Dichiarazione d’amore da uomo a uomo
Quello che trovate qui sotto è quanto generosamente ha voluto scrivere, col suo inconfondibile stile, Gian Ruggero Manzoni sul mio ultimo (in tanti sensi) libro di critica sulla sua pagina Facebook. Lo rilancio qui perché credo che l’elogio che fa del mio lavoro valga più per lui che per me. Mi spiego. Tanti complimenti sul mio testo risulteranno forse persino retorici (lo ammette lo stesso Manzoni), ma il fatto che provengano da una persona con cui ho anche amabilmente discusso, in passato, trovandomi pure in disaccordo (e in quel disaccordo sapido che nasce da qualche oscura somiglianza, da radici intrecciate, o quantomeno da un comune amore), è indice di una caratura morale e intellettuale che dà speranza. Finché sarà possibile una fraterna “guerra per amore”, ci sarà sempre pensiero critico, e letteratura schietta.
Finalmente ho letto LE TENTAZIONI DEL METODO. LETTURE CRITICHE di Marco Merlin/Andrea Temporelli (Edizioni Moretti &Vitali 2016, edito nella prestigiosa collana “I volti di Hermes”, diretta da Paolo Lagazzi e Giancarlo Pontiggia)… mi è giunto ieri mattina e l’ho terminato ora. Che dire? In un mare magnum di banalità e minimalismi, di poeti non poeti, di critici non critici, di do ut des, di mafiette, di cenacoli con la puzzetta sotto il naso e di tanto altro ancora, come risulta il “mondo della poesia contemporanea italiana” (ormai nicchia della nicchia della nicchia… seppure, alcuni, ancora credano e, in anguste catacombe, compiano i loro riti – io sono fra quelli, sebbene poeta per sentire, ma forse non poeta, ma più scrittore, proprio per “metodo”, così come sostiene Merlin – cogliendoci),… dicevo, in un mondo non più mondo, ma retrobottega, come quello in cui si dibatte la poesia contemporanea italiana, dove la piaggeria e la leccata sono prassi, e dove ormai tutto tiene, ma nulla tiene, come poi in tanti altri campi del creare o del sociale, finalmente una voce critica preparata, intensa, attenta, coraggiosa e altro ancora (a rischio – mio – di retorica). Infatti certi acuti che si elevano dal coro dei cardinali e dei postulanti, per me, uomo infine di antico codice, “specie morta come quella di Merlin”, non possono passare inosservati… e di acuti per voce solista ne giungono al cielo molti da queste pagine. Se Alfonso Berardinelli, critico che seguo e che ne spara anche delle buone, risulta segreteria ufficializzata del dissenso, Marco Merlin va oltre lo stesso per entrare in un campo di coltura (e cultura) rara di questi tempi… quello dell’onestà intellettuale (cioè quella che non riceve niente da alcuno, se non cazzotti, quando va bene). Necessita dire che nel libro risulta, fra le tante, un’analisi anche della mia poesia… un’analisi dolce e spietata assieme, un’analisi che condivido, anche se la parola “teatro” non appare, seppure io, non Merlin, uomo (e non poco) dello stesso… parola edulcarata da termini come “paradosso”, “fumisteria” o “presunzione”… che infine ci stanno nella grande messa in scena vetero novecentesca che forse mi è dato d’interpretare (per destino, per stazza, per roboante prosopopea, per esoterico contrappasso, perché nel vero graziato dal divino? Mah!). Detto questo, non posso che amare Marco, idem la sua lucida capacità di dire e di dirsi sul e nel testo… quel prodigarsi nel sondare fin nell’intimo il letterario (altrui e suo) e quella malattia… quel girarlo e rigiralo verso dopo verso, parola dopo parola, lettera dopo lettera, come del resto altri al pari suo, della sua stessa generazione, e dalla stessa levatura etica, per quel che riguarda il confrontarsi e l’agire con l’Opera: Andrea Ponso e Davide Brullo fra i primi. Comprate questo libro, voi che fate poesia o che la leggete, e comprenderete cosa significhi la parola: fede, nonché la parola: metodo, appunto, che con la fede va di pari passo… e, “alchemicamente”, si sposa. Quindi pochi i “sacerdoti” rimasti che possono dire Messa, e tra questi Marco Merlin, che, fra noi “morti”, proietta una luce di attesa (più o meno messianica)… comunque d’auspicio. Libro quindi epifanico, libro per un domani, anche per i miei e i suoi figli. Un libro VERO… a prescindere. Grazie, Marco.
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