Antonio Riccardi
È stato ripubblicato l’anno scorso, nel 2015, presso Il Saggiatore, il libro d’esordio di un altro poeta, Antonio Riccardi, che è tra i candidati più seri a determinare il canone della poesia dei nostri anni.
Il profitto domestico era apparso nel 1996, segnalandosi subito come un libro fondamentale. Nel corso degli anni l’autore ha distillato con parsimonia i propri versi, che sedimentano come stalattiti e stalagmiti che si attraggono attraverso il vuoto, la reticenza, il mancamento. Si generano così vertigini e improvvisi giochi caleidoscopici di senso, all’interno di un processo apparentemente supercontrollato, scientifico, e infine perturbante.
Mi associo a questo revival recuperando il saggio che avevo dedicato a questo autore in alcune pagine dei Poeti nel limbo. Continua a leggere