Diceria del poeta
«Poiché per lungo tempo ti ho aspettata
e vanamente alle solite vie,
ho deviato il percorso
ho visitato luoghi oltre le mura
giurando e spergiurando
di vincerti con le mie fantasie.
Ma ovunque uno diceva: “Qui è già stata
e chiedeva di te”
(Questa letteratura
puzza di pesce marcio. Se hai già morso
il tuo fiato è segnato). È come quando
l’amore ti tradisce e sei patetico.
Così non sei tornata e non c’è niente
da aggiungere alla fogna
che il tuo abbandono schiude per la mente
(E già potrei finire, dirti che
disprezzo chi ti sogna)
Ma qui dove ti perdo sempre io
non è l’autore, martire fra schiere
di mamertini in festa
con le baldracche di Baudelaire (amanti
per cui non c’è mai verso
di prenderti). Le tue pene leggere
in questa dittatura sono il mio
conforto: nella bara
(gradevole per tanti)
che ci hanno predisposto la mia testa
manda segnali strani – e tu ne hai perso
il codice per sempre. Per ciò sparami
(gioia che non sarai se non ne muori):
se tu sei non passata
io qui comincio, presto, fammi fuori.
Finché la carne bianca a fuoco ara
una mano ispirata»
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