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Rompere lo Specchio (in fraterna vigilanza). Lettera aperta a Davide Brullo

Caro Davide,

se scrivi qualcosa su di me, un dato è certo: non sei credibile. Lo stesso vale, ovviamente, per quello che io scrivo di te. Ci vogliamo bene e ci stimiamo e, purtroppo, a queste latitudini ciò si tramuta in una prova provata di partigianeria preconcetta. Peggio: siamo anche due irregolari, politicamente scorretti e tendenzialmente solitari, quindi apparteniamo alla razza peggiore: i cani sciolti che fanno pericolosamente branco, le rare volte che. Mi tocca pure ribadirlo in tutte le occasioni, per rovesciare il problema (ci pensi?, se in Italia le raccomandazioni fossero “pubbliche”, ovvero chi promuove qualcuno ci mettesse la faccia e si giocasse davvero la propria credibilità, il paese entro un paio di generazioni si sarebbe rigenerato). Continua a leggere

'In_comprensione', di Giulia Gellini. Tecnica mista, cm 35x50, 2016

Dichiarazione d’amore da uomo a uomo

Quello che trovate qui sotto è quanto generosamente ha voluto scrivere, col suo inconfondibile stile, Gian Ruggero Manzoni sul mio ultimo (in tanti sensi) libro di critica sulla sua pagina Facebook. Lo rilancio qui perché credo che l’elogio che fa del mio lavoro valga più per lui che per me. Mi spiego. Tanti complimenti sul mio testo risulteranno forse persino retorici (lo ammette lo stesso Manzoni), ma il fatto che provengano da una persona con cui ho anche amabilmente discusso, in passato, trovandomi pure in disaccordo (e in quel disaccordo sapido che nasce da qualche oscura somiglianza, da radici intrecciate, o quantomeno da un comune amore), è indice di una caratura morale e intellettuale che dà speranza. Finché sarà possibile una fraterna “guerra per amore”, ci sarà sempre pensiero critico, e letteratura schietta.

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Il mio carro funebre ha perduto una ruota, di Raimondo Izzo (tecnica mista, 19.5x16x0.6 cm)

La qualità dei nemici

(L’opera scelta come copertina è di Raimondo Izzo.
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Chi non ha nemici è sospetto. Anche se uno, dal suo punto di vista, può sentirsi in pace con tutti. Di più: talvolta – spiace dirlo – si potrebbero valutare le imprese di una persona considerando la schiera dei suoi avversari. Eppure, in questi anni, sento che la quiete tormentata che mi agita scioglie tensioni e contrasti. La solitudine lascia scivolare la presa ideale degli avversari, e la lotta si fa danza. A tal punto che tutto si rovescia: l’avversario si fa amico, l’unico da abbattere divento io stesso.

Questi pensieri mi sono venuti risistemando, tra gli scaffali, un libretto, di cui vi ricopio l’Amena noterella introduttiva (con dedica), giusto per chiudere i conti. Ricopiarla qui significa per me sorridere di quel che fu, perdonare, dimenticare. Continua a leggere

'In_comprensione', di Giulia Gellini. Tecnica mista, cm 35x50, 2016

Lo strano caso del mio nuovo libro

 (L’opera scelta come copertina è di Giulia Gellini.
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Io non l’ho ancora visto, eppure non è comparso solo sul web, pare sia stato avvistato anche nelle librerie. Si tratta del mio nuovo libro: La tentazione del metodo. Letture critiche. Ma sarà vero? Continua a leggere

Oasi nel caos, di Emmanuela Zavattaro, 70x50x2 cm

Il sesso della critica

(L’opera scelta come copertina è di Emmanuela Zavattaro.
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Ho praticato la critica letteraria come l’esperienza di un gesto amoroso di avvicinamento, in cui la parola non s’impone con il peso di un proprio Discorso autonomo, ma lascia progressivamente spazio all’altro, al testo irraggiungibile che lo irradia fino all’abbandono, al deliquio di ogni presunzione di possesso. Continua a leggere

Merlin, Oltre il varco. Occasioni luziane (2011)

Una monografia non apologetica (di Rinaldo Caddeo)

Mario Luzi, insomma, assurge al ruolo duplice di massimo interprete della tradizione sia simbolista sia ermetica e di principale traghettatore di questa tradizione (rivista e corretta) nel nuovo millennio

