In calmissima luce. Per Giorgio Mazzon
Conobbi Giorgio Mazzon, se non ricordo male, nel giugno 2012, quando a un reading poetico interpretai alcuni miei testi circondato e protetto dai suoi Guerrieri silenti e disarmati, opere composte a partire da legni e altri materiali raccolti dal Po o dal mare. Così, mi hanno chiesto di partecipare a un libro in memoria dell’artita: In calmissima luce.
Il volume raccoglie una serie di immagini fotografiche del Delta del Po, «la rivelazione di un paesaggio nudo, invernale, altamente lirico, senza quasi la presenza dell’uomo» (Munaro). Si tratta di un libro da collezione, uno di quegli oggetti meravigliosi destinati a pochi eletti, che sanno (e vogliono) salvarli dalla corrente. Un dono fuori dalle logiche del commercio. Un libro vero, che profuma di passione artigianale e di maestria, e veramente attraversato da una luce. Una luce che cerca uno sguardo, per rivelare un mondo.
Un mondo a cui io stesso mi sono riconsegnato: mio padre proveniva da quelle terre («Divenne grande un’estate il ragazzo / prendendo sulle spalle il padre, dopo / l’acqua del ‘51», scrivo in Racconto, poesia di Terramadre – mentre in Retorica del luogo, testo incluso nel Cielo di Marte, cavalco l’aratro che da sempre campeggia nel giardino della mia casa paterna come una sorta di astronave, perché, in fondo, «la migrazione è appena cominciata»).
L’immagine che fa da copertina a queste mie riflessioni (quasi una pesca di nuvole: cliccare sulla foto per vederla per esteso) è proprio quella dell’artista, e questi i miei versi che l’accompagnano:
LA SCIENZA DEGLI UMANI
Per Giorgio Mazzon, in memoria
Tutto ritorna qui la prima volta
oppure non esiste. Il bagnasciuga
restituisce vergini le veneri
e il sale smangia i nomi, li confonde.
I legni per esempio d’Argonauti
per la risacca della mareggiata
tornarono a fiorire nel Polesine,
tra il moto immoto delle acque e dei cieli.
E sono pali e reti per la pesca,
adesso, vele anonime da quando
non possono mancare mai il bersaglio
perché tutto è perfetto, non c’è scarto.
La scienza degli umani è proprio questa,
riciclare galassie e nebulose
in nuvole d’insetti o licenziare
i guerrieri silenti e disarmati.
Tutto ritorna qui la prima volta,
per la risacca della mareggiata.
Non possono mancare mai il bersaglio
i guerrieri silenti e disarmati.
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