Tag Archivio per: RABONI

L'amore e tutto il resto

Autostroncatura e autoelogio del mio libro

E’ successo che un tale, bontà sua, mi ha mostrato su internet una stroncatura al mio ultimo libro, L’amore e tutto il resto (qui tutte le info relative), che mi era sfuggita. Per quel che mi riguarda, chi ci tiene a propagare le note fastidiose mi dà noia come una zanzara, e tendo a guardarlo con diffidenza ancor maggiore rispetto a chi ha comunque preso posizione apertamente; in questo caso, tuttavia, ho messo in conto solo buona fede, perché ho conosciuto di persona l’interessato, che ricordo con simpatia. Ecco comunque la stroncatura:

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Di paternità putative

L’unica paternità che sembra contare, oggi, è quella putativa. Anzi, quella sputativa. Il tale è un protetto di… Il talaltro è raccomandato da… Il più delle volte, si tratta di pettegolezzi, più precisamente di maldicenze, che magari partono da un fatto minimo, un aneddoto, e lo eleggono a prova di chissà quali rapporti, in modo da alludere e screditare, sempre evitando di entrare nel merito, di stare ai fatti. Continua a leggere

Dove sono finiti i maestri?

Lo sterminio dei maestri (di Davide Brullo)

Su Pangea Davide Brullo, qualche settimana fa, aveva ripreso e sviluppato la mia provocazione intorno all’assenza di maestri, oggidì. Mi è rimasta in gola, rispetto al tema, una certa parte del discorso, più personale, rispetto a quell’asettica, oggettiva constatazione. Forse un giorno ci sarà modo di svilupparla, ma intanto il pezzo di Davide compie già uno scarto in questa direzione, per cui lo ripropongo qui. Continua a leggere

La fine della tradizione

Dove sono finiti i maestri?

Il capolavoro si può scrivere a vent’anni come a novanta, non si discute. Però credo che si possa sensatamente affermare che quelli della mia generazione sono entrati nel decennio decisivo. Ormai uomini fatti e a nostro modo collocati nel mondo (con tutte le differenze rispetto alle incertezze del tempo attuale rispetto al passato, con la relativa liquidità evaporante di ogni identificazione), dovremmo in questi anni attraversare la congiuntura fondamentale del nostro percorso.

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Rocco Scotellaro in un ritratto di Carlo Levi

Leggere Scotellaro

1. Se il Neorealismo rappresenta una categoria storiografia appurata della letteratura del nostro secolo, la clamorosa mancanza di una produzione poetica neorealista (clamorosa rispetto alla narrativa e soprattutto al cinema) viene solitamente attenuata ricorrendo alla citazione di Rocco Scotellaro. In effetti, l’acceso dibattito culturale che seguì alla Seconda Guerra Mondiale, piuttosto che dettare forme e oggetti in seno alla poesia (che chiede costitutivamente tempi lunghi e profondità di elaborazione, capacità, in altre parole, di bruciare le insidie della retorica riportando ogni stimolo “esterno” a un movente intimo alla coscienza individuale), suscitò un generico orientamento culturale che impose forti interrogazioni a tutti gli autori, dando origine a una stagione neorealista le cui ondate “ispirative” si protrassero ben oltre l’immediato dopoguerra. Continua a leggere

Omertà della critica

Questo intervento rappresenta il mio esordio critico. Ero appena una matricola…

Un senso di smarrimento, d’incertezza, di distanza dal pubblico emerge in molti scrittori, insieme alla spiacevole impressione di camminare su un’asse marcia […]. Una settimana dopo l’altra, le bussole dei critici indicano successivamente tutti gli orizzonti della rosa dei venti, venti che ci vien voglia di definire quanto meno deboli variabili. Questi anni, malgrado l’evidente abbondanza di talenti critici (forse il loro segno più distintivo), sembrano avere più difficoltà di altri periodi nel cominciare a selezionare autonomamente questa ricchezza di contributi. Non sappiamo se la letteratura sia in crisi, ma è evidente che esiste una crisi del giudizio letterario.

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Giovanni Raboni

Giovanni Raboni

Il 16 settembre 2004 moriva Giovanni Raboni, poeta fra i più importanti del Secondo Novecento. Non ho avuto modo di conoscerlo, l’ho incrociato solo in alcune circostanze, ma ho frequentato bene la sua poesia. Ripropongo nella ricorrenza un saggio che inclusi nella raccolta Nel foco che li affina.

Ai giudici che, in Milano, nel 1630, condannarono a supplizi atrocissimi alcuni accusati d’aver propagata la peste con certi ritrovati sciocchi non men che orribili, parve d’aver fatto una cosa talmente degna di memoria, che, nella sentenza medesima, dopo aver decretata, in aggiunta de’ supplizi, la demolizion della casa d’uno di quegli sventurati, decretaron di più, che in quello spazio s’innalzasse una colonna, la quale dovesse chiamarsi infame, con un’iscrizione che tramandasse ai posteri la notizia dell’attentato e della pena. E in ciò non s’ingannarono: quel giudizio fu veramente memorabile.

A. Manzoni, Storia della colonna infame

ANACRONISMO E REALTÀ. LA POESIA DI GIOVANNI RABONI Continua a leggere

Piazza delle Anime, fotografia digitale di Stefano Sbrulli, 40x40 cm

La generazione invisibile

(L’opera scelta come copertina è di Stefano Sbrulli.
Cliccare sull’immagine per la visualizzazione completa)

Pare inevitabile, per un discorso sulla poesia italiana degli ultimi decenni, affidarsi almeno inizialmente a qualche logora ma certa impalcatura sociologica, come per esorcizzare un grande e indefinibile mostro la cui vera natura ci sfugge. Con diffidenza lillipuziana proviamo dunque a parlare di Poesia, nella sua enigmatica unità, con l’aggravante della prossimità temporale, ovvero di un’inevitabile distorsione ottica che muta le esatte proporzioni del nostro oggetto d’interesse.

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Gruppo 63. L'avanguardia in vagone letto

La sfida delle ultime generazioni del ‘900 (Piccini)

Dalle strettoie polemiche ad una difficile nuova libertà: la sfida delle ultime generazioni poetiche del Novecento
di Daniele Piccini

È almeno a partire dagli Anni Settanta che gli autori di poesia in Italia si trovano a gestire, dopo la crisi rappresentata dal fenomeno dell’Avanguardia, una sorta di estrema difficoltà nel reperire una via propria, autonoma e individuale, nel quadro delle poetiche costituite. Questi, mentre sono chiamati a far proprio il corso vincente del Novecento italiano, devono anche metabolizzare la sua messa in questione e la sua contestazione da più punti di vista. Continua a leggere

L'arca di Noè di Lorenzo Perrone

Il canone del Novecento

(L’opera scelta come copertina – cliccare sull’immagine per la visualizzazione completa – è di Lorenzo Perrone)

A proposito di Luzi, si accennava al canone del Novecento. Affermare che il poeta fiorentino è un punto fermo tra i “classici” contemporanei era in fondo una provocazione, perché a tutti è noto quanto sia arduo stabilire gli autori “da antologia scolastica” fra i protagonisti della letteratura di fine Novecento, senza nemmeno pretendere di arrivare al primo decennio del nostro secolo.

Qualche tempo fa, in modo semiserio, avevo proposto il mio canone privato. Oggi rivedrei sicuramente qualcosa, ci sono autori che adesso mi sembrano sopravvalutati e altri che rivaluterei; tuttavia, a grandi linee, mi sembra di poter sottoscrivere ancora questo ragionamento. Continua a leggere