La citazione si può fare

L’arte della citazione

Spesso per rafforzare una propria opinione ci si affida alla citazione di un’auctoritas − termine che del resto deriva dalla stessa radice del verbo augeo, che significa accrescere.
Chiamare dalla propria parte, come garante, un classico o un esperto è però un’operazione che comporta in ogni caso qualche cautela.
Anzitutto, si alza il livello della discussione e si sollecita il proprio interlocutore su un piano prettamente culturale, se non addirittura erudito. Ricordate la scena di fra Fazio nei Promessi sposi? Renzo, Lucia e Agnese sono in fuga, di notte, e vengono accolti nel convento:

Entrati che furono, il padre Cristoforo riaccostò la porta adagio adagio. Allora il sagrestano non poté più reggere, e, chiamato il padre da una parte, gli andava susurrando all’orecchio: – ma padre, padre! di notte… in chiesa… con donne… chiudere… la regola… ma padre! – E tentennava la testa. Mentre diceva stentatamente quelle parole, ” vedete un poco! ” pensava il padre Cristoforo, ” se fosse un masnadiero inseguito, fra Fazio non gli farebbe una difficoltà al mondo; e una povera innocente, che scappa dagli artigli del lupo… ” – Omnia munda mundis, – disse poi, voltandosi tutt’a un tratto a fra Fazio, e dimenticando che questo non intendeva il latino. Ma una tale dimenticanza fu appunto quella che fece l’effetto. Se il padre si fosse messo a questionare con ragioni, a fra Fazio non sarebber mancate altre ragioni da opporre; e sa il cielo quando e come la cosa sarebbe finita. Ma, al sentir quelle parole gravide d’un senso misterioso, e proferite così risolutamente, gli parve che in quelle dovesse contenersi la soluzione di tutti i suoi dubbi. S’acquietò, e disse: – basta! lei ne sa più di me.

Ma una stoccata erudita potrebbe anche indispettire l’interlocutore, qualora non avesse la stessa modestia del frate. Le citazioni non devono gettare fumo negli occhi, devono anzi essere pertinenti e intelligibili: altrimenti, più che lo sguardo pacato e autorevole del classico alle vostre spalle, l’interlocutore si infastidirà per il vostro sorriso compiaciuto, simile a quello di un bambino capriccioso che si sente protetto nell’ombra di papà.
E se poi, invece, ponendo la discussione su un piano erudito, il nostro interlocutore, a differenza di fra Fazio, fosse più preparato di noi? Aver spostato il confronto su tale livello potrebbe rivelarsi un clamoroso autogol.

Se però si ha la fortuna di cogliere una citazione (non scontata, non di facile repertorio!), che appartiene a quella serie di riferimenti più cari all’interlocutore o al lettore, l’effetto positivo è assicurato. Quando un lettore, infatti, scopre che tra sé e chi legge si pone un amico comune, si instaura un rapporto di benevolenza, che è addirittura una promessa di intimità.
A questo punto, non resta che evitare l’ultimo possibile errore: eccedere nelle citazioni. Troppe parole d’altri finirebbero infatti per lasciar supporre una mancanza di pensiero proprio, un difetto di personalità celato sotto lo sfolgorio degli aforismi altrui.

Ecco, dunque: con atteggiamento sempre a modo, sempre modesto, una citazione intelligente, senza dubbio, si può fare. Anzi: s’ha da fare.

 

 

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