Fatica amica
Oggi ho ripreso a correre, dopo quasi due mesi di solo calcetto, con tanto di pausa natalizia prolungata peraltro. Solito percorso, sul confine tra cascine e boschi, su e giù per qualche collinetta.
Fatica, ovviamente. E la soddisfazione che nasce da fibre stanche e da liberazione di tossine.
Non è che il pensiero naufraghi, durante la corsa. Anzi. È solo che gira autonomo, fluttuando sul respiro che si increspa. Un pensiero un po’ sganciato dal corpo. O forse aiutato dal corpo, che si attiva e pensa, sottotraccia, con il suo linguaggio peculiare. Ed è nel cortocircuito di queste di lingue che scaturisce talvolta la pace, la visione, la consapevolezza.
Bentornata, allora, fatica amica.
Correndo cerco il ritmo. Il segreto del tempo che si lascia incantare, fino a svanire. La prestazione sarà il risultato conseguente.
La disciplina serve per essere pronti allo scatto, all’occorrenza. Mi serve per prendere degnamente parte all’agone, quando e se la scrittura m’inghiottirà ancora nella sua arena.
Sono ancora all’inizio di una nuova stagione, dunque. Perciò occorre addomesticare la fatica, pianificarla, darsi una strategia per conquistare la forma migliore.
Sono ancora un principiante. Come sempre.
Per fortuna.
Per vocazione.
(P.S. Ricordarsi di procurarsi il librino di Claudio, Runningsofia)
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