I poeti sono come passeri disperati, che lasciano dappertutto i loro escrementi (Carnevali)

Dio e le parolette del poeta

Credevo che per i poeti fosse giunto il tempo della pestilenza che avrebbe portato tutto a compimento; fine dei canti, delle odi, delle poesie e di tutte quelle putride cuccette. I poeti sono come passeri disperati, che lasciano dappertutto i loro escrementi. Ero disgustato dai cuori teneri che i poeti portavano in giro esposti nelle loro mani, come trofei sanguinanti della loro lotta con la vita; che portavano in giro sulle autostrade e per le scorciatoie della vita con le loro bocche sanguinanti gridando: «Aiuto, aiuto!» nonostante sapessero benissimo che nessuno mai li avrebbe ascoltati. (Chi diavolo ascolta i poeti a parte altri poeti?). Da una parte c’è il grande mondo e dall’altra il piccolo poeta con le sue parole infinitesimali; il re della forma, il ballerino infaticabile. L’artista non vede che il suo dominio è il vuoto, il suo impero è il mutismo, il suo regno è il disordine, la sua danza è scompiglio. Oh, gli artisti, questi fotografi dell’amore, questi cineasti a caccia di avventure! Troppe parole sono già state dette, troppe frasi scritte, troppe canzoni cantate rumorosamente, e troppi balletti sono stati danzati. L’artista parla di Dio come se fosse un parente, lo tratta come un cugino, ora per insultarlo, ora per lodarlo. Ha così bisogno di Dio l’artista, ha così tremendamente bisogno di avere un Dio che ascolti le sue parolette.

(Emanuel Carnevali, Il bianco inizio e altre prose memoriali, Pistoia, Via del Vento 2010, p. 16)

 

Il racconto di un anno

Rendo disponibili, nella cartella linkata qui sotto, le newsletters dello scorso anno, per chi volesse darci un’occhiata e magari esplorare i contenuti del sito attraverso questi report. Colgo l’occasione per invitare eventuali altri interessati a iscriversi.

Nel 2017 su questo sito si irrobustiranno soprattutto due filoni: Continua a leggere

L'attimo fuggente (1989)

Preambolo – e ripartenza

Ecco, il periodo di ozio si è concluso. Si riparte. Ma prendo la spinta da quel che fu il preambolo a questa mia impresa… 

Scrittura e Scuola saranno i due fuochi attorno al quale prenderà forma questo sito. Rappresentano gli orizzonti del mio impegno da sempre. Ho scritto le mie prime poesie in classe, non solo di nascosto. Ricordo quando, durante la scuola media, la mia insegnante, la prof. Gusulfino, rimase stupita della richiesta che le sottoposi: “Potrei svolgere il tema assegnato in forma di poesia?”. Allora ero in seminario e la nenia dei salmi che ci capitava di ripetere nei momenti di preghiera che scandivano le nostre giornate era diventata un sottofondo stregante, ma era anche un po’ colpa sua, con quelle lezioni su Ungaretti (la concentrazione massima del pensiero in ogni parola, all’urto del dolore di vivere…) e su Continua a leggere

Sono una bestia innamorata e ferita

Sono una bestia innamorata e ferita

In questi giorni di tregua dalla scuola mi sto concedendo un po’ di ozio (attività in famiglia, letture, preparazione di lezioni…).
Colgo l’occasione per ripensare al percorso compiuto quest’anno con il sito e rilancio alcuni vecchi articoli, cui sono particolarmente affezionato. Questo era apparso il 22 febbraio di quest’anno.

Sono una bestia innamorata e ferita. Continua a leggere

Andrea Temporelli

Profezia privata (terza parte)

In questi giorni di tregua dalla scuola mi sto concedendo un po’ di ozio (attività in famiglia, letture, preparazione di lezioni…).
Colgo l’occasione per ripensare al percorso compiuto quest’anno con il sito e rilancio alcuni vecchi articoli, cui sono particolarmente affezionato. Ecco la terza e ultima parte del mio personale “manifesto”

Cucita dal filo dell’allitterazione, la profezia privata è un ossimoro: senso che respira attraverso la contraddizione, poesia che è inesorabilmente presente, eppure “pre-sente”, sente prima, o forse soltanto continua a sognare, le terre del domani dove potrà realizzarsi. Non esiste profezia che non si rivolga, pur supplicante, Continua a leggere

