Tag Archivio per: POETICA

Consultazione dell'oracolo di Delfi

Leggere è tutto, e non basta

Abbiamo esordito palesando tutta la nostra perplessità in merito alle scuole di scrittura creativa. Va da sé che ogni giudizio generale deve sottostare alla verifica particolare. Ci potrebbe essere, insomma, qualche corso davvero speciale e meritevole. Questa possibilità è il criterio di falsificabilità popperiano su cui la stessa affermazione generale fonda la propria sensatezza critica. Altrimenti, essa risulterebbe apodittica, pretenziosa, fanatica. Continua a leggere

Il processo creativo mette in scacco l'intelligenza

Scacco all’intelligenza

Sono ammirevoli gli scrittori che sanno spiegare per filo e per segno la loro opera, che danno ragione di ogni scelta, di ogni sfumatura, di ogni dettaglio. E tuttavia alla fine questi scrittori ci insospettiscono. D’accordo, si permettono di spiegare con il senno di poi, mettendosi nei panni del lettore (il lettore zero, il lettore ideale), ciò che è il frutto di un processo di cui, probabilmente, non avevano sempre pieno controllo o totale consapevolezza: se non fosse così, se la loro opera fosse realmente il risultato di algoritmi precisi, di equilibri ingegneristici, di un dominio totale, insomma, risulterebbero più che sospetti: ci apparirebbero come inquietanti casi patologici. L’arte, come la vita, non si lascia addomesticare. E per questo non si può insegnare. Si può semmai amarla, e cercare di contagiare gli altri di un analogo amore (salvo poi soffrire di gelosia). Continua a leggere

Le virtù fondamentali di uno scrittore

Ai tempi dell’università, un compagno di collegio parimenti perso per la poesia (tanto che avrebbe apprezzato l’allitterazione), sosteneva che un grande scrittore si riconosceva dalla posa da fumatore. Forse voleva anche provocarmi, sapendo della mia indifferenza al fumo, ma desiderava anzitutto divagare intorno ai nostri scrittori prediletti, per cui, dopo un timido tentativo di spostare l’attenzione sull’alcol, mi adeguai al tema da lui prescelto. Del resto, era di un anno più vecchio e finché il nonnismo si limitava a queste piccolezze, non era il caso di lamentarsi. Continua a leggere

Disgusto per la letteratura

Alla larga dalla poesia!

Alla larga dalla scrittura! E, soprattutto, alla larga dalla poesia! Se c’è una carriera da sconsigliare, per un giovane o per chiunque si avvicini per la prima volta al mondo della letteratura, è proprio questa. E già la parola carriera è un’etichetta fasulla, insopportabile, sulla porta di ingresso. Continua a leggere

Contro le scuole di scrittura creativa

“avrai altre strofe languide dai pusher dello svago”
(Giovanni Succi)

La premessa scontata di qualsiasi corso di scrittura creativa, che non sia una baggianata, una truffa o un esplicito ingranaggio nella filiera della vanity press, è che nessun docente s’illude di infondere il talento. 

Nessuno può intendere e ripetere la scintilla che trasformò un medico, malato e infelice, in Anton Pavlovič Čechov

per dirla con le parole di Giampaolo Rugarli. Continua a leggere

Omero insegna a cantare a Dante, Shakespeare e Goethe

L’apprendista genio (trailer)

Preoccupazioni per le sorti della cultura e della letteratura in particolare si troverebbero, a cercarle, anche presso la civiltà degli Egizi, ne sono certo. E così, di secolo in secolo, si sono sempre avvicendati i volti cupi dei pessimisti e quelli distesi degli ottimisti, mentre poeti e scrittori

Ma la nostra epoca ha vissuto rivoluzioni tali per cui non è più paragonabile a nessun’altra. Anche le Sei proposte per il prossimo millennio di Italo Calvino, raccolte nelle Lezioni americane, appartengono a un’altra società, a un altro mondo. Continua a leggere

Scale di Escher

Dire sottraendo al detto

E qui l’autore scompagina tutto, spariglia il gioco. Continuità o discontinuità? Progresso o ritrattazione? Maturazione o trasformazione? Secondo il nostro retaggio culturale, ci immaginiamo il procedere di un’opera da uno stadio giovanile a uno maturo e infine a uno tardo. Ma sono schemi che non hanno nulla a che vedere con la creazione artistica. Continua a leggere

Sinjavskij e Daniel'

L’arte trasfigura sempre la realtà ed è perciò stesso eversiva. (Il caso Sinjavskij)

Si può diventare i primi dissidenti russi della storia inconsapevolmente, per semplice amore della letteratura. E, si badi, non di letteratura impegnata, non a causa di opere scritte con intenzioni politiche. La letteratura, infatti, è eversiva in sé stessa. Questo ci ricorda la vicenda di Andrej Sinjavskij e di Julij Daniėl’, coscritti classe ’25 che negli anni Sessanta, sulla spinta dei venti riformisti durante la leadership di Chruščëv, pubblicarono all’estero, sotto pseudonimo, romanzi e racconti. Il fatto di per sé non rappresentava reato: vennero pretestuosamente accusati di propaganda reazionaria soltanto per la loro poetica non allineata al realismo imposto dall’ideologia socialista. Il Kgb riuscì a individuarli, dopo anni di fallimentari ricerche, perché durante il funerale di Pasternak, per un breve tratto, portarono sulle spalle la bara dello scrittore: chi erano quei due, così in sintonia, così devoti alla letteratura? Continua a leggere

Nulla dies sine linea

Nulla dies sine linea

Tutti gli esperti sono concordi: nulla dies sine linea. Se sei uno scrittore devi esercitarti e/o produrre tutti i giorni, 365 giorni all’anno o poco meno. L’arte richiede dedizione assoluta. Anche perché l’ispirazione è un mito romantico, ora si sa che occorre lavorare per far scaturire la scintilla.

Occorre una disciplina zen per meritarsi lo stato di grazia che conduce alla creatività, serve un movimento intenzionale per ricevere il dono degli dei (inventio).

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Il diario osceno di un presunto scrittore presuntuoso

Un diario si scrive all’insaputa del mondo. Ma oggi il mondo è in gran parte invertito e io lo sperimento talvolta fino a rendermi osceno. Mi ci impasto, fermento con lui. Così le mie note diaristiche diventano pubbliche in tempo reale, mentre ciò che scrivo come sprofondamento nella letteratura (poesie, romanzi…) e che dunque dovrebbe essere donato al mondo (il poeta che ungarettianamente torna alla luce dal porto sepolto e disperde i suoi canti) resta nel cassetto. E che restino pure lì, per ora, le mie operette, a decantare. Periodicamente, le metterò sotto esame, e solo dopo anni di verifiche proverò, semmai, a vedere se sapranno camminare autonomamente nel mondo (oppure non se ne salverà nessuna, chissà). Per il momento, evitiamo ulteriore inquinamento. Continua a leggere