Tag Archivio per: CUCCHI

Gian Mario Villalta, fotogafia di Dino Ignani

Gli orizzonti estremi della contemporaneità. Autofiction di Gian Mario Villalta

Negli anni Sessanta capitava che uno studente alla prova di maturità svolgesse un tema su Eugenio Montale, autore già acclamato, ma lontano dal vincere il premio Nobel e neppure ancora nominato senatore. Anzi, persino Satura, il volume che avrebbe avviato la sua seconda stagione letteraria, controversa quanto significativa, non aveva ancora visto la luce. Si trattava insomma di un autore davvero contemporaneo, dalla caratura importante, ma ancora in via di definizione.

Quest’anno, alla maturità, gli alunni si sono cimentati su Verga e Pascoli. Continua a leggere

Per Simone, ancora (qualche parola e qualche foto)

Giovanni Succi, che, come ho raccontato, dedica il podcast di questo mese a Simone Cattaneo, mi ha posto qualche domanda e ne è venuta fuori una breve intervista per inquadrare la figura e la poesia di Simone. Potete leggerla per esteso qui.

Tra le altre questioni, si è detto delle poche immagini di Simone, e mi è venuta voglia di sfogliare qualche vecchia cartella. A lavorarci con calma, chiedendo anche ad altri di raccogliere materiali simili e confrontare le informazioni, ne verrebbe fuori un bel racconto – di Simone ma anche di quello che è stato il gruppo di Atelier.

La prima fotografia che vorrei segnalare è relativa al 17 giugno 2006, quando alla Villa Marazza di Borgomanero festeggiammo il decennale della rivista. Come in una formazione calcistica, ecco il gruppo dei presenti nell’occasione: in piedi, da sinistra: Cesare Viviani, Tiziana Cera Rosco, Massimo Gezzi, Giuliano Ladolfi, Simone Cattaneo, Federico Italiano. Accosciati: Andrea Temporelli, Alessandro Rivali, Giovanni Tuzet, Davide Brullo. Continua a leggere

Stiamo diventando tutti uguali?

E alla fine divennero tutti uguali

Qualcuno era partito da toni vertiginosi, che fecero parlare di nuovo orfismo; altri nacque come campione della linea lombarda, svezzato con un certo espressionismo sperimentale; altri furiosamente abitava il linguaggio con estro psicanalitico, prima di trovare una dizione tersa e persino sapienziale.

Strano che alla fine tutti (e altri poeti ancora si potrebbero accostare, con appena qualche forzatura in più) si siano messi a scrivere libri composti per lo più da poesie brevi, spesso di un solo periodo, che diventano tasselli di un diario compatto di riflessioni. Poesie scarsamente caratterizzate da elementi strutturali forti, appena distinguibili in qualche scelta lessicale o qualche inflessione sintattica tipica.

Ecco, qui sotto vi presento una poesia di Milo De Angelis, una di Maurizio Cucchi, una di Cesare Viviani. Continua a leggere

Generazioni

Poeti nel limbo (3). Una generazione di mezzo

Una generazione di mezzo

In queste pagine sono stati presi in considerazione, a parte rare eccezioni, poeti nati fra il 1952 e il 1965. Si tratta di estremi anagrafici non assoluti che si sono determinati cammin facendo, nell’intenzione di compattare il più possibile, ma in modo sensato, il campo d’azione.

Non so se gli autori inclusi appartengano a una generazione definibile, nonostante la relativa ristrettezza dell’arco cronologico individuato. È certo però che si tratta di poeti in qualche modo interposti fra due fronti riconoscibili: quella che Raboni ha rubricato sotto la formula di «generazione del ’68» [1] e quella degli autori nati negli anni Settanta, emersa perentoriamente attraverso una sequenza inusitata di pubblicazioni e di manifestazioni varie [2]. Continua a leggere

Maurizio Cucchi, fotografia di Dino Ignani

Maurizio Cucchi

(La fotografia in copertina è di Dino Ignani.
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L’icona del padre. Sulla poesia di Maurizio Cucchi

Il Novecento, si va dicendo, è un secolo di grandi libri primi, ma forse si potrebbe potenziare il valore di una simile battuta, che rischia di cadere nel generico, adottandola per la seconda parte del secolo, almeno nella sua utilità di punto di partenza per un’analisi più accurata. Se poi una ragione, o più ragioni, possano sottostare a una simile constatazione, non è qui il caso di verificare; certo è che in un possibile elenco di autori da addurre a prova per il loro perentorio esordio poetico non mancherà Cucchi, che nel 1976, con Il disperso («un vero romanzo milanese», a detta di Raboni), veniva accreditato come prosecutore della linea lombarda, in particolare per quanto riguarda il suo versante espressionistico. Continua a leggere

