Tag Archivio per: L'AMORE E TUTTO IL RESTO

Autoesegesi e profezia

Autoesegesi e profezia

Tra genio e follia, tra divertissement e tortura, tra filologia e supercazzola, il saggio che ha appena scritto Mikel Marini Doughty è tra le cose più intelligenti e spassose e avventate che mi sia capitato di leggere negli ultimi anni. Incidentalmente, riguarda la mia poesia, e se alla mia poesia non siete interessati o addirittura vi infastidisce, leggetelo, tanto vi porterà comunque in un’altra dimensione. E se invece a ciò che vo scrivendo siete anche parzialmente interessati, o vi garba mettere in relazione l’autore che si presume presuntuoso, quindi in grado di conoscersi e spiegarsi, e qualcun altro che lo ha letto, tentando di radiografarlo fin sotto le mutande (non è una battuta, considerato il ripescaggio del personaggio di Amfortas), potete proseguire la lettura di queste mie riflessioni.

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Drive In, trasmissione tv degli anni Ottanta

La poesia e il senso comunitario

Ho preso possesso della mia vita a undici anni appena compiuti, quando mio padre, in uno dei rari momenti in cui pensò di “farmi un discorso serio”, mi chiese ufficialmente di rinunciare all’ipotesi di andare in seminario. La casa si era improvvisamente fatta enorme e vuota. Proprio mentre ci apprestavamo a trasferirci nell’appartamento quasi arredato (il piano nuovo della casa), senza dover più convivere con i nonni, divisi a loro volta tra una camera al piano terra e un cucinino nel seminterrato, mia madre era morta. Ne ascoltai io i gemiti nel bagno chiuso a chiave, in quel febbraio; mandai io i cugini a chiamare mio padre (non avevamo ancora un telefono in casa); aiutai io mio padre a sfondare il vetro della porta del bagno; tenni io compagnia alla sorellina, finché non vennero a prenderci per portarci all’ospedale…

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Bansky

La poesia civile e il popolo dei bambini

Sono giorni d’inferno. È ancora tempo di guerra. È sempre tempo di guerra. C’è un Novecento che ci perseguita: il secolo breve è diventato il secolo infinito.

In una simile cornice, oggi dovrò leggere delle poesie, a Vercelli, nell’ambito del Festival Internazionale di Poesia Civile. Mi pare una situazione surreale.

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Chiesetta della collina di San Michele

Poesia per vicini di casa e anziani soli

Quando comprammo la casa in cui ora abitiamo dal 2008, c’era solo un prato enorme, grande abbastanza per la costruzione di cinque casette, tra cui, appunto, la nostra. Il terreno fu ceduto da quello che sarebbe diventato il nostro vicino, il signor Gino, con la moglie Franca. Durante la costruzione, questo anziano signore si interessava, si prodigava in consigli, in particolare sul giardino: il suo era ancora vasto e sempre ben curato. Mi prestò anche il suo bellissimo rullo di pietra, quando venne per me il tempo di seminare e livellare il terreno. Venni a sapere che Gino e Franca avevano avuto un figlio, morto in un incidente d’auto mentre festeggiava con amici, non ricordo se a laurea appena conseguita o imminente. Il terreno che comprammo era dunque destinato alla casa di suo figlio, nei suoi progetti.

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Italia '57 (una fotografia)

L’officina del secolo

Figlio di un operaio, la scoperta che i libri potessero esistere fuori dalla scuola fu per me uno choc. Ma ci volle tempo per amarli. Forse alle medie, in seminario, certi salteri, con quei ritmi, quelle immagini… Ma il confronto era sempre con mio padre, che già giovinetto, con quella faccia a cui somigliavo così tanto, cominciava a lavorare in un bugigattolo che con gli anni sarebbe diventato un grande stabilimento – uno dei tanti, cresciuti direttamente in mezzo alle vecchie case. Il paese si arricchì con l’industria del rubinetto, ma in origine era un pugno di case abitate da scalpellini – ricordo ancora l’ultimo picasass, quando in certi vagabondaggi in paese passavo vicino a casa sua, diretto magari al cimitero, dietro al quale cominciava il sentiero detto appunto “degli scalpellini”, tra i boschi, fino alla visione del lago e, alla fine, il santuario di Madonna del Sasso.

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L'amore e tutto il resto

Autostroncatura e autoelogio del mio libro

E’ successo che un tale, bontà sua, mi ha mostrato su internet una stroncatura al mio ultimo libro, L’amore e tutto il resto (qui tutte le info relative), che mi era sfuggita. Per quel che mi riguarda, chi ci tiene a propagare le note fastidiose mi dà noia come una zanzara, e tendo a guardarlo con diffidenza ancor maggiore rispetto a chi ha comunque preso posizione apertamente; in questo caso, tuttavia, ho messo in conto solo buona fede, perché ho conosciuto di persona l’interessato, che ricordo con simpatia. Ecco comunque la stroncatura:

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La rivista Atelier in esposizione

L’amore e tutto il resto. Intervista (Atelier 110)

Ecco l’intervista, a cura di Giuliano Ladolfi, apparsa sul numero 110 della rivista “Atelier” (giugno 2023), su cui segnalo altri interventi e poesie eccellenti.

L’amore e tutto il resto (Novara, Interlinea, 2023) è il titolo dell’ultima raccolta di Andrea Temporelli, la cui lettura letteralmente mi ha spiazzato e da questo atteggiamento consegue che sento la necessità di chiarire con lui alcuni elementi chiarificatori.

È noto che il poeta è stato mio alunno nel triennio del Liceo Scientifico, che insieme abbiamo fondato l’Accademia “Amici della poesia” e nel 1996 la rivista «Atelier». Questa amicizia che dura più di trent’anni avrebbe dovuto favorirmi nella comprensione, anche perché diverse composizioni erano presenti nel Cielo di Marte (Torino, Einaudi, 2005) e in Terramadre (Rovigo, Il ponte del sale, 2012), testi che conosco molto bene e sui quali cui ho già scritto. Eppure mi sfuggono troppi elementi per giungere a una comprensione profonda.

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Ritmo e sintassi

Verso libero, ritmo, sintassi

Ho l’impressione che in poesia i più confondano l’idea di naturalezza con un semplice assecondare, nella versificazione, i sintagmi. Non è questione di ribadire le ovvie ragioni della metrica, contro la quale oggi resiste un pregiudizio che non vale nemmeno la pena di commentare (fermo restando che la metrica è solo l’approccio più semplice alla questione del ritmo, che i versoliberisti pretendono di seguire sebbene non sappiano in alcun modo spiegare in che cosa consista: ecco, ve lo spiego io, nel novanta per cento dei casi consiste nel rispettare i sintagmi). E quando annoto simili ovvietà, gli stessi credono di potermi etichettare come neometricista. Macché. Io trovo sempre una forma sulla base della materia. Vedessero che cosa tengo nel cassetto…

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Foto di Tiziana Cera Rosco

Il segreto sigillato nella copertina

Ogni copertina nasconde una storia. Certe copertine hanno persino decretato il successo di alcuni libri, ma ci sono anche case editrici che hanno puntato su una riconoscibilità editoriale più ampia, di collana quantomeno. Continua a leggere

Giorgio Vasari, "Ritratto di sei poeti toscani", 1544, dettaglio

Oltre la sestina

Ci sono volte che hai intercettato una vena e il linguaggio fluisce, se è dato, persino con la grazia e la forza di un canto. Altre volte invece si scava, si picchia, si cerca con più affanno, mendicando sillaba su sillaba. Continua a leggere