Narrativa d’oggidì: la voce di Parente
Massimiliano Parente non esita ad andare contronatura, a lottare contro i salotti e la mediocrazia: vive per scrivere ciò che nessun altro potrebbe scrivere
Perché scrivi?
Perché rappresento una rivoluzione contro la natura.
Qual è il tuo scarto rispetto alla narrativa odierna?
Io dico l’indicibile, la narrativa di oggi racconta il raccontabile.
Indicami un ingrediente a te caro per l’elaborazione del capolavoro di domani
La biologia evolutiva.
Strappa un angolo dalla tua veste perché ci si possa fare un’idea del tessuto: autocìtati.
«Io non vedo nulla».
Come si forma un’opera nella tua officina?
Non ho un’officina, si forma con me e attraverso di me rendendomi vuoto e tutto sommato, anzi tutto sottratto, un uomo assolutamente insignificante.
Qual è il tuo maggior cruccio, rispetto a quanto hai finora scritto?
Di non avere ancora finito, odio scrivere.
La critica più intelligente che hai ricevuto diceva che…
«Siamo finalmente di fronte a un’opera d’arte fondamentale», di Edmondo Berselli, riferita a Contronatura. Ero pienamente d’accordo con lui, poi è morto.
(L’immagine di copertina è tratta da Wikipedia)
Gli unici che possono sparlare della filosofia sono i filosofi. Così gli unici che possono sparlare della scrittura sono gli scrittori. Succede sempre così. I piloti d’aereo, parlando degli aerei, usano espressioni pessime. Pezzi di ferro, catorci. Lo si fa perché li si ama