Corso di scrittura

Come ti organizzo un corso di scrittura creativa

Io, per me, un corso di scrittura non lo organizzerei, perché ce ne sono già tanti, e nemmeno mi danno fastidio, semplicemente non mi interessano (anche se a un corso tenuto da Gadda, per dire, mi iscriverei subito, pur sapendo di rischiare di addormentarmi dopo dieci minuti). Se però ci fosse modo di fare un po’ di dindini, perché no?, magari aprirei la mia scuola personale. Così, metto giù un po’ di appunti, si sa mai che quando andrò in pensione, se mai raggiungerò la pensione, se mai una pensione esisterà ancora il giorno in cui, si sa mai, insomma, che mi tornino utili.

  • PRE-SELEZIONI

Prima di gettarsi in una scuola di scrittura creativa, occorre verificare le pre-competenze, quindi controllare: a) che si sappia scrivere in modo grammaticalmente corretto; b) che si conosca la letteratura, almeno a grandi linee. Neanche a X-factor ti portano avanti se un minimo non sai stare sul palco, insomma. Ma con questo, anche per non sembrare snob e antidemocratico, attiverei subito a prezzi abbordabili dei CORSI DI RECUPERO, per poter accedere in seguito ai corsi di scrittura creativa. Però, per sicurezza, se qualcuno che sa poco la lingua avesse già buttato giù un romanzo o una raccolta di poesie, ci darei comunque un’occhiata, potrebbe essere un capolavoro, un caso letterario. Quasi quasi dico anche a quell’analfabeta di mio padre di scrivere la propria autobiografia, vuoi vedere che. Del resto la scrittura è un mezzo per esprimere un mondo, se uno ha in sé un mondo potente, anche se il mezzo è impreciso, sarà comunque un portento, no?

  • PRIMO LIVELLO

Prima della scrittura, allenerei la creatività. Proporrei tutta una serie di giochini, come quelli che propinavano all’asilo e alle Elementari (allora si chiamavano così), per attivare i sensi, per conoscere il proprio corpo, per capire le emozioni. Robe tipo: tocca l’oggetto che c’è nella scatola senza guardarlo e descrivi le tue sensazioni; chiudi gli occhi e descrivi l’aula; enumera tutti gli oggetti rossi che hai incontrato nel tragitto da casa alla scuola; lasciati ispirare da questo dipinto di Kandinskij… In seguito, giacché anche la fantasia ha la sua razionalità, come suggeriva Rodari, sarà la volta di una teoria di test logici con figure geometriche: conta i triangoli, unisci con quattro linee questi nove punti, trova le differenze… Quindi, verso la fine dell’anno, visto che mica ho a che fare con bambini, proporrei degli esercizi più seri, magari comunque facoltativi, tipo: vestiti da barbone e siediti accanto al Duomo a Milano per un’intera giornata; trascorri una notte in un bosco da solo; vestiti come una donna/un uomo e passeggia per il corso del tuo paese il sabato pomeriggio…

  • SECONDO LIVELLO

Si passa al lavoro sui testi. Non sui propri però, è ancora troppo presto. Occorre esercitarsi sui libri degli altri, e qui allora proporrei gli esercizi tipo quelli che si svolgono nella scuola media: inventa un finale diverso, inserisci un personaggio, immagina il dialogo tra, mescola personaggi di storie differenti, ambienta questa storia nel passato presente futuro… A questo punto i più bravi capiranno subito come si può arrivare davvero a scrivere un best-seller come Il nome della rosa, se appena hai letto Sherlock Holmes e hai un po’ di passione per un’epoca storica. (Che poi io non ho neanche letto Sherlock Holmes, e però il Nome della rosa mi è piaciuto tanto tanto, da studente liceale).

  • TERZO LIVELLO

Qui finalmente si riprendono tutti i materiali e le esperienze dei livelli precedenti e gli allievi cominciano a scrivere la propria storia. Ma a una condizione: che il docente non debba sobbarcarsi il compito di portarsela a casa e correggerla, perché in quel caso il docente sono io, e a casa vorrei rileggermi Shakespeare, se non ho lavoretti di manutenzione della casa che incombono. Dunque si procederà con letture in aula, confronti, consigli, del resto come insegnante sono un promotore della didattica cooperativa, che rende attivi gli studenti, moltiplica le situazioni di apprendimento, insegna la collaborazione e non la competizione (dubbio: anche in una scuola di scrittura fra adulti?).

  • QUARTO LIVELLO

Seduti in cerchio, con i propri manoscritti accanto alla sedia, si leggono e si commentano grandi classici, o comunque gli autori che dirò io (avrò qualche privilegio come docente, no?), roba tipo: Nabokov, Munro, Proust, Celan, Omero, Gordimer, Canetti e via dicendo. Solo dopo un assaggio di qualche pagina di questa letteratura, si potrà leggere dal proprio manoscritto, o dattiloscritto, o autopubblicazione che sia, ma a una condizione: se la maggioranza degli alunni riterrà che la distanza tra il Classico indicato dal docente e la prova dell’allievo sarà ancora notevole, il manoscritto andrà bruciato nel falò iniziatico di fine anno, o sigillato in uno scrigno e sepolto accanto alla grande quercia che cresce vicino alla scuola, per essere riesumato dopo dieci anni. Attenzione, come in Quattro Ristoranti di Borghese, il voto del docente ha il potere di sovvertire qualsiasi valutazione dei concorrenti.

  • QUINTO LIVELLO

Gli allievi che sono riusciti a superare i precedenti livelli avranno il diritto di: a) pubblicare il proprio libro (in caso di mancanza di un editore interessato, pagherà la pubblicazione lo stesso docente del corso); b) svolgere la prolusione al successivo anno di scrittura creativa, con lo scopo esplicito di spernacchiare pubblicamente il docente, prima che questi riprenda le consuete attività didattiche.

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