Eusebio e Trabucco (e la fortuna di Montale)
Nella sua grandezza poetica, Montale è stato anche abile e fortunato, per la gestione della propria carriera. Ne parlo nella videolezione qui sotto (terza e ultima parte).
Tra i vari aspetti che mi intrigano, nella faccenda, c’è in particolare il rapporto con Gianfranco Contini, probabilmente il più grande critico del Novecento (ma non vorrei suscitare altre reazioni, proponendo una nuova “centralità” nel canone). Trovo che il carteggio fra i due (curato da Dante Isella, secondo sul podio e allievo dello stesso Contini, parimenti legato a un altro grande poeta del Novecento: Vittorio Sereni…) sia bellissimo. Ma, a parte questo, si potrebbero rinvenire molti segnali delle ripercussioni che l’azione critica di Contini ha esercitato nello stesso svolgimento della poesia montaliana.