Tag Archivio per: ZANZOTTO

Dove sono finiti i maestri?

Lo sterminio dei maestri (di Davide Brullo)

Su Pangea Davide Brullo, qualche settimana fa, aveva ripreso e sviluppato la mia provocazione intorno all’assenza di maestri, oggidì. Mi è rimasta in gola, rispetto al tema, una certa parte del discorso, più personale, rispetto a quell’asettica, oggettiva constatazione. Forse un giorno ci sarà modo di svilupparla, ma intanto il pezzo di Davide compie già uno scarto in questa direzione, per cui lo ripropongo qui. Continua a leggere

Marco Munaro

Poeti contemporanei: Marco Munaro

Anche l’opera poetica di Munaro, come accade per molti suoi coetanei e per i più giovani, prende forma attraverso pubblicazioni difficilmente reperibili, plaquettes semiclandestine, volumi occasionali, raccolte provvisorie, con tutto ciò che comporta dal punto di vista di una lettura che deve fare i conti con continue riprese, con la disseminazione di testi magari appartenenti idealmente a un unico libro in sedi diverse, con una mancanza di continuità in un rapporto (fra autore e lettore) preferibilmente rispettoso dei tempi con cui si evolve la scrittura. In ogni caso, volendo provvisoriamente riordinare il percorso dell’autore, si ricorderanno i seguenti titoli essenziali: Cinque sassi, Il portico sonoro e Vaso blu con narcisi. Continua a leggere

Gruppo 63. L'avanguardia in vagone letto

La sfida delle ultime generazioni del ‘900 (Piccini)

Dalle strettoie polemiche ad una difficile nuova libertà: la sfida delle ultime generazioni poetiche del Novecento
di Daniele Piccini

È almeno a partire dagli Anni Settanta che gli autori di poesia in Italia si trovano a gestire, dopo la crisi rappresentata dal fenomeno dell’Avanguardia, una sorta di estrema difficoltà nel reperire una via propria, autonoma e individuale, nel quadro delle poetiche costituite. Questi, mentre sono chiamati a far proprio il corso vincente del Novecento italiano, devono anche metabolizzare la sua messa in questione e la sua contestazione da più punti di vista. Continua a leggere

Giulio Mozzi, Il male naturale

Generazioni a confronto (3/3)

Generazioni a confronto
Convegno nazionale di Firenze (18 febbraio 2005)
a cura di Gianluca Didino

Parte Terza e ultima

Marco Merlin: Un primo giro, anche abbastanza ampio ci ha portato a gettare a vasto raggio molte problematiche. Ora invito a stringere di nuovo il cerchio ritornando sul testo di discussione, con una nuova tornata di interventi, il primo dei quali sarà di Giulio Mozzi, il quale potrà riprendere il tema Generazioni a confronto secondo una lettura molto libera e personale. Cedo, pertanto, la parola a Giulio Mozzi (e sottolineo che abbiamo cercato volutamente di coinvolgere persone non strettamente legate in modo univoco al mondo della poesia). È nato nel 1960, è autore di libri di racconti soprattutto: Questo è il giardino (Milano, Mondadori 1993), La felicità terrena (Torino,Einaudi 1996), Il male naturale (Milano, Mondadori 1998); prossimo anche l’esordio come romanziere. Si occupa di scrittura creativa: Parole private dette in pubblico (Roma, Theoria 1997); il titolo eliotiano già ci stuzzica sulle connessioni tra narrativa e poesia. Si occupa delle edizioni Sironi, altra sigla editoriale di spicco e di culto, che ha svolto anche un ruolo molto importante nel lancio di giovani autori esordienti. Cediamo a lui la parola perché con il testo di discussione possa offrire anche lui qualche osservazione. Continua a leggere

Generazioni a confronto (2/3)

Generazioni a confronto
Convegno nazionale di Firenze (18 febbraio 2005)
a cura di Gianluca Didino

Parte Seconda

Marco Merlin: Ringrazio Roberto e comincio a raccogliere un po’ di spunti dopo ogni relazione, che saranno poi fruttuosi in un secondo giro. Voglio raccogliere dalle parole sue questo senso che sembra inizialmente riduttivo e che invece io sento appropriato e proficuo: mi sembra utile non parlare strettamente di generazione, ma del modo in cui la giovinezza può diventare il punto d’origine, l’imprinting per molti scrittori, quel quid di formativo che essa contiene. E credo sia importante cogliere questo aspetto in riferimento alla sua conclusione. Se ha senso parlare di giovinezza come molla importante per la letteratura, è bene coltivarla, ma non fino all’eccesso: forse Tondelli doveva superare questo limite. La giovinezza deve anche essere sacrificata, superata. Il discorso generazionale è fruttuoso finché è pretestuoso, serve per poi andare oltre, perché, se si resta ancorati ad esso, diventa poi degradante, limitante come riferimento. E, per quanto riguarda l’editoria (pensiamo alle tante antologie uscite), c’è il sigillo del giovanilismo: il pericolo cioè che lo stimolo della giovinezza venga sfruttato come giovanilismo e che, quindi, nel fare un’antologia di giovani si cela il rischio, che va corso, di cadere sotto una marca editoriale per lanciare prodotti, facilmente smascherabile come operazione commerciale. Continua a leggere

