Poesia contemporanea: che cosa leggere?
Tra il serio e il faceto, su una pagina social ho recentemente improvvisato un elenco di letture necessarie per potersi considerare un poco “esperti” di poesia contemporanea. Si basa ovviamente sulla mia formazione e sul mio “lavoro sul campo” tra i venti e i quarant’anni in particolare. Nell’ultimo decennio mi sono soprattutto aggiornato sugli autori che mi interessavano maggiormente, intercettando nuove proposte in modo meno sistematico.
Mi sembra di percepire che, negli ultimi tempi, il numero di operatori nel settore (a vario titolo) stia aumentando ma che molti siano un po’ acerbi, per non dire improvvisati. Da qui, la provocazione della lista.
Non si tratta di un canone, basta coglierne l’estensione per capirlo. Semmai, si tratta di un’ipotesi di letture propedeutiche per l’analisi delle nuove proposte. Imbattersi sul web in un testo o ricevere o recuperare un libro contemporaneo può appassionare, ed è bene. Ma per non farsi travolgere da troppo facili entusiasmi, una visione d’insieme è importante – almeno, se si vuole tentare un discorso con qualche pretesa di competenza (se poi tale competenza ha valore solo in un campo che non conta più quasi nulla o sul quale non si avrà comunque un’autorevolezza riconosciuta e utile, è altra questione). Sventolare un libro e gridare al capolavoro è uno sport ormai molto praticato: molti lo fanno per furbizia e interesse, molti, invece, per mera ingenuità. È poi una lista di autori, non di singoli libri: ho anch’io titoli magari sconosciuti a cui sono molto affezionato e che considero pregevoli.
Qui sotto ripropongo, con qualche minima correzione (ma resta un lavoro non metodico), l’elenco. È ovviamente molto ampio e man mano che accoglie i contemporanei si divarica. Eppure non è un catalogo aperto, è già frutto di una selezione. Peraltro, particolarmente dolorosa soprattutto sugli autori viventi, molti dei quali magari si risentiranno per non essere stati inclusi.
Provo a disinnescare qualche possibile equivoco, chiarendo delle ovvietà.
Questa lista non è una prescrizione cattedratica. Del resto, ho anch’io le mie lacune. Per esempio, leggerò solo prossimamente Bruno Galluccio, che ancora mi è ignoto.
Aver letto anche tutti gli autori inclusi, non garantisce alcuna qualifica poetica. Uno scrittore potrebbe avere anche letture disordinate o una formazione non prettamente umanistica, anche se ritengo non sia il caso di essere indulgenti verso una presunzione romantica di spontaneità e di talento innato.
L’elenco qui sotto sarà interessante, spero, per certi lettori, che però hanno tutto il diritto di farsi solo un’idea di un poeta e di selezionare in base ai propri criteri quelli da leggere davvero. Anzi, il primo diritto, si sa, è quello di non leggere del tutto. È un elenco meno trattabile invece per chi si considera uno studioso, o comunque, come detto, un esperto e un operatore del settore, sebbene l’ultimo gruppo di poeti, che include i “contemporaneissimi”, è ovviamente il più discutibile e il più rivelatore della mia esperienza e di qualche mio gusto – sebbene anche qui mi sia sforzato di restare obiettivo, per quanto possibile. Anche in questo caso, però, la quantità rende l’idea di ciò che serve aver campionato, per collocare un nuovo testo e un nuovo poeta con un minimo senso di prospettiva.
Chi volesse contribuire al miglioramento della lista, dovrà dunque seguire una sola regola: accanto ai nomi da inserire, dovrà indicare quelli da togliere. Una scelta, per quanto ampia, non deve diventare un censimento.
Nell’ultimo anno, ho segnalato diversi autori meritevoli: qui non ci sono ma, ovviamente, sono tra i primi che prenderei in considerazione (vale sempre la pena lasciar sedimentare impressioni e i giudizi, se si vuole inserire in una cornice storica). Non ci sono anche molti poeti che ho studiato ed erano inclusi nella ricognizione di ormai quasi vent’anni fa e intitolata Poeti nel limbo, ma non si tratta di una bocciatura: semplicemente, dovrei aggiornarmi meglio sul loro percorso e rileggerli. Non ci sono neppure alcuni poeti che pubblicai nelle collane che ho diretto o di cui ho favorito la pubblicazione in altra sede: sacrifici personali in direzione di un’obiettività complessiva.. Ho persino tolto preventivamente le persone con cui ho più stretti legami o con cui mi confronto più spesso (Ladolfi, Acquaviva, Anelli, Marrani…), o anche amici di lungo corso (Rivali, Ariano…): si tratta di autori verso i quali temo di non riuscire a essere abbastanza distaccato nella valutazione oppure, come per i precedenti, dovrei seriamente aggiornarmi, rileggerli, ponderarli.
