Tag Archivio per: POESIA E CANZONE

Sul Nobel della letteratura a Dylan

E va bene, adesso partirà l’ovvio, calcolato, strabordante dibattito mediatico (ovvero il moltiplicarsi planetario dei monologhi) intorno al premio Nobel della letteratura, assegnato da poche ore, per la prima volta, a un cantautore.

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Poesia e canzone. Intervista a Paolo Conte

Finalmente la canzone è Cultura s’intitolava un articolo di Roberto Vecchioni apparso sull’«Unità» del 23 ottobre ‘96 in cui si affermava, tra l’altro, che «la canzone è Cultura perché in questo Novecento di itinerari artistici scheggiati, confluenti e defluenti, trasversali, asfittici, rinascenti, lei la Canzone si pone come genere d’arte nuovo, non letteratura, non poesia, non musica semplicemente, ma l’insieme inscindibile di queste parti».

È d’accordo con questa disamina? Sempre in quell’articolo, Vecchioni affermava che «la canzone oggi (e sia ben chiaro tutta, anche la più elementare) colma un vuoto desolante di comunicazione lasciato dalla poesia e semplificava a livelli popolari e diretti la straordinaria solitudine semantica della musica colta». Secondo lei, la canzone è un po’ la “volgarizzazione” di ciò che viene elaborato in tradizioni “più nobili”? E la canzone occupa davvero il posto comunicativo lasciato dalla poesia? O non si tratta piuttosto di spazi comunicativi differenti che non possono prescindere dalla forme comunicative utilizzate? Continua a leggere

Mina, di Elena Boccoli [dettaglio - tecnica mista su tavola, 62x81 cm, 2012]

La colonna sonora del mio romanzo

(L’opera scelta come copertina – cliccare sull’immagine per la visualizzazione completa – è di Elena Boccoli)

In Tutte le voci di questo aldilà il tema più appariscente e dichiarato è la passione per la poesia, ma forse il tema centrale è l’amore in senso lato, in svariate sue manifestazioni. Secondo una strategia calcolata, alla poesia si allude, ma non compare mai esplicitamente.

Quando mi sono trovato costretto a riportare dei versi (ma scelti da un repertorio classico) li ho addirittura trascritti di seguito, senza gli ‘a capo’ identificativi. Come se i versi si dovessero cercare nella prosa (e mi chiedo io stesso se il titolo sia un endecasillabo solo casualmente). Al posto della poesia di tanto in tanto compaiono dei brani di canzoni piuttosto celebri: «citazioni di canzoni che restituiscono lo sfondo poetico dello spirito del tempo un po’ pedestre anche se efficacemente seduttivo», ha spiegato bene Tiziano Scarpa. Continua a leggere

David Bowie e la letteratura

Oggi mi ha raggiunto la notizia della morte del padre di un caro amico. L’SMS è laconico: “Il mio papà non ce l’ha fatta. Stanotte ha lasciato questo mondo. Un abbraccio”.

Mi chiedo che cosa significhi esattamente l’espressione “lasciare questo mondo”.

Dai media, poi, ho appreso che il cancro si è portato via anche David Bowie, icona del rock ecc., camaleonte straordinario ecc., persino Monsignor Ravasi lo ricorda ecc.,  era per tutti il Duca Bianco ecc, grande innovatore ecc., tutti hanno imparato da lui ecc., lui che era l’Androgino, l’abitatore di zone intermedie nell’intersezione di mondi diversi ecc.

Eccetera eccetera.

Ma dopo lo spegnersi delle varie sigle dei tiggì, mi sono chiesto: “Ma chi era, David Bowie”? Voglio dire, non che non lo ignorassi completamente, ma a dirla tutta per me si situava in una galassia lontana e confusa, a comporre una sorta di musica di sottofondo – la musica del nostro tempo. Forse mi porto dentro ritmi e parole sue che nemmeno so attribuirgli, forse mi sono commosso ascoltando alla radio qualche suo pezzo. Tuttavia sono riuscito, dopo uno sforzo di concentrazione, con una carezza di Mnemosine, a recuperare il momento esatto in cui, dodicenne se ricordo bene, mi sono imbattuto, per la prima volta, nella sua figura. “Figura”, sì, o fantasma, se vogliamo – non certamente nella sua voce. Continua a leggere

La rivista di poesia Atelier

Atelier – Le origini

Copertina della rivista Atelier n. 1

Atelier 1 – aprile 1996 – Gli artigiani della parola Continua a leggere