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L'amore e tutto il resto

Autostroncatura e autoelogio del mio libro

E’ successo che un tale, bontà sua, mi ha mostrato su internet una stroncatura al mio ultimo libro, L’amore e tutto il resto (qui tutte le info relative), che mi era sfuggita. Per quel che mi riguarda, chi ci tiene a propagare le note fastidiose mi dà noia come una zanzara, e tendo a guardarlo con diffidenza ancor maggiore rispetto a chi ha comunque preso posizione apertamente; in questo caso, tuttavia, ho messo in conto solo buona fede, perché ho conosciuto di persona l’interessato, che ricordo con simpatia. Ecco comunque la stroncatura:

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La rivista Atelier in esposizione

L’amore e tutto il resto. Intervista (Atelier 110)

Ecco l’intervista, a cura di Giuliano Ladolfi, apparsa sul numero 110 della rivista “Atelier” (giugno 2023), su cui segnalo altri interventi e poesie eccellenti.

L’amore e tutto il resto (Novara, Interlinea, 2023) è il titolo dell’ultima raccolta di Andrea Temporelli, la cui lettura letteralmente mi ha spiazzato e da questo atteggiamento consegue che sento la necessità di chiarire con lui alcuni elementi chiarificatori.

È noto che il poeta è stato mio alunno nel triennio del Liceo Scientifico, che insieme abbiamo fondato l’Accademia “Amici della poesia” e nel 1996 la rivista «Atelier». Questa amicizia che dura più di trent’anni avrebbe dovuto favorirmi nella comprensione, anche perché diverse composizioni erano presenti nel Cielo di Marte (Torino, Einaudi, 2005) e in Terramadre (Rovigo, Il ponte del sale, 2012), testi che conosco molto bene e sui quali cui ho già scritto. Eppure mi sfuggono troppi elementi per giungere a una comprensione profonda.

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Ritmo e sintassi

Verso libero, ritmo, sintassi

Ho l’impressione che in poesia i più confondano l’idea di naturalezza con un semplice assecondare, nella versificazione, i sintagmi. Non è questione di ribadire le ovvie ragioni della metrica, contro la quale oggi resiste un pregiudizio che non vale nemmeno la pena di commentare (fermo restando che la metrica è solo l’approccio più semplice alla questione del ritmo, che i versoliberisti pretendono di seguire sebbene non sappiano in alcun modo spiegare in che cosa consista: ecco, ve lo spiego io, nel novanta per cento dei casi consiste nel rispettare i sintagmi). E quando annoto simili ovvietà, gli stessi credono di potermi etichettare come neometricista. Macché. Io trovo sempre una forma sulla base della materia. Vedessero che cosa tengo nel cassetto…

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Foto di Tiziana Cera Rosco

Il segreto sigillato nella copertina

Ogni copertina nasconde una storia. Certe copertine hanno persino decretato il successo di alcuni libri, ma ci sono anche case editrici che hanno puntato su una riconoscibilità editoriale più ampia, di collana quantomeno. Continua a leggere

Giorgio Vasari, "Ritratto di sei poeti toscani", 1544, dettaglio

Oltre la sestina

Ci sono volte che hai intercettato una vena e il linguaggio fluisce, se è dato, persino con la grazia e la forza di un canto. Altre volte invece si scava, si picchia, si cerca con più affanno, mendicando sillaba su sillaba. Continua a leggere

Il tempo della gratitudine

Ho praticato per anni il discorso critico, mio malgrado, piegandomi, da poeta, a un impegno che mi sembrava necessario per colmare una lacuna, per reagire a una narrazione falsificata della letteratura del mio tempo. Continua a leggere

Forme chiuse e aperte

Superamento delle forme chiuse?

Altro lascito novecentesco (oltre al frammentismo) che mi ha profondamente interrogato durante questi decenni è il (presunto) superamento delle forme tradizionali. Il discorso sarebbe ampio e sfumato. Continua a leggere

Confrontarsi con il limite, supplicare un senso

Contro la rassegnazione

Oltre a un certo fiato corto, la poesia novecentesca mi imponeva il confronto con quello che possiamo definire “il male di vivere”. Continua a leggere

Marte

Epigrafi fatali

Le epigrafi che accompagnano un libro, e soprattutto un libro di poesie, sono, come tutte le citazioni, rischiose: possono apparire geniali, possono innescare la complicità con il lettore, ma possono anche, all’opposto, infastidirlo. Aiutano nell’interpretazione, suggerendo una costellazione di riferimenti, un orizzonte di pensiero o di ricerca stilistica, oppure lo inceneriscono. Io stesso ricordo epigrafi bellissime che hanno completamente oscurato il testo. Continua a leggere

poesie brevi e poesie lunghe

Poesie brevi e poesie lunghe

Ragionavo sui numeri del mio nuovo libro di poesie. Escludendo il poemetto, la lunghezza media dei miei testi è di trenta versi. Una media molto alta, mi sembra. Continua a leggere