Sono stato molto selettivo sulla poesia già storicizzata, in particolare quella del primo Novecento. Da una parte è più agevole, perché il canone si è abbastanza definito (sebbene resti sempre soggetto a revisioni), dall’altro l’effetto complessivo è distorto, proprio perché a vantaggio della contemporaneità. Mi spiego con un paio di esempi. Dall’area ermetica ho escluso poeti come Bigongiari, Parronchi o Gatto, che sono, in senso assoluto, indubbiamente più raccomandabili rispetto a tanti autori “contemporaneissimi”. Ma l’ottica che mi interessava non è storicistica o canonizzante, bensì propedeutica allo studio e alla valutazione della poesia d’oggidì. Se la prima produzione poetica di Bigongiari può lasciare tranquillamente il campo alla ben più autorevole voce di Mario Luzi, di cui a tratti sembra persino una pallida imitazione, non mi sfugge l’importanza del “secondo Bigongiari” per tanti autori del secondo Novecento, inclusi magari in questo elenco (Mussapi, Ceni, Iacuzzi, per esempio). Ma anche in questo caso va capito che il catalogo non rappresenta un discorso critico sulla poesia e sulla sua evoluzione. Altro esempio: nessuno o quasi si è stupito per l’assenza di Palazzeschi, di Marinetti, di Onofri e di tutti gli altri possibili poeti additabili: sui social sono esplosi soprattutto i suggerimenti per integrare l’ultimo gruppo, quello già più ampio. Le ragioni sono ovvie, ma una spiegazione per l’assenza degli illustri predecessori era stata data: alcuni autori è lecito conoscerli solo attraverso i repertori antologici. (Un giochino, quasi sistematico, intorno al Novecento e alle sue antologie, se vi interessa, lo avevo proposto qui)
Un poeta e studioso che potrebbe in un attimo stendere un altro elenco più autorevole e aggiornato del mio, Gianfranco Lauretano (che peraltro forse andava incluso nel mio regesto, ma non sono aggiornato sulle sue pubblicazioni: mea culpa), ha commentato scrivendo che il mio «È un elenco che sembra pletorico e inclusivo fino alla nausea, invece è ristretto al mainstream editoriale e/o social. Mancano in maniera imbarazzante numerosi dei poeti italiani più talentuosi e colti, per il semplice motivo che lavorano con impegno e discrezione, senza apparire. Diversi di questi al sud, naturalmente, ma non solo. Che delusione». Non fatico a credere che la critica colga nel segno, ma avevo ben annunciato che il mio non è un pronunciamento ex cathedra e nemmeno un’espressione di gusto: è ristretto perché ho indubbiamente i miei limiti (e accolgo volentieri, anche qui, emendamenti) e può essere definito “mainstream” proprio per lo sforzo di monitorare in ogni direzione il circostante. Non è difficile trovarvi accolti poeti che non apprezzo particolarmente, anzi. Eppure, rappresentano una parte del territorio poetico odierno. Si poteva essere più coraggiosi? Ma certo! Ripetiamolo: come poeta, avrei proposto un elenco molto, molto, molto più ristretto e inserito autori che qui non ci sono.
L’elenco dei poeti che andrò a proporre sembrerà impressionante, per qualcuno, tanto da inibire più che stimolare la curiosità. Questi sappia che molti degli stessi poeti che ho incluso, specie se attivi anche come critici, e soprattutto molti critici “puri”, testimonierebbero agevolmente quanto il repertorio sia già ben ristretto. Anch’io sarei in grado di documentare la lettura (non superficiale) di migliaia di altri poeti: figuriamoci quanti autori degni di nota o quanto meno “promettenti” potrà indicare chi da anni collabora con case editrici o si occupa regolarmente di indagare la giovane poesia contemporanea o chi, semplicemente, è un autore affermato e disponibile a ricevere libri e inediti.
Comunque, per quante premesse si pensino, un simile gioco, o se si preferisce una simile provocazione, avrà sempre un effetto boomerang sull’estensore. Elenchi del genere si compilano, solitamente, controllando i nominativi degli amici e dei contatti social pronti a “legarsela al dito”. Ma, che dire?, sono sempre pronto a rendere ragione delle mie scelte, che si trattino di dimenticanze o di ponderate omissioni. Se poi qualche “amico” se la prenderà oltremisura, vorrà dire che non era veramente un amico. Del resto, a simili cataloghi andrebbe anche specificata la data. Tra una settimana io stesso avrò voglia di cominciare ad aggiornare il repertorio.
