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Poesia/Morte

Ringrazio Matteo Veronesi e Giselda Pontesilli per questa profonda lettura del mio romanzo. Sarebbe tempo di scrivere altro, per rovesciare determinate prospettive o illuminare alcune latenze, ma attendo il varco giusto, nel fitto della vita. Intanto mi alleno, prendo appunti, ascolto…

Il Künstlerroman, il “romanzo d’artista”, che ha per protagonista un artista o un poeta, e che attraverso le vicende e le vicissitudini, le oscillazioni e le sfumature, della narrazione ne mette in evidenza, e ne scompone dialetticamente, le idee estetiche e le scelte creative, ha – da Goethe a Mann, da Rilke a D’Annunzio – una lunga tradizione. Continua a leggere

Rompere lo Specchio (in fraterna vigilanza). Lettera aperta a Davide Brullo

Caro Davide,

se scrivi qualcosa su di me, un dato è certo: non sei credibile. Lo stesso vale, ovviamente, per quello che io scrivo di te. Ci vogliamo bene e ci stimiamo e, purtroppo, a queste latitudini ciò si tramuta in una prova provata di partigianeria preconcetta. Peggio: siamo anche due irregolari, politicamente scorretti e tendenzialmente solitari, quindi apparteniamo alla razza peggiore: i cani sciolti che fanno pericolosamente branco, le rare volte che. Mi tocca pure ribadirlo in tutte le occasioni, per rovesciare il problema (ci pensi?, se in Italia le raccomandazioni fossero “pubbliche”, ovvero chi promuove qualcuno ci mettesse la faccia e si giocasse davvero la propria credibilità, il paese entro un paio di generazioni si sarebbe rigenerato). Continua a leggere

Ricordi, disegno di Teresa Sarno, cm 21x29

A qualcuno in qualche luogo

(L’opera scelta come copertina è di Teresa Sarno.
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Da qualche parte, adesso, una donna, molto giovane, quasi vecchia, custodisce un quadernetto e sta leggendo un messaggio che non capisce, oscilla sulla sedia avanti e indietro, si culla come recitasse da un tempo immemorabile un salmo segreto, scritto in una lingua ignota, che dice: Continua a leggere

Tutte le voci di questo aldilà, libro e stesure precedenti

Anniversario (del mio romanzo)

Uh, me ne stavo sinceramente dimenticando, e infatti sono in ritardo di qualche giorno, ma è da un anno che Tutte le voci di questo aldilà sta viaggiando nel mondo. Cammina come un monaco, stando praticamente fermo, in un mondo vorticoso che ha ben altro a cui pensare. Ma non c’è fretta. Non c’è fretta.

Comunque, la ricorrenza è propizia per rileggere l’epilogo. La versione che ripropongo qui sotto contiene la variante di Geiger. Continua a leggere

Logo delle pastiglie Wybert

La variante di Geiger

Avevo promesso di raccontare alcuni aneddoti intorno ai premi letterari e ogni promessa è un debito. Sono finiti in questo testo.

Abbandono difilato la classe al liceo nel giorno in cui tutti si capacitano del fatto che Bob Dylan ha davvero vinto il Nobel per la letteratura. Altri torna invece a chiedersi se Dario Fo, uscito di scena per l’occasione, si fosse poi meritato il suo. Chissà se ce la farò ad aggregarmi in tempo alla cerimonia del Premio Geiger. Ma chi me lo fa fare, con questa pioggia, dopo una settimana di impegni persino serali. Come se non bastasse, allerta meteo in Liguria, mi hanno detto. Ma non esito, così avevo deciso prima del responso e così sarà, in omaggio ai premiati. Fatto sta che Dylan ha vinto il Nobel. Chi l’avrebbe detto. Continua a leggere

La logica dei premi: mela o pera?

