La somma e le parti. Le proposizioni di un periodo
Bisogna insegnare a leggere lentamente. Ogni singolo periodo può diventare un piccolo romanzo, con le sue suspense, le sue scelte stilistiche e di ritmo.
Bisogna insegnare a leggere lentamente. Ogni singolo periodo può diventare un piccolo romanzo, con le sue suspense, le sue scelte stilistiche e di ritmo.
Lo studio dell’italiano serve anzitutto a prendere consapevolezza di sé, dei propri meccanismi interiori – intellettuali ed emotivi. Saper esprimere al meglio i propri pensieri e ciò che si prova è solo la manifestazione di quel processo autoconoscitivo innescato dallo studio della propria lingua.
Spesso, “siamo parlati” dalla nostra lingua madre: ne accettiamo meccanismi ignoti, luoghi comuni, sedimentazioni, aggiungendo equivoci, piccoli slittamenti semantici, usi maldestri, e così via. Ci lasciamo trasportare da essa con il pilota automatico.
Tra le varie metodologie di insegnamento, gode di una certa fortuna la flipped classroom, la classe rovesciata. In che cosa consiste questo capovolgimento dell’insegnamento? Semplificando, diremmo: nella metodologia tradizionale, in classe l’insegnante spiega (lezione più o meno frontale), l’alunno deve stare attento e chiedere, sforzarsi di capire (pensiero astratto) e a casa deve riprendere i concetti (ripassare la teoria prima di svolgere la pratica: ma nessun ragazzo lo fa), quindi svolgere i compiti. Per arrivare ad accorgersi, magari tardi, dopo una certa buona dose di fatica e di noia, che “gli esercizi non vengono” e non si sa perché. Pazienza, in classe forse si correggerà. Continua a leggere
La scuola media ha da essere inclusiva per indole naturale, dicevamo. Eppure si sente spesso parlare di “sezioni ghetto” o di compresenze che si trasformano in occasioni per separare i ragazzi sulla base del livello raggiunto. Pratica, sia chiario, che a tratti è sacrosanta, nei momenti di “recupero / potenziamento”, se i due gruppi non hanno una fisionomia scolpita nella pietra. Continua a leggere
Ho insegnato per diversi anni al liceo Classico e al liceo delle Scienze Umane a indirizzo Economico-Sociale, ma la mia esperienza è soprattutto legata alla Scuola Media – sigla che, un po’ come capita per il Medio Evo, rischia di risultare particolarmente negletta. Ricordo anche quando, con il ministro Berlinguer, si pensava a una riforma radicale dell’istruzione, ridisegnandola in un ciclo primario e un ciclo secondario, allineandoci ad altri modelli europei. Ma l’italianismo del cambiare tutto per non cambiare nulla ha alla fine partorito solo un cambio di nome. Non scuola media, dunque, ma Scuola Secondaria… di Primo Grado. Continua a leggere
Se prendessimo un testo qualunque, anche piuttosto banale e assolutamente impoetico, ma lo spezzassimo con gli “a capo” tipici della poesia, avremmo probabilmente la sensazione di un fenomeno strano. La prosa ci sembrerebbe sul punto di svegliarsi. Proviamo? Continua a leggere
Con il metodo digitale affinato in questi tre anni e che vorrei spiegare, step by step, con le videolezioni (qui sotto ne trovate una che mostra il metodo all’opera), non invento nulla, ma compio un’operazione poetica: ridare linfa a ciò che è noto, rendere nuovo l’antico. Continua a leggere
Seconda parte della lezione dedicata alla struttura della frase. Scopriremo come la struttura astratta (SVOL) in effetti non sia la più naturale; come esistano lingue più mobili di altre; che cosa significhi che la pratica delle lingue classiche “apre la mente”; infine, come il passaggio dalla visione lineare alla visione strutturale dell’enunciato sia un prodigio, capace di renderci viaggiatori nel tempo.
Non ci credete? Non pensate che lo studio della grammatica ci dia questo potere? Eppure la vostra mente già ne conosce il segreto, e ne fa uso. Continua a leggere
Lo studio della grammatica permette di prendere possesso di alcune strutture che sono già in noi, ma di cui non abbiamo perfetta coscienza. Anche per questo ha un valore formativo straordinario. Addirittura, si usa dire che “apre la mente”: obbliga infatti a ragionare, allena il pensiero astratto.
Con il metodo che ho elaborato in questi anni, analisi grammaticale e analisi logica si compenetrano. Ci si abitua a non separare le parole, ma a valutarle all’interno dei rapporti che si stabiliscono nello specifico enunciato da analizzare. Gli strumenti digitali sono in tal senso dei semplici facilitatori, ma non da poco.
Un metodo nuovo ovviamente non implica uno stravolgimento dell’oggetto. Nell’etimo della parola si cela il termine “via”, “cammino”: attraverso le videolezioni che vado pubblicando si apre dunque un sentiero che collega i nodi fondanti della disciplina secondo uno schema diverso, che ci sembra decisamente più efficace. Continua a leggere
A seguito della lezione di lancio del Corso di grammatica con metodo digitale, rendo qui disponibile lo schema essenziali delle parti del discorso.
Tutti gli strumenti del corso si affineranno e si adatteranno durante il corso stesso: stiamo adottando un metodo nuovo, e l’esperienza in classe detta continuamente nuove soluzioni. Questo “foglio” però resiste all’uso da tempo e mi pare didatticamente molto utile.
Lo trovate nella sottocartella “Grammatica” e si intitola Parti del discorso – schema essenziale.
Di seguito, poi, la videolezione che spiega come utilizzare questo schema.
Marco Merlin
MRLMRC73D04B019R
c/o Web’s River
Via Santa Maria 7
28010 Barengo [NO]
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