Lavori di scavo
L’antologia poetica è un genere letterario davvero particolare, su cui si dovrebbe svolgere un lungo discorso. Un decennio fa, anzi quasi due ormai, si è scatenata anche una stagione di antologie dedicate ai “poeti nati negli anni Settanta” che sollevò un certo dibattito. Fu quello, secondo alcuni, il periodo che ha visto entrare ufficialmente sulla scena tanti autori, che hanno avuto il privilegio, o la condanna, di un battesimo collettivo.
Ma non è di questo che vorrei parlare ora. Risistemando alcuni file, mi sono imbattuto in una di quelle antologie, che ebbe vita solo in digitale, ancorché sotto il prestigioso marchio della Rai, che la chiese per il web direttamente a Giuliano Ladolfi. Era il 2004. Non mi sembra che quel pdf sia ancora disponibile in rete; in ogni caso, mi piace rimetterlo a disposizione dei lettori qui, nella solita cartella dove si può rovistare in cerca di qualcosa di utile:
Per invogliarvi alla lettura dell’antologia, vi estrapolo subito qualche testo, scelto deliberatamente dalle voci femminili incluse nelle sue pagine virtuali.
(L’immagine in evidenza di questo post è di Roberto Lalli)
Tiziana Cera Rosco
Ciò che mi fa soglia
è questo terzo seno che è una branchia.
Se ne sta sotto iniziazione
al cachi sinistro
tra costola selvatica e costola.
Tu ti avvicini
come ad un’ebbra maddalena incolta
e forse non diversa
anch’io lo sono
mai vergine
mai nata dalla testa del padre.
Lo fai come un cristo indurito al senso della terra
con quella sete gelata – forse neanche tu diverso umano
come i cristi –
che si può sfilare dal budello.
Ma io sottile sprangata sdoloro
e solo perché di questo intaglio
non avrai religione sufficiente
infilerai acetato un dito
da parte a parte.
Ciò che mi fa soglia
è questo terzo seno come un volto
cauterizzato nel costato.
Sono arresa come chi inferociva
al solo scoccare della pioggia.
Dondolano i frutti accesi sulle ferite.
Un giro di gabbiani becca sulle imposte.
Sono sulla soglia
e aspetto digiuna iddio
– l’intera estesa apertura alare di te –
Dal mio torace esplode
una voliera.
Isabella Leardini
Come se parlarsi
non potesse essere un gioco…
Come se per nient’altro si potesse ridere…
Ho bisogno di toccarti per essere qui
con il tono crudo della mia voce
e una dolcezza che mi taglia le vertebre.
Ci appoggiamo ai marciapiedi, leggeri
senza pensare troppo
e senza timidezza ad affrontare gli sguardi
su questi sandali d’orgoglio.
E’ un’estate magra come le mie mani
che morde le foglie
come se dire non importa
non fosse anche per me
come mordermi le labbra.
Vanessa Sorrentino
Bambini
Sentono vive le soglie del mondo e conoscono appena il loro cortile…
Hammond aveva la faccia sporca di inchiostro
Maria quella mattina teneva le api sulla bocca
Ugo sentenziava e per un momento silenziò
Tutti i bambini in un solo attimo
saltarono sulle loro sedie
Tutti i bambini alla stessa ora
sentirono passare
il futuro come un uccello scuro
nella direzione del mondo.
Maria conosceva meglio degli altri
gli incubi delle piante
il tic tac pauroso delle zucchine nell’orto.
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