Ammiccamenti Made in USA
(L’opera scelta come copertina è di Emanuele Taglieri.
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Ah, l’America…
just a solitary exile
articolata su un suono di rottura
lineare pausa in progressione
vorrei ascoltare la frequenza diversa
dei tuoi forse
credo di vivere il significato giusto un attimo prima
75 km a Parigi
sto allungando
ogni parola è un bacio passato in esilio
Stefano Lorefice
Anche la poesia di Stefano Lorefice, nato in provincia di Sondrio nel 1976 e giunto con Budapest swing lovers (Edizioni Clandestine) alla seconda pubblicazione, dopo Prossima fermata Nostalgiaplatz, si presenta piuttosto griffata, ammiccante com’è a certa letteratura americana con i suoi titoli in inglese, con l’uso sistematico del minuscolo e la soppressione della punteggiatura, con il ricorso misurato a un plurilinguismo sensualistico, con la ritmica semplice ma scolpita di versi quasi a sé stanti che costruiscono per accumulo il testo, ma soprattutto con il tono brillante e i temi da viveur europeo della sua raccolta.
Ma c’è una discreta maestria nella sprezzatura di questi componimenti, che si sporgono a ogni verso oltre la letteratura cercando un dire sporco, una voce vissuta, senza però scendere mai nel cattivo gusto, senza spezzare il registro complessivo con cadute clamorose, senza restare imprigionato nel repertorio pulp. I suoi quadri metropolitani, appena un poco “maledetti”, che suggeriscono atmosfere da locali notturni e colonne sonore jazzistiche, si aggrappano ancora a un senso non tradito di letteratura, come dimostrano i tagli sghembi del pensiero che infiamma il resoconto dei viaggi e degli incontri: «ogni parola è un bacio passato in esilio». Resta, anzi, francamente lirico il tentativo di rendere per frammenti stati d’animo come sospesi (si veda la predilezione, alla lunga tuttavia eccessiva, per gli infiniti o per i versi-definizione, caratteristici specie in apertura). «L’ego lirico rimane astratto e personale allo stesso tempo. Nei momenti d’intimità, dove l’Io lirico incontra un “Tu” ascoltando, s’installa un movimento iridescente della poesia tra pubblico e privato, tra senso e comprensione, tra apertura sensuale e compiacenza sensitiva [comprensiva]. Qui, in un attimo intimo, si mostra la bellezza e la tragicità d’essere un soggetto allo stesso tempo sensibile e pensante», ha scritto Ansgar Lyssy nella prefazione.
Ora bisognerà evitare l’eccessivo compiacimento, specialmente per il tema amoroso: «il caldo degli eccessi d’amore sui tuoi seni», «più forte è il senso di assaggiarti la carne», «c’è una sottile differenza fra te e le altre / so che andremo a letto», «la solitudine bastarda dell’orgasmo».
(da Mosse per la guerra dei talenti, 2007)
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