La logica dei premi (letterari)

Sono entrato, con Tutte le voci di questo aldilà, tra i finalisti del Premio Letterario Hermann Geiger. La motivazione recita: “per l’affresco originale e parodistico degli intellettuali odierni e dei loro vizi, tratteggiato con una scrittura colta e sapiente”. Per uno come me, molto scettico e tutto sommato indifferente a simili competizioni, la notizia è utile soprattutto per qualche considerazione disincantata, forse addirittura un po’ cinica. Continua a leggere

Gli Amanti, disegno di Teresa Sarno, 21x29 cm

Amore e tradimento

(L’opera scelta come copertina è di Teresa Sarno.
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Anche questa è una scheggia che, durante il labor limae del mio romanzo, è finita in mezzo ad altro, fino a rimettersi in ordine qui.

L’amore porta in sé la propria fine come il frutto il seme. E la sua fine è la stanchezza, l’abitudine. Un amore eterno per sua natura non esiste, potrà essere semmai durevole, perché lenta sarà l’esplorazione dell’estraneità. L’amore è effimero perché il sacro si può profanare, ma non possedere e preservare allo stesso tempo. Il sacro profanato non è più sacro. L’erotismo, invece, sa bene che è necessario mutare oggetto, per ripristinare il movimento verso il mistero. Continua a leggere

Riccardo Averini in tenuta da pilota dell'Aeronautica militare

L’aeropoeta Riccardo Averini

Vi avevo già raccontata la strana vicenda del personaggio del mio romanzo diventato reale. Ebbene, Alberto Toninello ha da poco dato alle stampe il volume L’aeropoeta Riccardo Averini. Intimista Futurista Diplomatico (GI&EMME edizioni, per informazioni: 049 9101032).

In apertura del libro è lo stesso Toninello (nipote del poeta futurista, in quanto figlio della sorella Emilia) a ricordare la genesi di questa sua monografia: la lettura di Tutte le voci di questo aldilà lo spinse a prendere contatto con me. Mi chiese se per caso l’omonimo personaggio del mio romanzo avesse qualcosa a che vedere con suo zio. Gli risposi in questi termini: Continua a leggere

Sommersi, non salvabili

Davide Brullo mi manda questo testo, per inserirsi nei ragionamenti sul tema generazionale che sto approntando, in vista di domenica. Sa bene che concordo per filo e per segno, in particolare per quella impossibilità di riconoscere i libri importanti che pur ci sono, persi come diamanti nel cuore duro della montagna della nostra epoca. Io, in questi giorni, mi sto fissando su un’immagine, che deve ancora accadere: la parata di un gruppo di atleti profughi, alle prossime Olimpiadi. Ecco, l’opera comune sta diventando qualcosa del genere. Scrittori che restano legati alla loro lingua, alla loro tradizione, ma che ormai devono abbandonarla, perché in essa non hanno più cittadinanza. Scrittori che portano il loro talento dentro un nuovo alveo: il sogno di una letteratura mondiale, che non sia una paccottiglia insensata, ma un grandioso concerto di differenze, una festa di innesti, un’amorosa competizione nel superarsi in disciplina e potenza di visione. Continua a leggere

Manifesto pubblicitario del Liquore Strega risalente al 1902

Sui premi letterari

Prima o poi, magari, racconterò due o tre aneddoti che mi riguardano sui premi letterari. Intanto, però, sull’argomento ho già messo a confronto due personaggi di Tutte le voci di questo aldilà. La scena si svolge nella parte quarta del romanzo, in occasione del grande convegno organizzato per indurre Davide alla pubblicazione del suo capolavoro, ma che produrrà la manifestazione e l’intreccio di varie storie d’amore.

Le varie amenità di cui si discusse in sala furono, ovviamente, le più disparate. Mario Bètuda e Emilio Buarotti si scoprirono di vedute opposte, per esempio, anche in merito ai premi letterari.

«Mi hanno detto che hai vinto il Viareggio, con il tuo libro. Complimenti», ruppe un momento di silenzio al suo tavolo il Buarotti, rivolgendosi al poeta.

«Grazie. Ma non sono andato a ritirarlo.» Continua a leggere