Scienza e letteratura ai tempi del coronavirus
È bastato un minuscolo, invisibile virus per mettere a nudo la nostra condizione. Non solo l’intero sistema economico mondiale è saltato, ma le nostre stesse abitudini quotidiane sono state fortemente limitate e ripensate.
Mi chiedo se le persone, a seguito delle attuali circostanze, avranno la capacità di revisionare in modo definitivo il pregiudizio di cui da secoli ormai sono, per lo più, vittima: quello di immaginare la scienza come l’unica disciplina che ha accesso alla verità.
In questi tempi, in cui vari scienziati hanno conquistato la scena, ci siamo accorti della varietà di opinioni, della quantità di incognite, della strutturale ignoranza che, in fin dei conti, domina anche l’uomo scientifico. Per combattere il contagio ci siamo affidati alle armi… del medioevo.
Nessuno, ovviamente, oggi può sensatamente irridere alla scienza – pilastro fondamentale della nostra esistenza da sempre, e ancor più all’altezza dell’evoluzione umana raggiunta. Si tratta, però, di riconoscerla per quello che è. La scienza non possiede la verità, crea paradigmi utili e sempre più evoluti per rendere efficiente il nostro rapporto con il mondo (ed “efficiente”, purtroppo, non è sinonimo di “giusto”). Certo, a differenza della letteratura, possiamo correttamente parlare, all’interno della scienza, di un continuo progresso; ma quando sostituiamo una precedente convinzione scientifica con una nuova, “più certa” risposta, non dobbiamo illuderci di aver ridotto il reale a una dimensione oggettiva che siamo ormai in grado di gestire. Ogni volta che si progredisce di un passo, si espande anche l’universo parallelo della nostra ignoranza. Ogni nuova risposta fa sorgere nuove domande. E la coerenza interna di un sistema interpretativo non è prova di verità assoluta.
La letteratura invece non conosce progresso, in senso proprio. Non propone teorie “falsificabili”. Da Gilgamesh a Nabokov continua a indagare gli stessi tormenti.
Ma in questi giorni non sarò certamente l’unico ad aver ripensato, ascoltando notizie alla tv o seguendo indicazioni e dibattiti, a tante scene dei Promessi sposi.
Quindi si progredisce, ma si torna sempre sugli stessi temi. L’evoluzione è una struttura a elica, proprio come nelle immagini del Dna. L’ascesa verticale delle discipline scientifiche è tenuta insieme dalla costante ripetizione del sapere umanistico.
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