Tag Archivio per: POESIA CONTEMPORANEA

La letteratura presa a calci

Un po’ a sorpresa anche per me, è uscito un mio nuovo libro. Si tratta di una raccolta di vari interventi sulla letteratura: affondi, provocazioni, rimuginamenti vari, che hanno trovato l’attenzione di Alessandro Ramberti e, essendo risultati tra i vincitori del premio Faraexcelsior, ora trovano ospitalità nel catalogo di Fara editore.

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Esorcismo per il Premio Strega Poesia

Il dibattito intorno al Premio Strega è un tormentone. Perché lo Strega è lo Strega e, come Sanremo, si alimenta e fagocita anche gli oppositori. Chi vince regna.

Come tutti i tormentoni, ti sorprendi a canticchiarlo per noia, anche se ti annoia.

Ora, con queste righe provo a compiere un esorcismo: ci torno su anch’io, per vedere se mi riesce di farlo per un’ultima volta.

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L’elenco dei poeti italiani

A gennaio avevo, in modo semiserio e provocatorio, indicato la lista dei poeti da leggere, per potersi considerare esperti di poesia contemporanea. Ne è scaturito un lavoro di revisione, reso esplicito su Facebook, che diventerà un libro. I numeri dell’indagine sono questi

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Cucchi, Il disperso

Una difesa (paradossale) di Maurizio Cucchi

Ho letto l’articolo di Gianfranco Lauretano Contro Maurizio Cucchi, il poeta che ha imposto uno stile e un canone di “cucchisti”, peraltro anticipazione di un ragionamento più ampio. A partire dalla recente antologia curata per Einaudi, Nuovi poeti italiani 7, Lauretano annota che Cucchi è

«il poeta e il critico italiano più influente. Nessuno come l’autore milanese è stato altrettanto capace di imporre un gusto, uno stile, una poetica e, come conseguenza delle proprie raccolte, di collocare autori precisi, continuatori della sua poetica, per formare il canone futuro. Il quale, checché si dica, procede eccome, è già fissato da anni, anche se tutti ne lamentano l’impossibilità».

Il risultato della rimozione guidata dal poeta è indicato oltre: «qui sta il nucleo dell’operazione: per imporre sé stesso come punto di riferimento del nuovo canone, Cucchi ha dovuto cancellare gran parte della tradizione del Novecento. Dove sono i continuatori di Luzi e Caproni, di Bertolucci o Sereni, addirittura di Loi? Anche chi se ne dichiara ammiratore, in realtà ha tagliato i ponti. C’è molta ipocrisia nella poesia italiana, come si vede alla prova dei fatti, cioè dei versi».

Non è mia intenzione entrare qui nel merito della poetica di Cucchi, che verrebbe imposta come centrale nel canone odierno: ognuno, come è lecito, avrà la propria opinione. Per quanto riguarda invece l’influenza del poeta e del critico direi che è un fatto piuttosto assodato: a Lauretano si riconosca comunque il merito, e il coraggio, di aver denunciato a chiare lettere ciò che molti osservano e di cui si lamentano solo in privato, ben attenti a non mettere nero su bianco una sola parola. La concentrazione editoriale in mano a pochi colossi ha consegnato a pochissimi individui il controllo del prestigio residuale che ancora si concede alla poesia.

Rispetto comunque a determinate pratiche che pertengono alla “carriera del poeta” ho poi sempre alzato io stesso la voce. In tempi caratterizzati dalla rassegnazione e dal pigro (e poco lungimirante) opportunismo, la mia simpatia va sempre verso coloro che, anche a costo di pestare qualche piede e magari di essere additati come teppisti, non temono di spendersi in una sana battaglia culturale. Chiedo scusa per l’immagine convenzionale che, di questi tempi, suona anche di cattivo gusto. Ma rende l’idea. (Attenzione: per me la militanza si deve sempre coniugare con il rigore nell’argomentazione e l’aderenza ai dati testuali, ma qui devieremmo verso un tema diverso). Ma se desidero entrare nell’orbita dell’articolo di Lauretano è per spostare l’obiettivo su questioni per me più rilevanti e responsabilizzanti. Nel ragionamento, infatti, mi pare si perdano di vista, per colpire il bersaglio grosso, alcuni obiettivi che dipendono direttamente da noi. Cucchi rischia di diventare non solo un’icona, ma un comodo alibi. Forse si rischia persino di confermarlo. C’è modo di mettersi in gioco con maggiore efficacia? Proviamoci.

Che Cucchi sia “uomo di potere”, dicevamo, è un dato di fatto. La sua autorità è autorevole? Merita questa centralità editoriale? Non è questo il punto.

