Tag Archivio per: LEZIONI DI POESIA

Monet, La gazza e la neve

Pascoli, la neve, l’addio all’infanzia

La scuola impone più di altri mestieri un senso ciclico e ripetitivo del tempo. In questo, un docente può sentirsi prossimo al mestiere del contadino. Cultura e coltura sono gemelli. E forse – ci penso adesso – anche questo incide molto, insieme alle origine contadine della mia famiglia (mio padre operaio fin da bambino, ma emigrato dalla campagna), nella ricorrenza di certe immagini e di riferimenti agresti nelle mie poesie. Continua a leggere

Significato e senso

Significato e senso

Ci era capitato di alludere alla differenza tra significato e senso, in particolare qui. Proviamo in poche parole a rendere almeno l’idea, senza pretendere di entrare a fondo nel problema. Continua a leggere

Traduzioni autografe di Ungaretti

Esercizio di parafrasi

Il primo passo per accedere alla fruizione di un testo poetico è la comprensione letterale. Per questo l’esercizio della parafrasi è fondamentale, anche se approda a un elaborato di mero servizio.

Di tanto in tanto, in classe, è dunque necessario guidare gli studenti a questa pratica. L’anno scorso, per esempio, mi ero soffermato in tal senso su A Zacinto di Ugo Foscolo, un testo particolarmente adatto a questo esercizio.  Continua a leggere

Vertigini

Andare a capo (3)

Avevo cominciato a proporre materiali intorno alle ragioni che stanno alla base della scrittura in versi (qui e qui). Ora aggiungo una mia sintesi da un intervento di Carlo Sini, intitolato Poesia contra filosofia, accolto nel volume La poesia e il sacro alla fine del secondo millennio, che curai per conto delle edizioni San Paolo (il libro raccoglieva gli atti del convegno tenutosi a Borgomanero il 17 giugno 1995. Oltre a Sini, vi presero parte anche Roberto Carifi, Marco Guzzi, Giuliano Ladolfi, Franco Lanza, Franco Loi, Roberto Mussapi e Gianfranco Ravasi)

Poesia contra filosofia

Non esiste “la poesia” prima della scrittura, ma esistono pratiche dell’oralità poetica. […] Ora, il gesto straordinario della scrittura di che cosa ha bisogno? Non si tratta di richieste in senso empirico, naturalmente; ma quali sono le condizioni di apertura, di visione, perché un essere come l’uomo possa scrivere? Continua a leggere

Shangai Tower, China

Andare a capo (2)

L’articoletto riesumato ieri ha un seguito. Il verso genera anche una dimensione iconica del testo, sia che risulti esibita sia che resti implicita; un po’ come una pittura che può adagiarsi nel contorno di una forma geometrica più ovvia per delimitare le linee e i campi di forza al suo interno, oppure adeguarsi a un contesto che apre i margini, dialoga con elementi esterni o impone forme particolari e crea inganni ottici, distorsioni, imprevisti sensi aggiuntivi. Per questo ripropongo anche la seconda puntata di Labor limae (un’antica rubrica di Atelier). Continua a leggere

Lettera in una cappa sterile a flusso laminare, di Massimiliano Marrani

Andare a capo (1)

Sono ancora in debito di una risposta, in riferimento a quanto emerso dai commenti di questo articolo. Comincio dunque ad aprire l’officina anche su questo tema. Non ho certo la pretesa di insegnare la poesia “a bottega”, però non credo ci sia niente di male nel confrontarsi, direi artigianalmente, intorno alle diverse esperienze artistiche, alle pratiche che ciascuno “abita” con il proprio specifico linguaggio. Il confronto (molto operativo, testuale) intorno alle varie poetiche era anzi uno dei grandi intenti di “Atelier”, impresso nel nome stesso della rivista. Ve lo dimostro, recuperando un brano che mi ripromettevo di rivedere, ma che adesso vi ripropongo così com’è. Risale alle origini della rivista, esce da una rubrica che si intitolava Labor limaeContinua a leggere