cabina di comando

Indizi sulla via della consapevolezza

Lo studio dell’italiano serve anzitutto a prendere consapevolezza di sé, dei propri meccanismi interiori – intellettuali ed emotivi. Saper esprimere al meglio i propri pensieri e ciò che si prova è solo la manifestazione di quel processo autoconoscitivo innescato dallo studio della propria lingua.

Spesso, “siamo parlati” dalla nostra lingua madre: ne accettiamo meccanismi ignoti, luoghi comuni, sedimentazioni, aggiungendo equivoci, piccoli slittamenti semantici, usi maldestri, e così via. Ci lasciamo trasportare da essa con il pilota automatico.

L’analisi grammaticale e logica ci invita, invece, a entrare nella cabina di comando e prendere coscienza di tutto ciò che accade. Si spinge dunque sulla cloche del verbo, si pigia sul pulsante di un nuovo aggettivo, si sposta sulla levetta di un avverbio, si ruota la manopola dei nomi ecc. per scoprire che accade. L’aula diventa un simulatore di volo.

Uno delle prime spie che insegno a controllare è quella delle preposizioni. Sono elementi semplici e rassicuranti, che però sono utilissimi per gestire la complessità. Se riesce a leggere queste spie, si evitano pericolose confusioni.

Occorre però stare attenti in particolare a un paio di insidie

Spiego tutto, come al solito, in una videolezione:

 

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