In virtù del suo potere, dovrebbe dare visibilità non soltanto alla sua “linea poetica” ma a tutte le tendenze in atto? Sarebbe auspicabile, ma Cucchi (lo spiega anche Lauretano) è in realtà un poeta e non un critico. Non è, e non può essere (posto che lui abbia mai desiderato di esserlo) super partes. Dunque, non è nemmeno questo il punto.

Rincaro la dose. Per quanto uno speri nell’altrui ampiezza di vedute, nella capacità di accoglienza di ciò che è diverso (ah, quanto sarebbe qui opportuno il tema della paternità…), mi dispiace dover ammettere che la strategia attribuita a Cucchi è piuttosto comprensibile. Umana, forse troppo umana, ma nemmeno poi così esclusiva. Forse a Cucchi spetta il feudo più grande, ma non è poi tanto difficile riconoscere altri vassalli, valvassori e valvassini nel regno tanto vasto quanto asfittico della poesia. Si abbia il coraggio di ammettere che anche nel “sottobosco”, anche tra rivistine, anche tra premiucoli, anche tra festivalini si riproducono le stesse logiche di potere. Grande o piccolo che sia. Persino sui social vige la legge del “ciascuno riconosca i suoi”. Muovere un’osservazione critica (filologica, testuale), tentare, senza presunzione, di avviare un confronto, espone al pubblico linciaggio. Tanto la credibilità è moneta superinflazionata.

E allora, quale sarebbe il punto?

In un passaggio alla fine dell’articolo, Lauretano osserva:

«La generazione di Cucchi ha un grande merito, quella di attestarsi reciprocamente, a vari gradi ovviamente, e mantenendo i distinguo. Ma ha saputo instaurare quella solidarietà generazionale di cui i successivi, tutti cani sciolti, non sono stati capaci».

Attenzione, qui non è difficile scorgere, oltre a Cucchi, un problema che riguarda direttamente “noi”, le potenziali “vittime” di un’ingiustizia. In effetti, non si può nemmeno affermare che Cucchi abbia perseguito la logica del divide et impera: qui si riconosce una debolezza intrinseca alle ultime generazioni. Se di fronte a Cucchi o di chiunque altro fosse emerso un panorama generazionale vario ma anche coeso, oggi i valori in campo sarebbero almeno parzialmente diversi. Non è colpa di Cucchi se, a livello orizzontale, i vari orientamenti poetici non hanno saputo confrontarsi in modo “sano”. Ecco, torno su questo aggettivo. Che cos’è un confronto sano? È il confronto che non delegittima l’avversario. Chi ha un orientamento poetico è naturalmente teso a conquistare posizioni nel campo letterario. Ma dove sono le fatidiche discussioni tra poeti lirici e poeti di ricerca? (Ci limitiamo, per comodità, a riconoscere queste due fazioni, ma sappiamo che la scena è ben più complessa e ricca di sovrapposizioni e sfumature). Quali occasioni di confronto si sono create? Quali saggi, quali opere, quali riviste, quali siti, pur prendendo posizione, hanno chiamato costantemente a confronto i “campioni” riconosciuti delle rispettive parti? I presunti figli non sono mai cresciuti, non hanno mai attraversato la propria adolescenza, forse non sono entrati nell’età adulta. Se ci sono arrivati, hanno seguito cordate già predisposte. Hanno scelto i padri a loro congeniali, hanno stretto alleanza con i simili. E adesso gestiscono come possono l’eredità accumulata. Il risultato è solo un costante piagnisteo di sottofondo. Tutti a lamentarsi perché non hanno ottenuto, a quaranta, cinquanta o anche sessant’anni, il prestigio che speravano. E adesso annusano il pericolo di una rimozione operata non dalle generazioni precedenti, ma da quelle a venire, giacché nel frattempo il mondo è cambiato e le forme della tradizione, se di tradizione ancora si può parlare, non sono più così lineari.

Abbassiamo lo sguardo dai padri putativi e chiediamoci che cosa siamo noi. Ci sentiamo orfani? Siamo ancora in attesa di essere adottati? Ci sentiamo traditi da chi non ci ha scelto?