Rubinetteria Frattini di San Maurizio d'Opaglio (NO)

Profezia privata (seconda parte)

In questi giorni di tregua dalla scuola mi sto concedendo un po’ di ozio (attività in famiglia, letture, preparazione di lezioni…).
Colgo l’occasione per ripensare al percorso compiuto quest’anno con il sito e rilancio alcuni vecchi articoli, cui sono particolarmente affezionato. Questo era apparso il 15 dicembre 2015, seconda parte del “manifesto” del sito.

Chiamatemi Andrea Temporelli. Mi chiamo Andrea Temporelli, come tutti. Ma perché ti fai chiamare Andrea Temporelli?
La questione, su cui si è già ricamato troppo, sta divenendo viziosa. Che cos’è un nome? Ciò che chiamiamo rosa, anche con un altro nome conserva il proprio profumo. Ma è forse vero anche il contrario: nomen omen. Se rinunceremo a usare la parola amore, Continua a leggere

Schiele, Autoritratto, 1911

Profezia privata (prima parte)

In questi giorni di tregua dalla scuola mi sto concedendo un po’ di ozio (attività in famiglia, letture, preparazione di lezioni…).
Colgo l’occasione per ripensare al percorso compiuto quest’anno con il sito e rilancio alcuni vecchi articoli, cui sono particolarmente affezionato. Questo era apparso il 14 dicembre 2015 e rappresenta la prima parte del “manifesto” insito nel progetto di questo sito.

Mentre vaga tra le ombre delle opere compiute e i fantasmi di quelle da scrivere, l’autore viene pungolato dal dilemma intorno alla propria natura e allora si concede, di sbieco e furtivamente, quasi all’insaputa di sé, uno sguardo allo specchio, cercando una volta per tutte di mettersi a fuoco, tra genio e insignificanza.
Questa scena accade sempre. Ma, nell’epoca attuale, Continua a leggere

Metamorfosi - Un altro me, Marco Paradisi, fotografia digitale

L’arte di smarcarsi

(L’opera scelta come copertina è di Marco Paradisi.
Cliccare sull’immagine per la visualizzazione completa)

Tempi grami, questi. Gli autori faticano a trovare critici capaci di masticare con competenza la loro opera, tanto che verrebbe voglia di imitare Umberto Saba, che scrisse, con Storia e cronistoria del Canzoniere, la propria autoesegesi.

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Busto di Vittorio Alfieri, Asti, Palazzo Alfieri

Imparare a bottega (1)

Nell’occasione di un confronto con un lettore su un brano del mio romanzo, sono tornato su un tema a me caro: il ragionamento applicato al testo, per verificare nei tratti concreti dell’opera le varie opzioni stilistiche. Credo che l’arte si apprendi fondamentalmente ancora a bottega.

Penso addirittura che questo esercizio sia uno dei più validi in assoluto per esercitare l’intelligenza, perché impone di comprendere le ragioni altrui e di affrontare la complessità. Non è un caso che abbia voluto chiamare la rivista che fondai nel 1996 con Giuliano Ladolfi “Atelier”, ma, soprattutto, non è un caso che, oltre al lavoro evidente sulle pagine di quel periodico, con le recensioni, le poesie e le riflessioni critiche, ci fossimo imposti un immenso lavoro sommerso di lettura e di confronto con tutti gli autori che ci proponevano dei loro componimenti. Continua a leggere

Banderas e Rosita

La gallina e l’ortografia. Quattro chiacchiere sul mio romanzo

È successo che una cara lettrice (che sarei pronto ormai a definire un’amica, ma questa parola pretende l’incontro reale: prima o poi…) ha voluto segnalare in un forum del Corriere della Sera il mio romanzo. Un paio di altri frequentatori del sito si sono incuriositi e hanno letto sul web qualche pagina. Sono emerse delle osservazioni critiche. Così sono intervenuto sinteticamente anch’io, in attesa di sviluppare meglio la questione, come mi appresto a fare ora.

Qui sotto trovate la discussione, riprodotta almeno nei termini essenziali e, di seguito, il mio ragionamento. Continua a leggere