Cuore messo a nudo (di Alberto Casadei)
Si potrebbe forse sostenere che la scelta di avviarsi a una sorta di dover essere metrico consenta una maggior disponibilità alla rivelazione
Si affida invece a una serie di schermi (a cominciare dallo pseudonimo sottilmente dannunziano) Andrea Temporelli, ossia Marco Merlin, animatore di “Atelier” con Giuliano Ladolfi e già approdato alla ‘bianca’ di Einaudi con il Cielo di Marte (2005). Benché dall’antologizzazione non emerga un dato macroscopico dell’evoluzione poetica di Merlin, e cioè la scelta di affidarsi in toto alle forme chiuse più elevate della tradizione italiana (cioè non tanto il sonetto, ormai usatissimo, bensì la canzone), i componimenti proposti sono significativi perché evidenziano alcuni nuclei dolenti della sua opera, trattati a volte con risentimento a volte con maggior distacco: esemplari, fra gli altri, “Nel nome della madre” e “Domina”. Si potrebbe forse sostenere che la scelta di avviarsi a una sorta di dover essere metrico consenta una maggior disponibilità alla rivelazione, all’affrontarsi con il ‘cuore messo a nudo’.
(Alberto Casadei, Il miele del silenzio. Giovani poeti italiani, «Poesia», XXII, 242, ottobre 2009, p. 54)
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