Per ragioni su cui mi sono già soffermato troppo, non seguo più, da tempo, la critica letteraria – un genere che peraltro ha trovato nuovi sviluppi e diramazioni, se si pensa alla sua contaminazione con il romanzo (su tutti, si studi il caso di Emanuele Trevi). Ciò non toglie, comunque, che di tanto in tanto i miei radar intercettino qualcosa che mi sembra prezioso, come mi è capitato anche recentemente.
Così ora ho tra le mani un libro che mi accompagnerà nei prossimi anni. Si tratta di Casa di carte, di Matteo Marchesini. Il libro peraltro ha alle spalle una sintomatica vicenda editoriale, ma non è di questo che vorrei parlare. Così come non è mia intenzione recensire questo testo, che ho al momento attraversato solo parzialmente e che mi sarà utile, come accennavo, per un mio percorso. Mi interessa semplicemente segnalarvi i due punti che – a prescindere dai contenuti con cui potrei concordare poco, tanto o parzialmente -, attribuiscono a questo libro, dal mio punto di vista, un valore immediato.
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