La legittimazione ottenuta fra pari (senza raccomandazioni, senza protezione da parte di alcun padrino) è il presupposto, poi, per diventare realmente figli, ovvero per fronteggiare il padre con forza e autonomia. E qui andrebbero analizzate le biografie non solo di Cucchi, ma anche di De Angelis, di Magrelli, di Conte, di Valduga e compagnia bella. Si trova qualcuno che non si sia limitato a compiacere, ma abbia voluto, “dal basso”, sottoporre a verifica il canone che nel frattempo ci veniva imposto? Qui la sana controversia si pone dunque in verticale. Chi ha avuto il coraggio e la destrezza di mettere in discussione la poetica e i testi (con acribia, con credibilità) di questi maestri, con ciò stesso riconoscendone la posizione dominante? Anche in questo caso, anziché puntare il dito sulle losche intenzioni (tutte da dimostrare) di chi ha operato in una determinata direzione, si dovrebbe annotare la pusillanimità, la mancanza di responsabilità comune, la scarsa forza intellettuale di chi non ha nemmeno tentato di saggiare (e quindi di verificare, di rendere vera) la supposta maestria di coloro che, per il fatto di aver attraversato una stagione letteraria unica e particolare che li ha avvantaggiati, ancora oggi, per inerzia, secondo la prospettiva miope del presente, occupano posizioni di rilievo.

E arriviamo a una conclusione. Ci sono colpe in chi ha assecondato (e continua ad assecondare) le logiche del potere, a qualsiasi livello, adeguandosi al ruolo di servo della gleba, pari almeno a quelle di chi lo ha esercitato. Ma la mancanza di un sano conflitto interno alla poesia non ha solo lasciato in ombra innumerevoli autori che andrebbero riscoperti, non ha solo rimosso (per ora) linee di una tradizione non conformi al canone vigente, ma si tramuta in una pesante ipoteca di delegittimazione anche per chi, al momento, crede di occupare lo scranno del padre e del maestro e invece da diversi decenni non è più in grado di produrre opere che lascino il segno (che implica ferita, silenzio, disagio, non plauso), ma semplicemente ripete il proprio verso e si compiace di sentirlo ripetere dal coretto degli adepti.

Ma non sentite gli scricchiolii ai piedi del gigante? La montagna del canone odierno sta solo annunciando una devastante catastrofe e l’accumulo di libri, di antologie, di allori, di presunti figli a cui mostrare l’eredità è solo l’umano, troppo umano tentativo di esorcizzarla.

[Foto di Glauco Canalis]

Réunion d’amis (1640)

Discorso sugli amici

Io, per me, ho improvvisato una lista dei poeti contemporanei da leggere, che vado ora rivedendo e perfezionando, per dire addio alla critica. E l’ho concepita per un’ultima volta in termini critici, non poetici.

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Autoesegesi e profezia

Autoesegesi e profezia

Tra genio e follia, tra divertissement e tortura, tra filologia e supercazzola, il saggio che ha appena scritto Mikel Marini Doughty è tra le cose più intelligenti e spassose e avventate che mi sia capitato di leggere negli ultimi anni. Incidentalmente, riguarda la mia poesia, e se alla mia poesia non siete interessati o addirittura vi infastidisce, leggetelo, tanto vi porterà comunque in un’altra dimensione. E se invece a ciò che vo scrivendo siete anche parzialmente interessati, o vi garba mettere in relazione l’autore che si presume presuntuoso, quindi in grado di conoscersi e spiegarsi, e qualcun altro che lo ha letto, tentando di radiografarlo fin sotto le mutande (non è una battuta, considerato il ripescaggio del personaggio di Amfortas), potete proseguire la lettura di queste mie riflessioni.

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Poesia contemporanea

Poesia contemporanea: che cosa leggere?

Tra il serio e il faceto, su una pagina social ho recentemente improvvisato un elenco di letture necessarie per potersi considerare un poco “esperti” di poesia contemporanea. Si basa ovviamente sulla mia formazione e sul mio “lavoro sul campo” tra i venti e i quarant’anni in particolare. Nell’ultimo decennio mi sono soprattutto aggiornato sugli autori che mi interessavano maggiormente, intercettando nuove proposte in modo meno sistematico.

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L'arca di Noè di Lorenzo Perrone

Libri letti nel 2023

Quest’anno ho fatto un esperimento (che non ripeterò): ho annotato tutti i libri letti, divisi per saggistica, narrativa, poesia. Ovviamente, si finisce per leggere molto tutti i giorni al di là dei libri (articoli, giornali, riviste, post sui social…) ma soprattutto, per quel che mi riguarda, certi libri (che NON sono inseriti nell’elenco) vengono letti parzialmente, perché interessano solo alcuni capitoli o perché basta soltanto farsene un’idea.

Saggistica

Ecco il primo elenco. Potrebbe essermi sfuggito qualche titolo: pazienza. L’anno non è ancora finito e con la pausa natalizia dalla scuola riesco solitamente a leggere di più: aggiungo in coda i libri che sono, attualmente, in pole position (poi, chissà).

