sensato che in questo Pianeta ormai ridotto a un Villaggio se ne potranno trovare almeno uno al giorno. Forse è addirittura poco. Forse, se si fosse capaci di discernere e di dare ascolto, scopriremmo che i veri imperdibili romanzi della nostra epoca si stanno concependo nelle periferie che non hanno ascolto. Magari a Bobo-Dioulasso o a Sonbong County. Del resto la storia pulsa più potentemente altrove, qui da noi è il Grande Reflusso. 

Ma il tempo della vita, per me, accelera inesorabilmente, e sono un lettore avvelenato dalla poesia, che fatica a leggere romanzi. Negli anni, comunque, ho accumulato più di mille titoli, che mi attendono ancora. Più di quanti potrò veramente leggerne – ma non importa. Saranno la mia eredità. E ogni eredità comprende anche dei vuoti, dei fantasmi, dei desideri non realizzati.

E tuttavia il dado è tratto, perciò sancisco la mia decisione in una confessione pubblica: non comprerò più romanzi. Non mi importa quanti capolavori annunciati mi sfuggiranno, non importa se non sarò aggiornato (che c’è di più nuovo, in letteratura, dell’antico? Gilgamesh è nella squadra degli Avengers, per chi non lo sapesse). Non importa quante stelle appunteranno i lettori su Amazon – che già valgono più delle colonne sul Corriere.

Non farò eccezioni – a eccezione di quelle, minime, già previste: i tre-quattro amici che stimo, i due-tre autori contemporanei prediletti, gli omaggi che riceverò.

So bene che la mia biblioteca è imperfetta, perciò è perfetta. Comprende quasi tutto ciò che dovrebbe esserci, ne sono certo, nella casa di un uomo che ancora possa dirsi fedele a tale specie. Ciò che di intossicante è stato per sbaglio accolto, nutrirà un rogo estivo, mentre con la mia stirpe danzerò un ballo tribale di pura saggezza.

Poterò con cura la mia libreria, le darò una bella forma.

E diventerà un albero possente. Chi saprà scalarlo (lancio da un po’, ormai, la sfida ai miei figli) potrà dirsi veramente un uomo.

Non importa quanti romanzi mi perderò. Gli spazi vuoti servono.

Addio Vargas Llosa e compagnia bella di geni che non leggerò mai.

 

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