Calliope, la Musa invocata nel Proemio

L’inizio di tutto. L’Iliade di Omero: parafrasi del proemio

Sono ancora immerso nel lavoro di risistemazione globale dei miei materiali didattici, che dovrebbe permettermi, a breve, di dedicarmi più assiduamente alla letteratura, e dunque anche al sito. Non vedo l’ora.

Dovrei presto dare più continuità anche alla realizzazione dei video. Intanto, ecco l’ultimo realizzato, utile appunto a scuola. Si tratta di un esercizio semplice, eppure fondamentale: la parafrasi del proemio dell’Iliade, nella celebre traduzione di Vincenzo Monti.

Cantami, o Diva, del pelide Achille
l’ira funesta che infiniti addusse
lutti agli Achei, molte anzi tempo all’Orco
generose travolse alme d’eroi,
e di cani e d’augelli orrido pasto
lor salme abbandonò (così di Giove
l’alto consiglio s’adempìa), da quando
primamente disgiunse aspra contesa
il re de’ prodi Atride e il divo Achille.

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