Copertina di "Balena" di Muscatelli

Narrativa contemporanea: Giulia Muscatelli

Nell’epoca dell’autofiction, documentare la propria adolescenza e la propria giovinezza è una tentazione ancora più forte. E più che lecita, ovviamente, soprattutto se, alle crisi e alle turbolenze dell’età, nelle sue fasi up e down, si associano traumi specifici da raccontare.

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Tribuiani-Binari

Narrativa contemporanea: Giorgia Tribuiani

La scissione sembra essere, per Giorgia Tribuiani, la questione cruciale, replicata e variata a diversi livelli: tematico, stilistico, strutturale. Così per esempio il personaggio di Blu proponeva un’adolescente dimidiata: è insieme Blu (soprannome attribuitole fin dall’infanzia) e Ginevra.

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Letteratura circostante

I tempi della critica. Simonetti vs Cortellessa-Zinato

Mi stavo aggiornando recentemente su una piccola polemica interna al mondo della critica e alcune affermazioni hanno sollecitato delle postille, che vi sottopongo.

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Poeti post '68

Sulla poesia degli anni Duemila. Un racconto personale

Sarà l’età, saranno le avvisaglie di ciò che sta prendendo forma poeticamente in me, sarà che certi fumi e certe nebbie pare comincino a diradarsi, ma ho necessità di testimoniare, per la mia piccola parte, ciò che è stato, rispondendo così a un importante intervento di Elisa Donzelli, a cui farò esplicito riferimento in seguito, e ai quesiti da lei posti (intorno al rapporto che la “mia generazione” ha avuto con la memoria e con la storia in generale e, nello specifico, in relazione ai maestri letterari che abbiamo studiato, chiedendoci esplicitamente che cosa siamo disposti simbolicamente a uccidere di loro per crescere).

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Amicizia

Plusvalenze letterarie

Si discute spesso, e ancor più si fanno pettegolezzi, intorno alle cricche letterarie, ai giochi di scambi di favore di taluni che si considerano “amici”. Senza cadere nel moralismo, cerchiamo di puntualizzare cinque buone prassi, per difendere sia l’amicizia sia la credibilità letteraria Continua a leggere

Platini e Maradona, storici numeri 10

Talento e maestria

Dunque, che cosa sono il talento e la maestria? Sono una dote che scaturisce da una costellazione di fattori. Quando tutti questi fattori sono orientati l’uno verso l’altro, quando l’oroscopo è favorevole, quando ogni variabile è di segno positivo, il salto qualitativo è garantito.  Continua a leggere

fiammiferi

“Scenario” di Riccardo Benzina

Si fa presto a cogliere nel procedere apparentemente prosastico dei versi di Scenario il soffio residuale ma autentico di un canto (l’improvviso dilatarsi o restringersi dei versi, in cui comunque si riconoscono misure canoniche, e certe inattese inarcature e persino violente tmesi, mi hanno ricordato le movenze dei testi di Cristina Annino); si fa presto a percepire il rollìo di una visione nelle immagini dimesse e quotidiane che scorrono nella prima sezione, Madre di nessuno, in cui essenzialmente si racconta, in una sorta di discorrere continuo, di flusso poetico raziocinante, un mito: il mito della transizione, che la nostra epoca impone di rivivere sotto forma di paradosso. Continua a leggere

Che cos’è il talento?

Ogni discorso sull’esperienza della scrittura, intesa come scrittura creativa, ovviamente, quindi non piegata alla mera funzionalità, alle logiche ristrette della comunicazione razionale, quindi non riducibile a tecnica, chiamerà infine in causa in concetto di talento. Con questa parola ci si riferisce all’elemento imponderabile, all’ingrediente non identificabile in modo certo che contraddistingue le opere di genio. È la sorgente ignota dell’arte stessa, per cui, se anche fosse irraggiungibile, è necessario tentare di approssimarsi sempre più, se non altro per certificare la sua esistenza. Continua a leggere

Serpente

Dalla prosa alla poesia

In un discorso generale sulla scrittura parrebbe inappropriato mescolare prosa e poesia: si tratterebbe non soltanto di due generi e di due forme distinte, ma di concezioni diverse della scrittura stessa, forse due modalità di pensiero contrapposte. Continua a leggere

La donzelletta

Pensare per immagini

Un giorno – erano gli anni dell’università – un mio amico di Verona mi ospitava per un fine settimana. Si avviò spontaneamente una discussione. Partita da amenità che non nominerei nemmeno se le ricordassi, finì, come capita tra giovani, per concentrarsi sui massimi sistemi dell’universo. Era una controversia razionale e filosofica (Francesco, il mio amico, studiava Giurisprudenza), ma a un certo punto, mentre tutte e due guardavano nel buio della stanza il soffitto, l’amico mi disse: “Si sente che sei un poeta”. Gli chiesi che c’entrasse ora quell’affermazione, visto che si discuteva di tutt’altro, chiamando in causa argomenti scientifici, semmai. “Tu pensi per immagini”, mi rispose. Continua a leggere