Il testimone infido
Le teorie letterarie che uno scrittore porta con sé sono un carico che lo condiziona fino a un certo punto. Quando scatta l’ispirazione, infatti, il sacco viene rovesciato avanti a sé e tutto torna in discussione. Per lo scrittore conta sempre e soltanto l’esperienza della scrittura.
Può darsi persino che, terminata l’opera, l’armamentario teorico risulti in parte fuorviante. Occorre dunque diffidare, almeno un poco, delle spiegazioni che un autore ci fornisce, quand’anche fossero in perfetta buona fede.
Dunque, il massimo testimone in questo caso è anche il primo sospettato. L’unico che autorevolmente può raccontare l’avventura, ne è coinvolto a tal punto da poter essere smentito dal testo.
La verità abita l’opera, non il suo creatore.
E la verità nell’opera si rivela, si nasconde, apre continui orizzonti di fuga.
Credo profondamente in quel che scrivo, diffidando di me stesso, sempre oltremodo indegno.
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