Una pietra sopra il decennio appena trascorso (di Martino Baldi)
Merlin scopre alla vista pubblica scorci e ragioni interne del proprio fare, così come ribadisce posizioni di critica e poetica già passionalmente sostenute, costituite sull’imperativo categorico dell’attraversamento del Novecento
Le edizioni Atelier hanno salutato l’anno appena trascorso con un fuoco d’artificio inaspettato e tutto rivolto al futuro. Ha visto la luce, infatti, proprio nelle ultime settimane dell’anno il primo volume di una nuova collana di critica letteraria, intitolata 900 e oltre e diretta da Giuliano Ladolfi.
A inaugurare la collana è il volume Nodi di Hartmann di Marco Merlin. Il libro raccoglie alcuni interventi, saggi, lettere, polemiche (definiti “giovanili” nella conclusiva NOTA DI DEPISTAGGIO FILOSOFICO), divisi in sette sezioni e agglomerati intorno a diversi fuochi tematici cari da sempre all’autore quali, tra gli altri, l’importanza della piccola editoria, la questione delle nuove generazioni, il rapporto col canone novecentesco, il ruolo della critica, il legame della poesia col proprio tempo.
Quasi tutti gli interventi qui raccolti hanno conosciuto una precedente pubblicazione in rivista o volume, in “un contesto e una comunità di riferimento che il tempo ha poi bellamente smentito” (sempre citando la nota finale), tanto che il ritrovarli riordinati adesso appare, oltre che un “reticolo geografico” utile per le pratiche a venire, anche e forse soprattutto “una pietra sopra” il decennio appena trascorso e una guida a ritroso per interpretare la passionale azione critica, poetica ed editoriale di Merlin e di Atelier.
In Nodi di Hartmann Merlin scopre alla vista pubblica scorci e ragioni interne del proprio fare, così come ribadisce posizioni di critica e poetica già passionalmente sostenute, costituite sull’imperativo categorico dell’attraversamento del Novecento, con l’occhio attento agli eventi minimi e massimi del bosco (e sottobosco) poetico, dalle silenziose nuove fioriture degli esordienti agli incontri meno ufficiali che danno senso all’esperienza, dall’urgenza di intervento nel dibattito al ripensamento più pacato del secolo appena trascorso e del suo canone, al cui centro Merlin pone indubitabilmente i “quattro classici” Montale, Luzi, Sereni e Zanzotto. Al poeta di Luino in particolare è dedicato uno dei due inediti del volume: Il fantasma del lago, un toccante tuffo della poesia dentro la vita. O viceversa, se un viceversa fosse possibile, ovvero se non fossero inevitabilmente l’una l’anima dell’altra.
(Martino Baldi, segnalazione sul web, Al battesimo una nuova collana di critica letteraria, [http://lellovoce.altervista.org/article.php3?id_article=626])
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