«Se Montale viene considerato, fra i contemporanei, il “poeta centrale, normativo, integralmente novecentesco”, il nostro secolo trova in Luzi il poeta che lo ha attraversato più intimamente e che si avvia ora a superarlo. Le sue opere si dispiegano, senza soluzione di continuità, lungo il corso di oltre sessant’anni, da La barca del ’35 all’attuale silloge inedita, anticipata in parte nell’Opera poetica curata da Verdino». Mario Luzi, insomma, assurge al ruolo duplice di massimo interprete della tradizione sia simbolista sia ermetica e di principale traghettatore di questa tradizione (rivista e corretta) nel nuovo millennio, oltre le secche della Neoavanguardia e le forche caudine degli schieramenti artistico-letterari secondo novecenteschi. Continua a leggere

Marco Merlin, Nel foco che li affina (2009)

Un incendio doloso (di Guido Mattia Gallerani)

Avremmo forse voluto ricevere da Merlin, conoscendo le sue potenzialità, un qualche segnale di maggiore fiducia

Dal trovatore provenzale, dall’Arnaldo Daniello dantesco, e dal suo fuoco purificatore è colta la citazione del titolo. Marco Merlin, con questi saggi apparsi fra il 1997 e il 2001 sulla rivista «Atelier», di cui è co-direttore, cerca parimenti quello strumento che possa chiarificare le opere di alcuni poeti di lungo studio, oggi riuniti sotto l’egida di un nuovo contenitore. Il percorso non avrà le false pretese del canone compilativo: quasi come il viaggio di Dante, ambirebbe piuttosto all’incontro con alcune figure della propria passione poetica nell’affinamento della conoscenza di una materia, come la poesia dei nostri ultimi anni, affollata quanto mai attorno a un purgatorio italiano troppo stretto. La direzione seguita da Merlin è quella del percorso attraverso due o tre generazioni: i capitoli procedono da una Nostalgia di futuro con due monografie cronologiche che ripercorrono quasi interamente la produzione di Giudici e di Raboni; attraversano la tappa Continua a leggere

Rivista Atelier

Passione e ideologia (di Salvatore Francesco Lattarulo)

La «morte» della poesia, o meglio la sua condizione ‘sospesa’, data dopo i primi anni Ottanta, quando al boom creativo successivo al biennio sessantottino, caratterizzato da una produzione tracimante di opere in versi, segue una fase di stagnazione e riflusso

Passione e ideologia. Si può condensare in questo binomio il percorso della rivista, anche sulla scorta dell’articolo pubblicato da Giuliano Ladolfi, uno dei due fondatori, in occasione del decennale. La prima ha per oggetto la poesia. La seconda nasce dal bisogno di reazione al declino della critica, stigmatizzata come «omertosa». Lo stesso stato di salute della poesia, ormai agonizzante, richiede che qualcuno si sieda al suo capezzale. Ne discute Marco Merlin, Continua a leggere

Marco Merlin - Andrea Temporelli: libri

L’iniziazione alla vita (di Giancarlo Pontiggia)

La poesia di Temporelli nasce, mi pare, proprio nel segno di Marte, il dio della guerra inscritto etimologicamente nel nome di battesimo

«Stando alle testimonianze più attendibili, Andrea Temporelli è nato nel ’73 a Borgomanero, anche se non è registrato in nessuna anagrafe. Attualmente vive tra San Maurizio d’Opaglio e Talonno di Invorio. Si occupa della rivista “Atelier”, in particolare la imbusta, vi appiccica le etichette con gli indirizzi, la infila negli scatoloni per la spedizione. È alto 175 cm, ha due figli ma solo una moglie. Ha pubblicato Il cielo di Marte (Einaudi 2005), che non ha vinto nessun premio letterario».

Se così recita, alla lettera, la biografia ufficiale, non me ne vorrà l’autore se mi accingo a svelare ciò che in fondo tutti sanno, Continua a leggere

Marco Merlin, Nel foco che li affina (2009)

L’equivoco (di Paolo Febbraro)

Ma allora, oggi, chi è Marco Merlin?

È uno dei temi di riflessione che ha destato la lettera che Marco Merlin (inserito, come ci sembrava opportuno, nella schiera dei poeti-critici) ha voluto unire alla scelta dei suoi poeti. La lettera è da Nisini riprodotta per intero in Appendice all’Inchiesta, ma qui ne cito alcuni stralci:  Continua a leggere