Tale repertorio, peraltro, tende a chiudersi, molto a spanne, con la mia generazione. Ci sono autori di trenta o quarant’anni, e forse anche meno, che sono già ben attestati nel “circostante” o che personalmente mi interessano molto. I primi che mi vengono in mente? Gallerani, Blanco, Laera, Carracchia, Di Corcia, Pacini, Borio, Aragno, Carabba, Di Dio, Corbetta, Perozzi, Migliazza, Bux, Bafaro, Bertini, Bini, Montorfani, Castiglione, Ibello, Mandorlo… ma su questo eventuale gruppo, ancora più vasto, alzo bandiera bianca, perché non mi reputo affatto un esperto. Oserei dire, in conclusione, che è proprio pensando ai più giovani (o, in generale, a chi di tanto in tanto mi chiede suggerimenti di lettura) che mi è venuto in mente il giochino. La sfida, per i più giovani, non è solo di conoscere, per come vogliono e possono, il lavoro di chi li ha preceduti, ma di fare piazza pulita, per forza di poesia, di ogni eccesso: di farsi carico di una tradizione, per rinnovarla e ribaltarla o per salvare ciò che è degno, ai loro occhi, di cura, perché potrà servire anche in futuro. Quello che segue, per quanto imperfetto, è solo un punto di partenza, a vantaggio (se si ha voglia di capirlo) anche di chi è escluso.
Rompo dunque gli indugi e passo il testimone, una volta per tutte.
Poesia contemporanea: che cosa leggere?
(Avvertenza: repertorio soggetto ai difetti di memoria e di concentrazione di colui che lo ha compilato senza seguire una procedura scientifica. Anzi, si ammette che le suggestioni dell’attuale disposizione dei libri alle pareti, soggetta peraltro a periodiche variazioni, avrà influito sensibilmente sull’esito finale)
1) leggere tutto Montale, Caproni, Sanguineti, Penna, Bertolucci, Sereni, Rosselli, Giudici, Luzi, Campana, Zanzotto, Fortini, Gozzano, Pagliarani, Ungaretti, Saba, Quasimodo, Rebora, Cardarelli, Sbarbaro, Raboni
2) e poi ancora tutto o quasi Bacchini, De Angelis, Cucchi, Frabotta, Viviani, Buffoni, Benedetti, Pusterla, Porta, Pavese, Magrelli, Erba, Fiori, Insana, Lamarque, Pasolini, Morante, Ripellino, Cavalli, Anedda, Riccardi, Scataglini, Majorino, Wilcock, Balestrini, Sinigaglia, Campo, Valduga, Conte, Mussapi, Betocchi, Baldini, Benzoni, Cacciatore, Ceronetti, Bandini, Guerra, Neri, Merini, Ottieri, Spaziani, Loi, Pierro, Calogero, Cattafi, Roversi, Scotellaro
3) tutto o quel che si può di Donati A., Inglese, Cappello, Brullo, Pugno, Rosadini, Mazzoni, Lo Russo, Italiano, Policastro, Biagini, Villa E. e D., Zuccato, Casadei, Cera Rosco, Pontiggia, Turra, Cattaneo, Bre, Donzelli, Febbraro, Ielmini, Turina, Marchesini, Giovenale, Zaffarano, Raos, Sicari, Bertoni, Del Sarto, Dal Bianco, Ceni, Villalta, Serragnoli, Ponso, Frene, Mesa, Massari, Broggiato, De Alberti, Santi, Frasca, Nove, Moscè, Leardini, Voce, Sinicco, Baldacci, Toma, Angiuli, Ruffilli, Bellezza, Gezzi, Farabbi, Fo, Raimondi, Munaro, Carifi, Munaretto, Sissa, Pecora, Sica, Menicanti, Priano, De Marchi, Fantato, Quintavalla, Orelli, Vallerugo, Annovi, Larocchi, Ruffato, Fresa, Socci, Rossi T., Damiani, Amato, Alziati, Annino, Baino, Ferretti, D’Elia, Ferrari I., Di Ruscio, Krumm, Testori, Rondoni, Piccini, Morasso, Giacomini, Ramous, Bonito, Maccari, Salvia, Pagnanelli, Risi, Santagostini, Testa E. e I., De Vita, Piersanti, Piccolo, Pellegatta, Zeichen, Gardini, Calandrone, Deidier, Bordini, Iacuzzi, Romagnoli, Ottonieri, Baudino, Fratus, Pozzi, Held, De Signoribus, Bodini, Gualtieri, Guida… (quest’ultimo gruppo comprende molti autori discutibili, che ciascuno liberamente sostituirà con altri: si tenga però indicativamente d’occhio la quantità e si cerchi di non frequentare solo un’area, insomma autori affini per poetica o per consonanza di stile)
A tutte queste letture sarà poi necessario aggiungere:
4) le migliori antologie del Novecento e del Duemila
5) saggi critici a volontà sui poeti suddetti e di teoria letteraria
6) interventi, dibattiti, questioni all’interno del mondo letterario contemporaneo
Ovviamente, queste letture contemporanee finiranno per imporre altre letture della nostra tradizione (almeno Dante, Leopardi e Petrarca, e chissà quanti altri) e molti altri autori stranieri. In effetti, occorre aggiungere almeno
7) i migliori poeti stranieri, scelti fra quelli più influenti e più citati in rapporto ai poeti italiani
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