Io leggo. Tu leggi?
Premessa
La questione è annosa, ma ogni tanto tocca tornarci su (ne avevo già scritto sul mio sito, e vi invito a leggere). Non è un fatto personale, riguarda tutti gli scrittori che, in qualche modo, restano disponibili nei confronti di chi vorrebbe sottoporre loro qualche testo, benché ciò non rientri nelle loro mansioni e non sia un’attività retribuita. Anzi, per trovare il tempo per questo sovrappiù di impegno gratuito, devono sottrarre ore alle proprie letture/scritture, nonché alle incombenze pratiche della vita, per non parlare delle attenzioni dovute alle persone care. Ma c’è ancora chi crede nella gratuità, nella gentilezza, nella sorpresa del bene. Appartengo a questa categoria di ingenui. Molti altri scrittori invece, e con ragioni sacrosante, tagliano alla radice il problema e scelgono fra varie opzioni, per esempio: a) non leggono ciò che viene mandato loro o comunque non rendono conto in alcun modo di ciò che la posta riversa sulle loro scrivanie, reali o virtuali (anche semplicemente rispondere alle mail, a un certo punto, diventa un’interferenza importante); b) per essere letti, chiedono esplicitamente un compenso. Ovviamente, periodicamente sono tentato io stesso di cambiare categoria.
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