  1. Manifesto contro l’editoria (GOG edizioni)
  2. AA.VV., I padri della parola (a cura di Tiziano Broggiato)
  3. AA.VV., Prosa in prosa
  4. Andrea Afribo, Poesia italiana postrema. Dal 1970 a oggi
  5. AFRIBO Andrea-ZINATO Emanuele (a c. di), Modernità italiana. Cultura, lingua e letteratura dagli anni settanta a oggi
  6. BERGONZONI-SASSATELLI, L’arte come cura
  7. Federico Bertoni, Universitaly. La cultura in scatola
  8. CALDARELLI Guido, Senza uguali. Comprendere con le reti un mondo che non ha precedenti
  9. Casadei Alberto, Stile e tradizione nel romanzo italiano contemporaneo
  10. CELAN Paul-SZONDI Peter, Tra l’oro e l’oblio. Lettere 1959-1970
  11. CORTELLESSA Andrea (a c. di), La terra della prosa. Narratori italiani degli anni Zero (1999-2014)
  12. DONNARUMMA Raffaele, Ipermodernità. Dove va la narrativa contemporanea
  13. ERNAUX Annie, Scrivere è un dare forma al desiderio
  14. FASSINA Luca, Cucina. Stephen King: ricetta per un disastro
  15. GIGLIOLI Daniele, Senza trauma. Scrittura dell’estremo e narrativa del nuovo millennio
  16. Sonia Giovannetti, La poesia, malgrado tutto
  17. GOULD, Stephen Jay, La vita meravigliosa. I fossili di Burgess e la natura della storia
  18. GOULD, Stephen Jay, Bravo Brontosauro. Riflessioni di storia naturale
  19. LUPERINI Romano-ZINATO Emanuele, Per un dizionario critico della letteratura italiana contemporanea. 100 voci
  20. MAROTTA Maurizio, Nel possibile uso della cenere
  21. Alberto Prunetti, Non è un pranzo di gala. Indagine sulla letteratura working class
  22. Alessandro Raveggi, Il Romanzo di Babele. La svolta multilingue della letteratura
  23. Massimo Sandal, La malinconia del mammut. Specie estinte e come riportarle in vita
  24. Gianluigi Simonetti, La letteratura circostante. Narrativa e poesia nell’Italia contemporanea
  25. TANIZAKI Jun’ichiro, Sulla maestria
  26. Carlo Tirinanzi de Medici, Il romanzo italiano contemporaneo. Dalla fine degli anni Settanta a oggi
  27. VASSALLI Sebastiano, Il mestiere di Omero. Come scrivere per raccontare storie
  28. ZINATO Emanuele (a c. di), L’estremo contemporaneo. Letteratura italiana 2000-2020

Sono meno di trenta: è il genere che quest’anno ho frequentato meno. Attualmente in lettura, è Biologia della letteratura. Corpo, stile, storia, di Alberto Casadei. Sono lì che mi attendono: Il vero e il convenzionale di Carlo Tirinanzi de Medici e La metamorfosi del cerchio di Georges Poulet

Narrativa e prosa

Per la narrativa e la prosa, dovrei precisare che ne ho avuto tra le mani centinaia, che ho valutato facendomi un’idea per quel che riguarda la trama ma soprattutto (l’aspetto che più mi interessa), lo stile e lo sguardo sul mondo, leggendoli solo parzialmente. Non l’ho fatto per semplice passione, ma per preparare l’antologia Splendere ai margini. Qui però elenco solo i libri letti interamente. Alcuni, li ho anche recensiti sul mio sito. Di altri, avrei voluto poterlo fare. Chissà, magari rientreranno in qualche discorso futuro. Tengo ovviamente conto anche di qualche rilettura, purché integrale.

