poesie brevi e poesie lunghe

Poesie brevi e poesie lunghe

Ragionavo sui numeri del mio nuovo libro di poesie. Escludendo il poemetto, la lunghezza media dei miei testi è di trenta versi. Una media molto alta, mi sembra.
Ma che cosa raccontano questi dati? In assoluto nulla, ovviamente. Ma se devo pensare alla mia formazione, al mio rapporto con la tradizione, e in particolare con la lirica del Novecento, mi viene in mente il sentimento di un eccessivo frammentismo, per larghi tratti della nostra poesia. Ora, una poesia breve in sé non è male, ci mancherebbe. L’importante è che sia compiuta. Ma accontentarsi di uno spunto, di un graffio di bellezza, di un’immagine felice, e pensare con questo di aver terminato il processo artistico, mi è sembrato, a un certo punto, un cascame, una forma di epigonismo: il fiato corto di un immaginario decadente. Oltre a certo ermetismo, trovavo lo stesso “difetto” anche in tanta produzione di area lombarda. Non che non amassi alcuni libri composti di brevi tessere, ma a un certo punto ne avvertii un limite, quasi una presunzione, come di chi vuole amplificare ciò che ha scritto attraverso la pura suggestione del disegno complessivo, dell’architettura abbozzata, di quanto rimaneva implicito, o di quanto uno potesse proiettarci autonomamente per l’incantamento dei titoli, delle sigle programmatiche.
Questi pensieri giovanili si sono poi sciolti in una dimensione autonoma. Non mi sono mai imposto di scrivere una poesia più narrativa, per dire, o non mi sono mai concesso versi che avrei potuto definire fragili, riempitivi, utili solo per “allungare” il componimento. Certi abbassamenti e innalzamenti di tensione, ovviamente, fanno parte dello sviluppo di un testo, ma la scrittura poetica, per me, è sinonimo di densità massima. Ogni dettaglio, ogni parola, ogni segno di interpunzione è ponderato fino in fondo.
Ripenso a tutto questo, retrospettivamente. E, rileggendomi, mi sembra di non aver tradito quella sensazione, quella spinta, quel senso di sfida e di superamento di un limite.

2 commenti
  1. Gabriela Fantato
    Gabriela Fantato dice:

    Non tradire il proprio progetto, non finire però prigionieri di rigidi schemi .
    Rigire e libertà interiore, entrambi, sono elementi che penso necessari.
    Ciao

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