Tag Archivio per: UNGARETTI

Fine della società letteraria?

C’era una volta la società letteraria. Era composta, in fondo, da un numero limitato di persone, perché si viveva ancora all’interno di una struttura culturale aristocratica. L’epoca della società di massa era appena alle origini. Queste persone, che potevano considerarsi pienamente un’élite, si frequentavano, stringevano rapporti, discutevano, magari litigavano fino ad azzuffarsi, nel caso, ma avevano rapporti umani diretti. Continua a leggere

L’opera genera l’autore

Con un po’ di competenza e di impegno si può fare lo scrittore, e persino, tassello su tassello, costruirsi una carriera. Ci sono strategie raccomandabili, per questo, che offrono buone garanzie di successo. 

Ma per essere autori è necessario che l’opera prenda il sopravvento rispetto alle stesse intenzioni di partenza. Come se si fossero attivate inconsapevolmente energie impreviste della lingua, come se lo scavo nell’immaginario avesse liberato risorse ancora intatte, lo scrittore in questi casi si sente travolto – e forse persino stravolto dall’opera.  Continua a leggere

Giuseppe Ungaretti

Considerazione impopolare su Ungaretti

C’è un criterio per valutare la vitalità di un poeta all’interno della letteratura: è la sua influenza sugli altri scrittori. Ci sono infatti autori con cui i contemporanei non possono evitare il confronto, per motivi stilistici oppure di pensiero, per la memorabilità delle immagini o per la visione del mondo che hanno elaborato. La voce di questi scrittori sopravvive nel coro della tradizione, che venga contraffatta contraddetta imitata plagiata assorbita neutralizzata amplificata o altro ancora, in modo consapevole o ancor più significativamente in modo inconsapevole. Continua a leggere

La fortuna, il canone

Tra gli elementi che determinano l’importanza di un poeta vi è sicuramente la fortuna. Comincio col parlare di importanza per alludere a quel valore consolidato che il critico (o chi per esso) deve in qualche modo prendere in considerazione e non può bellamente trascurare, in partenza. Mi spiego. Un critico propone dei giudizi di merito, sulla scorta di una poetica (o, meglio sarebbe, visione estetica) implicita o esplicita che sia, e in questo fa sì che il punto in cui si gioca maggiormente la propria credibilità sia esattamente la sua scommessa su un autore o il ridimensionamento di un altro. Detto altrimenti: la sua capacità di “fare canone”, di dettarlo e plasmarlo. Continua a leggere

Atelier – L’opera comune

Copertina della rivista Atelier, n. 13

Atelier 13marzo 1999 – Letteratura come atto “politico”  Continua a leggere