  1. BALDUCCI Marco, Terzo repertorio
  2. Gherardo Bortolotti, Romanzetto estivo
  3. BORTOLOTTI Gherardo, Storie del pavimento
  4. Davide Bregola, La vita segreta dei mammut in Pianura Padana
  5. BREGOLA Davide, Lettera agli amici sulla bellezza
  6. BREGOLA Davide, Dal più pesante al più etereo cielo
  7. BREGOLA Davide, Fossili e storioni. Notizie dalla casa galleggiante
  8. BURRONE Alessandro, La promessa di vita nel tuo cuore
  9. Marta Cai, Enti di ragione
  10. CAI Marta, Centomilioni
  11. Casadei Alberto, La suprema inchiesta
  12. CAVALLI Carolina, Metropolitania
  13. CHILLEMI Danilo, I sogni sono schiuma
  14. Emanuela Cocco, Tu che eri ogni ragazza
  15. DE ANGELIS Milo, La corsa dei mantelli
  16. Paolo Del Colle, Il cavallo di Aguirre. Un incontro mai avvenuto con Werner Herzog
  17. Valentina Di Cesare, Tutti i soldi di Almudena Gomez
  18. DI CESARE Valentina, L’anno che Bartolo decise di morire
  19. DI CESARE Valentina, Marta la Sarta
  20. Sara Gamberini, Maestoso è l’abbandono
  21. Marco Giovenale, La gente non sa cosa si perde
  22. GIOVENALE Marco, Il paziente crede di essere
  23. Vitantonio Lillo-Tarì de Saavedra, La nostra voce non si spezza
  24. Enrico Macioci, Sfondate la porta ed entrate nella stanza buia
  25. MACIOCI Enrico, Tommaso e l’algebra del destino
  26. MACIOCI Enrico, Breve storia del talento
  27. Laura Marinelli, Organica
  28. Elena Giorgiana Mirabelli, Maizo
  29. NERI Giampiero, Un insegnante di provincia
  30. Michele Orti Manara, L’odio migliore
  31. ORTI MANARA Michele, Il vizio di smettere
  32. ORTI MANARA Michele, Consolazione
  33. Demetrio Paolin, Conforme alla gloria
  34. PAOLIN Demetrio, Il bisogno e la necessità
  35. PAOLIN Demetrio, Anatomia di un profeta
  36. Giovanni Peli, Fermate la produzione!
  37. SERAZZI Sonia, Il cielo comincia dal basso
  38. SERAZZI Sonia, Non c’è niente a Simbari Crichi
  39. SESSI Frediano, Il diavolo in chiostro
  40. Andreea Simionel, Male a Est
  41. SIMIONEL Andreea, Straniera vita
  42. Ezio Sinigaglia, Sillabario all’incontrario
  43. SINIGAGLIA Ezio, L’amore al fiume (e altri amori corti)
  44. SINIGAGLIA Ezio, L’imitazion del vero
  45. SINIGAGLIA Ezio, Il Pantarèi
  46. Giorgia Tribuiani, Binari
  47. TRIBUIANI Giorgia, Superstar
  48. TRIBUIANI Giorgia, Blu
  49. Filippo Tuena, In cerca di Pan
  50. Dario Voltolini, 10
  51. VOLTOLINI Dario, Il tempo della luce. Narrazioni sull’infinito
  52. VOLTOLINI Dario, Le scimmie sono inavvertitamente uscite dalla gabbia
  53. VOLTOLINI Dario, Foravìa. Un trittico
  54. VOLTOLINI Dario, Il Giardino degli Aranci
  55. Andrea Zandomeneghi, Il giorno della nutria

Letture previste a Natale: Acari di Giampaolo G. Rugo, Storia di due donne e di uno specchio e L’antagonista di Edoardo Zambelli, Si vede che non era destino, La casa delle madri e Sotto la città di Daniele Petruccioli. E altri, possibilmente.

Poesia

Anche qui compaiono solo i libri letti interamente. Spesso, riprendo in mano alcuni libri di poesia e rileggo alcuni testi, riassaggio l’atmosfera complessiva, riconosco la voce, risento il tessuto, magari cerco qualche poesia in particolare: ma non è il caso di inserirli nel catalogo dell’anno. Alcuni dei libri dell’elenco li ho segnalati sui social e in qualche caso ancor più raro recensiti compiutamente sul mio sito o altrove: si tratta di quelli, com’è naturale, che mi parevano più degni di nota o che mi intrigavano maggiormente, in relazione a percorsi miei. Mi è rimasta nella penna solo una riflessione sul libro di Bernardo Pacini, intelligente e originale. Niente, per ora ho perso l’occasione. Avrei voluto scrivere anche di Fratus e Sinicco, non solo per un debito di conoscenza e di stima che ha radici nel tempo, ma per un vero confronto con la loro opera, con risonanze varie e contrastanti in me, ma ho esaurito le forze.

Ovviamente, non significa che i libri su cui non mi sono espresso non valgano o valgano meno.

Nel caso di raccolte poetiche ricevute in omaggio dall’autore, ho sempre risposto (se non con una segnalazione o una recensione) con una nota di lettura personale, spesso con un’analisi non sommaria. Fanno eccezione, credo, due-tre persone, che spero non se la siano presa (a un paio scriverò in questi giorni). Vista la quantità, posso dire quest’anno di essere tornato a svolgere, come ai tempi della rivista Atelier, una sorta di lavoro non visto (e non retribuito), per pura passione e ricerca di dialogo. E’ stato faticoso. In media, è come se avessi letto e fornito analisi a un paio di poeti ogni settimana.

