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Che cosa leggono gli scrittori?

Se è vero che certi libri devono recare in copertina la dicitura V.M. 18, allora altri dovrebbero esibire avvertenze comunque fondamentali, del genere: “Forti controindicazioni per i bibliofili”. Mi spiego partendo un po’ da lontano. Da giovane, quando abbastanza regolarmente mi vedevo con altri giovani scrittori o, meno regolarmente, con altri scrittori meno giovani e già affermati, ogni occasione era una risorsa preziosa: tornavo a casa con un elenco di autori e titoli più lungo della spesa all’ipermercato.

Non tutti alla fine, lo sapevo in partenza, mi sarebbe piaciuti allo stesso modo con cui me ne avevano parlato, ma una preferenza letteraria è un dono troppo prezioso per restare indifferente. Voglio dire, immagina di chiacchierare seduto al tavolo di un bar in una piazza luminosa con un caro amico che ti dice: “Ehi, caspita, ma quella là che sta passando è la ragazza più bella che abbia mai visto!”. Tu che fai, non ti volti? Insomma, magari sei anche felicemente sposato e appagato, ma riconoscere la bellezza nel mondo non è peccato.

E, nello specifico, con i libri il libertinaggio è salutare e consigliabile, e fortifica ai rapporti coniugali. A meno che si non abbia la casa già satura di libri, i conti da dover far quadrare, e migliaia di libri imprescindibili ancora da leggere bene. Ecco, solo in quel caso il libertinaggio andrebbe sconsigliato.

Questo è esattamente il motivo per cui a quest’ultima categoria di persona va sconsigliato vivamente #altrepagine di Davide Barilli (Oligo editore).Il sottotitolo è inequivocabile: Le letture di chi scrive. Ebbene sì, si tratta di una inchiesta fintamente innocente, con le solite domandine aspirina, che sembrano insignificanti e invece sono capitali, del tipo: “Qual è il libro che ha influenzato di più la tua scrittura?”, oppure: “Quale libro reputa più sottovalutato?”, ma soprattutto: “C’è un libro che le ha cambiato la vita o ha cambiato il suo modo di pensare?”, e così via. C’è pure un’aggravante: il libro è proprio un bel tomo. Così nella galleria di scrittori (e non solo) chiamati in causa, si finisce sicuramente per imbattersi in qualche voce che ci sconfinfera particolarmente. E, quando si sente il proprio scrittore preferito citare quel libro, proprio quello che ci manca di un autore che già si era sentito nominare ma che, non si sa perché, ancora si è letto, come si fa a resistere?

Se proprio questa avvertenza di pericolosità specifica non era annotabile in copertina, si poteva quantomeno pensare a un’appendice del tipo: “Come comprare altre pile di libri dopo aver appena promesso a tua moglie che non lo avresti più fatto per almeno due anni”. Nel mio caso, poi, mi sono incasinato ulteriormente: avevo appena sistemato la biblioteca secondo un ordine logico preciso, sfruttando ogni minimo centimetro disponibile. Niente da fare, i miei sei-sette suggerimenti li ho annotati e mi sto organizzando, ho già un piano per mia moglie (per fortuna, tra non molto compie gli anni e saprò che cosa regalarle: due piccioni con una fava…), nel frattempo vedrò come risolvere i problemi logistici.

Dunque caro lettore, sappilo, in #altrepagine di Davide Barilli si parla sicuramente, in qualche passaggio, di un libro che cambierebbe la vita anche te.

Che fai, resisti?

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