Marco Merlin, Mosse per la guerra dei talenti (2007)

Generazioni a confronto (1/3)

Generazioni a confronto
Convegno nazionale di Firenze (18 febbraio 2005)
a cura di Gianluca Didino

Parte Prima

Giuliano Ladolfi: Buon giorno a tutti e benvenuti al convegno Generazioni a confronto. Dopo poco più di un anno dall’organizzazione dell’incontro, svolto il 5 dicembre 2003 a Palazzo Vecchio sul tema Oltre il Novecento, i cui atti sono stati pubblicati sul n. 32 della nostra rivista, «Atelier» e l’Associazione «Sguardo e sogno» hanno avvertito l’esigenza di promuovere nel salone della Regione Toscana, grazie all’impegno di Paola Lucarini Poggi, un ulteriore dibattito. Continua a leggere

Globale e locale in poesia

Per quanto possa essere suggestionato da un’idea planetaria della letteratura, è ovvio che qualsiasi tradizione sussiste solo nella pluralità dialettica delle tradizioni e niente meglio dell’arte dimostra il principio per cui è il particolare la radice dell’universale.

Così, ben vengano le iniziative per promuovere le linee regionali della poesia (il poeta Gianni Priano, per esempio, in questi giorni andava pubblicando immagini di studi sulla “linea ligure e genovese”) o la rilettura di scrittori poco noti. E ho già più volte ribadito la nobiltà intrinseca anche della poesia minore. Continua a leggere

L'arca di Noè di Lorenzo Perrone

Il canone del Novecento

(L’opera scelta come copertina – cliccare sull’immagine per la visualizzazione completa – è di Lorenzo Perrone)

A proposito di Luzi, si accennava al canone del Novecento. Affermare che il poeta fiorentino è un punto fermo tra i “classici” contemporanei era in fondo una provocazione, perché a tutti è noto quanto sia arduo stabilire gli autori “da antologia scolastica” fra i protagonisti della letteratura di fine Novecento, senza nemmeno pretendere di arrivare al primo decennio del nostro secolo.

Qualche tempo fa, in modo semiserio, avevo proposto il mio canone privato. Oggi rivedrei sicuramente qualcosa, ci sono autori che adesso mi sembrano sopravvalutati e altri che rivaluterei; tuttavia, a grandi linee, mi sembra di poter sottoscrivere ancora questo ragionamento. Continua a leggere

Fuori tutti! (di Davide Brullo)

Nel suo romanzo Andrea Temporelli mette in crisi il mondo dei letterati con il tutù, sconfigge i poeti laureati frollati nell’invidia. E scandisce una pazzesca dichiarazione di poetica

Se fossimo in un Paese normale, non si parlerebbe d’altro. In Tutte le voci di questo aldilà Andrea Temporelli mette a soqquadro il claustrofobico continente della poesia italiana. Anzi, squarta i totem della letteratura tutta. A pagina 125 appare Alessandro D’Avenia, a pagina 143 è citato Alessandro Baricco («è una brava persona, ti convinci, amabile»), a pagina 134 il «panciuto signore con barba e occhiali» che si inalbera all’urlo di Non sa chi sono io, è l’«illustre ospite» Umberto Eco, che se la prende con un tizio che ha dipinto «un enorme sesso femminile» nel bagno dell’albergo. Ci sono anche i poeti, ovvio: a pagina 150 due liceali citano «Zanzotto, Cazzotto o quel diavolo che è» mentre discettano dei loro amorazzi; a pagina 163 Giuseppe Conte (a cui Mondadori ha appena dedicato un Oscar) è citato insieme a Maradona («finora avevo sentito solo due uomini parlare di se stessi in terza persona»: loro); a pagina 176, invece, è citato Milo De Angelis, ma la citazione più bella riguarda Gabriella Sica, «ha uno stile davvero originale, provi a sentire: “Se vado troppo a lungo in bicicletta, / Mi fa poi un po’ male la cosetta”». Sono citati anche poeti più giovani e meno noti al tronfio pubblico come Alessandro Rivali e Riccardo Ielmini (a pagina 94); «il mio amico Simone Cattaneo», invece, è a pagina 163 (è quello che fa la battuta su Conte) ed è forse quello che conta più di tutti. Cattaneo, poeta scoperto da Andrea Temporelli nel 2001, quando per le edizioni della rivista “Atelier” gli ha pubblicato la prima raccolta poetica, Nome e soprannome, si è ucciso, gettandosi dal suo appartamento a Saronno, nel 2009. Continua a leggere

La rivista Atelier in esposizione

Atelier – Transizione

Copertina della rivista Atelier, n. 55

Atelier 55settembre 2009 (monografia: Umberto Fiori) – Fine della linea lombarda  Continua a leggere