Giovanni Raboni

Giovanni Raboni

Il 16 settembre 2004 moriva Giovanni Raboni, poeta fra i più importanti del Secondo Novecento. Non ho avuto modo di conoscerlo, l’ho incrociato solo in alcune circostanze, ma ho frequentato bene la sua poesia. Ripropongo nella ricorrenza un saggio che inclusi nella raccolta Nel foco che li affina.

Ai giudici che, in Milano, nel 1630, condannarono a supplizi atrocissimi alcuni accusati d’aver propagata la peste con certi ritrovati sciocchi non men che orribili, parve d’aver fatto una cosa talmente degna di memoria, che, nella sentenza medesima, dopo aver decretata, in aggiunta de’ supplizi, la demolizion della casa d’uno di quegli sventurati, decretaron di più, che in quello spazio s’innalzasse una colonna, la quale dovesse chiamarsi infame, con un’iscrizione che tramandasse ai posteri la notizia dell’attentato e della pena. E in ciò non s’ingannarono: quel giudizio fu veramente memorabile.

A. Manzoni, Storia della colonna infame

ANACRONISMO E REALTÀ. LA POESIA DI GIOVANNI RABONI Continua a leggere

Piazza delle Anime, fotografia digitale di Stefano Sbrulli, 40x40 cm

La generazione invisibile

(L’opera scelta come copertina è di Stefano Sbrulli.
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Pare inevitabile, per un discorso sulla poesia italiana degli ultimi decenni, affidarsi almeno inizialmente a qualche logora ma certa impalcatura sociologica, come per esorcizzare un grande e indefinibile mostro la cui vera natura ci sfugge. Con diffidenza lillipuziana proviamo dunque a parlare di Poesia, nella sua enigmatica unità, con l’aggravante della prossimità temporale, ovvero di un’inevitabile distorsione ottica che muta le esatte proporzioni del nostro oggetto d’interesse.

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Il critico Roberto Galaverni

Generazioni a confronto (1/3)

Generazioni a confronto
Convegno nazionale di Firenze (18 febbraio 2005)
a cura di Gianluca Didino

Parte Prima

Giuliano Ladolfi: Buon giorno a tutti e benvenuti al convegno Generazioni a confronto. Dopo poco più di un anno dall’organizzazione dell’incontro, svolto il 5 dicembre 2003 a Palazzo Vecchio sul tema Oltre il Novecento, i cui atti sono stati pubblicati sul n. 32 della nostra rivista, «Atelier» e l’Associazione «Sguardo e sogno» hanno avvertito l’esigenza di promuovere nel salone della Regione Toscana, grazie all’impegno di Paola Lucarini Poggi, un ulteriore dibattito. Continua a leggere

Cesare Viviani

Una generazione di anarchici e di autolesionisti (di Cesare Viviani)

Con questo capitale articolo di Cesare Viviani, pubblicato sul tredicesimo fascicolo di Atelier, avvio un periodo a tema. Nell’arco di questa e della prossima settimana (con una piccola appendice anche su quella successiva) riprenderò infatti interventi relativi al tema della generazione. Il fatto è che domenica 24 luglio sarò coinvolto a Rimini in un incontro, nato per riconsiderare l’esperienza dell’opera comune, e mi si chiederà ragione anche della mia svolta, che mi ha portato a imboccare un lavoro più individuale.

Una generazione di anarchici e di autolesionisti
di Cesare Viviani

Una vocazione autentica, quella della nostra generazione. Continua a leggere

Don't speak, di Erica Dal Maso, acquarello, cm 45x30

L’arte di addomesticare farfalle

(L’opera scelta come copertina è di Erica Dal Maso.
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Avrò presto il piacere di rivedere Andrea Ponso. Così vado a riprendermi le sue poesie, per rileggerle. Mi imbatto anche in questo vecchio articolo…

“Un ago che lavora sottile, senza l’asilo di altre scritture,
nel vuoto del foglio è costretto a sparire: l’ego riempie
l’alveo, segue la traccia e la vena… parlare davvero,
diceva, è come addomesticare farfalle…………………” Continua a leggere