Tra l’altro, non ho inserito i molti autori che mi hanno chiesto pareri su una manciata di poesie, sebbene qui compaiano anche diverse sillogi inedite.

C’è anche qualche libro che ho letto e riletto più volte. Non sempre per bellezza o sforzo di comprensione maggiore: un paio li ho riletti perché non me li ricordavo e avevo bisogno di verificare come mai, spinto da qualche occasione contingente. E a rileggerli bene ho preso atto che, effettivamente, non c’era proprio nulla da ricordare. Ma si tratterà certamente di limiti miei, sia chiaro, ci sono così tante cose che non capisco…

Se dovessi ragionare come critico o come editore, direi che in poesia c’è una produzione media buona. Come poeta, mi attira solo l’eccellenza, e allora il giudizio si complica. I libri belli e compiuti, che promettono di resistere al tempo, saranno una decina, nel mio elenco (sempre, secondo la mia ristretta visione, ribadisco). Quando cerco di sottolineare la questione agli autori che propongono il loro libro, mi sembra di parlare a quei genitori che vedono il mondo attraverso il loro figlio, e non riescono a concepire l’esistenza di una classe, di una scuola intera. Credo che sarebbe molto formativo, per ogni poeta, poter, per qualche anno, leggere centinaia di testi di “colleghi”, esprimere un’opinione, e chiedersi alla fine: ma che cosa rimane, di tutto ciò? Quale libro, quale poesia, mi restano dentro? Poi, certo, il discorso è complesso. Alcuni autori finiscono per spiccare per l’intero loro percorso, non per un singolo libro: per la tenuta complessiva, per l’acquisizione di sapere, per la ricerca inesausta. Conta il viaggio. Epperò, ecco, sentite la folla, quando vi pensate unici. E da qui la provocazione che per una buona poesia serve davvero un po’ di più su tutti i fronti: più visione, più lingua, più tecnica, più consapevolezza, più rispondenza all’interno del macrotesto di un autore, più pazienza, più sedimentazione, più durata. E così via. Con il contraccolpo di ignoranza, di spaesamento, di naturalezza, di perdita di controllo, di avventatezza, di panico, di distanza, di indifferenza, che bilanciano il gesto.

Comunque, per l’anno prossimo dovrò trovare maggiore equilibrio. Ho percorsi miei, di lettura e scrittura, da perseguire con determinazione. Mi conosco, e so che continuerò a leggere con curiosità qualsiasi proposta, sempre in attesa di sorprese (e ce ne sono, eccome se ce ne sono: quanti libri “sommersi” valgono più di quelli tanto decantati…), ma non potrò continuare con questo ritmo.

Basta. Ecco l’elenco. Qualche altro libro, mi dicono, è in arrivo, come un dono sotto l’albero: evviva. Ma, intanto, basta cataloghi. Ho bisogno di riazzerare tutto. Come poeta, l’ho già fatto, con il mio libro. Ora devo farlo anche come lettore e, se mi è permesso considerarmi tale, come imperterrito studioso, ignorante ma appassionato.

  1. ADDEO Roberto (a cura di), Pasti caldi giù all’ospizio. Antologia degli opposti
  2. ALBOUZEDI Samira, Dalla biografia dei giorni smarriti
  3. ALESSANDRINI Alessio, Azzimi dal becco. “100 Haiku e un avvertimento”
  4. ALESSANDRINI Alessio, Somiglia più all’urlo di un animale
  5. Alessandro Baldacci, Il dio di Norimberga
  6. Alessia Bettin, Appese a un chiodo ma vive
  7. Alessio Alessandrini, I congiurati del bosco
  8. ALLEVA Antonio, Cronache di fine Occidente – La collina del Dingh
  9. Angelo Santangelo, Screziature della porcellana
  10. Anna Ruotolo, Prodigi
  11. BENEDETTI Mario, Tutte le poesie
  12. Bernardo Pacini, Fly mode
  13. BERTINI Dario, Il fiato mentolato delle farmaciste
  14. BIANCHETTI Antonio, Non so se ho scritto troppo sull’amore
  15. BIGNOZZI Isabella, Le stelle sopra Rabbath
  16. BIGNOZZI Isabella, Memorie fluviali
  17. BRE Silvia, Le campane
  18. BREGOLI Fabrizio, Il senso della neve
  19. BREGOLI Fabrizio, Zero al quoto
  20. CAMON Ferdinando, Son tornate le volpi
  21. CARDELLI Pietro, Tu devi prendere il potere
  22. CARIFI Roberto, Ablativo assoluto
  23. CARIFI Roberto, Amorosa sempre. Poesie (1980-2018)
  24. Carlo Ragliani, La carne
  25. CASALI Giorgio, Notte provincia
  26. CASSIAN Nina, C’è modo e modo di sparire
  27. CAVALLARO Fabrizio, I silenzi
  28. Christian Sinicco, Ballate di Lagosta
  29. CICCI Carlotta, Grado Zero
  30. Cinzia Demi, La causa dei giorni
  31. CORTESE Davide, Zebù bambino
  32. D’AMATO Federica Maria, La montagna dell’andare
  33. D’ANGELO Diletta, Defrost
  34. DANIAL Hadi, La testa dei tanti cappelli
  35. Davide Castiglione, Doveri di una costruzione
  36. Davide Cortese, Tenebrezza
  37. DE GIROLAMO Francesco, Luci segrete. Haiku
  38. DE GIROLAMO Francesco, Paradigma. Antologia personale e poesie inedite (1997-2009)
  39. DE LEA Enrico, Giardini in occidente
  40. DE SANTIS Mario, Corpi solubili
  41. DE SANTIS Mario, La polvere nell’acqua
  42. DE SANTIS Mario, Sciami
  43. DE VIVO Prisco, Dalla penultima soglia
  44. DEL COLLE Paolo, Nuda proprietà
  45. DEL COLLE Paolo, Stato di insolvenza
  46. DELLA POSTA Fernando, Ricostruzione delle favole
  47. DI MALTA Tania, Sono Di Malta
  48. DIODATO Roberto, L’ultimo nemico
  49. DONZELLI Elisa, Uomini blu
  50. Elio Tavilla, La gravità terrestre
  51. Elisa Donzelli, Album
  52. Ezio Settembri, D’altra luce
  53. FARABBI Anna Maria, La via del poco
  54. FAYADH Ashraf, Epicrisi
  55. Fernando Della Posta, Sillabari dal cortile
  56. FERRAGLIA Sara, Voglio una danza
  57. FERRAMOSCA Annamaria, Luoghi sospesi
  58. FERRAMOSCA Annamaria, Per segni accesi
  59. FERRARA Franco, 13° 32′ Est Greenwich
  60. FERRARI Mauro, La spira
  61. Flavio Santi, Quanti (Truciolature, scie, onde, 1999-2019)
  62. Francesco Gallina, Medicinalia
  63. Francisco Soriano, Poesie novissime
  64. Franco Castellani, Silenzio armato
  65. FRENE Giovanna, Il noto, il nuovo
  66. FRENE Giovanna, Immagine di voce
  67. Gabriele Marturano, L’anfibio
  68. GALATA’ Maria Grazia, La bruma
  69. Gerardo Passannante, Quasi un Canzoniere
  70. GEZZI Massimo, Il numero dei vivi
  71. GEZZI Massimo, Sempre mondo
  72. Gianpaolo G. Mastropasqua, Danze d’amore e duende
  73. GIGLI Daniele, Di odore e di generazione
  74. Giovanni Turra, Con fatica dire fame. Poesie 1998-2013
  75. GIOVENALE Marco, Delle osservazioni
  76. GIOVENALE Marco, Shelter
  77. GIOVENALE Marco, Strettoie
  78. Giulio Giadrossi, Dati sensibili
  79. Giulio Solzi Gaboardi, Il carro di Astolfo
  80. GORINI Michela, I blues
  81. Guido Monti, Le stanze
  82. Ilaria Giovinazzo, La religione della bellezza
  83. ITALIANO Federico, La grande nevicata
  84. KNOTT Bill, Volarsi dentro
  85. LAERA Giovanni, Maritmie
  86. LEARDINI Isabella, Una stagione d’aria
  87. LEONE Salvatore, Tra la risacca
  88. LOMBARDO Fabrizio, Coordinate per la crudeltà
  89. LONGO Elisa, Ribilanciare per sottrazione
  90. Loredana Semantica, TITANiO
  91. LOREFICE Stefano, Passeggeri solitari
  92. Luca Benassi, Istruzioni per la luce
  93. Luca Minola, Qui un amore e l’altro
  94. Luca Vaglio, Cosmologie
  95. Luigi Cannone, Ancora meno
  96. MALDINI Stefano, Deserto bianco
  97. MALDINI Stefano, Foglie di luce dal mare
  98. Marco Aragno, Sonder
  99. Marco Esposito, La casa d’oltremare
  100. MARIGO Adriana Gloria, Arte della navigazione notturna
  101. MARINI Mikel, Santirae
  102. MARRANI Massimiliano, Dove nessuno vive
  103. Massimiliano Mandorlo, Mappe del grande mare
  104. MEROLA Antonio, Allora ho acceso la luce
  105. Michele Zaffarano, Cinque stanze tra cui il corpo
  106. MOSER Andrea, Morte del drago. Una storia
  107. NICOLETTI Luca, Il paese nascosto
  108. NICOLETTI Luca, Rappresentazione della luna
  109. Nino Iacovella, La linea Gustav
  110. OLDS Sharon, Satana dice
  111. OTTIERI Ottiero, Il pensiero perverso
  112. PAOLIN Demetrio, Il bene vegetale
  113. PARRINI Giovanni, L’occasione e l’oblio
  114. Pasquale Vitagliano, Apprendistato alla salvezza
  115. PERSICO Matteo, Warbling
  116. PICCINI Daniele, Inizio fine
  117. PICCINI Daniele, Per la cruna
  118. PIROMALLI Aldo, Sono figlio di nebbie e di primi autotreni. Poesie 1957-1979
  119. PRAVO Ianus, Il cervo giudicato
  120. Prisco De Vivo, Dell’amore del sangue e del ricordo
  121. Raffaela Fazio, Gli spostamenti del desiderio
  122. Riccardo Benzina, Scenario
  123. RICCOBENE Diego, Ballate nere
  124. RICCOBENE Diego, Larvae
  125. RICCOBENE Diego, Synagoga
  126. SALVIA Rosa Maria, Ora che sei ombra
  127. Sergio Bertolino, Resistenza e sparizione
  128. SERRAGNOLI Francesca, Non è mai notte Non è mai giorno
  129. Silvia Patrizio, Smentire il bianco
  130. SIMONCELLI Stefano, Giocavo all’ala
  131. Simone Delle Grazie, Materia prima
  132. Simone Molinaroli, Cani al guinzaglio nel ventre della balena
  133. Stefano Guglielmin, Un regno di ciechi senza doni
  134. Tiziana Ciaralli, 30 sottotitoli
  135. Tiziano Broggiato, Sorvoli
  136. Tiziano Fratus, Agreste
  137. TOMA Salvatore, Canzoniere della morte
  138. TOMA Salvatore, Poesie (1970-1983)
  139. TRIMARCHI Luisa, Storia della bambina infranta (dialoghi – nudi)
  140. VERONESE Luca, Corpo fuori campo (minima-poesia.it)
  141. VIVIANI Cesare, Dimenticato sul prato
  142. ZAFFARANO Michele, Poesie per giovani adulti
  143. ZAFFARANO Michele, Todestrieb. Istruzioni sopra l’uso di certi morti
  144. ZOBOLI Paolo, Foglie di tiglio. Vecchi versi 1985-1999
  145. ZUCCATO Edoardo, Tèrman e ricord
Antologie di poesia

Mezzo secolo di antologie

Dal privilegio dei sessantottini all’evaporazione del canone, per chiudere con i criteri per un’antologia autorevole, che ancora manca

O tutti o nessuno

In una società capitalistica in cui la produzione di libri (a fronte, peraltro, almeno in Italia, di un numero esiguo di lettori) ha raggiunto livelli non più sostenibili, e in cui il frenetico tentativo di emergere da parte di una moltitudine di autori testimonia l’angoscia del canone attuale, i repertori generali rispondono a una necessità quasi fisiologica.

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Drive In, trasmissione tv degli anni Ottanta

La poesia e il senso comunitario

Ho preso possesso della mia vita a undici anni appena compiuti, quando mio padre, in uno dei rari momenti in cui pensò di “farmi un discorso serio”, mi chiese ufficialmente di rinunciare all’ipotesi di andare in seminario. La casa si era improvvisamente fatta enorme e vuota. Proprio mentre ci apprestavamo a trasferirci nell’appartamento quasi arredato (il piano nuovo della casa), senza dover più convivere con i nonni, divisi a loro volta tra una camera al piano terra e un cucinino nel seminterrato, mia madre era morta. Ne ascoltai io i gemiti nel bagno chiuso a chiave, in quel febbraio; mandai io i cugini a chiamare mio padre (non avevamo ancora un telefono in casa); aiutai io mio padre a sfondare il vetro della porta del bagno; tenni io compagnia alla sorellina, finché non vennero a prenderci per portarci all’ospedale…

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