Il vero amore non ha le nocciole
BIMBA URBANA
hai visto più cartoni che tramonti
carezzato più peluche che fili d’erba.
a merenda il latte e il cioccolato
uscivano fuori da un cartone colorato.
[…]
“miserabile infanzia” ti hanno detto
perché – naturale – un fumetto vale meno del letame
e lo yogurt ha un sapore industriale.
è da quel momento che è stato difficile confessare
che ti bastava la barbie il ken un foglio pulito
per stare allegra, toccare il cielo con un dito.
Francesca Genti
È inutile cercare di nascondere l’evidenza: ci sono frequenze espressive sulle quali non si riesce, per gusti o idiosincrasie personali, a sintonizzarsi: sono pochi, in questo caso, i testi che si captano compiutamente, sempre con un po’ di fatica a causa delle persistenti interferenze di sottofondo. Dal nostro punto di vista, la poesia è sempre avvertita come un gesto intenso, dai risvolti emotivi e conoscitivi tanto gravi che non sono compatibili con il gioco fine a sé stesso: semmai, con la leggerezza pensosa, che è ben altra cosa.
Ciò non toglie, tuttavia, che rispetto a versi melmosi e pretenziosi privi di qualsiasi grazia, scritti da dilettanti allo sbaraglio senza il minimo pudore e senza la giusta consapevolezza del proprio atto, risultino decisamente più simpatici gli incontri estemporanei con poesie un po’ sbarazzine, ma anche piene di verve e di quella intelligenza che rende diretti, che liquida con un sorriso tutti gli infingimenti formali, esteriori e interiori. È il caso di Francesca Genti, autrice di Il vero amore non ha le nocciole (ed. Meridiano zero): qui l’autrice assume un po’ la posa della ragazza metropolitana; si veda persino la nota biografica, accuratamente giostrata su tale figura: «Francesca Genti è nata a Torino il 27 giugno 1975. Ora vive a Milano dove conduce una doppia vita: di giorno impeccabile redattrice, di notte poetessa, performer e cartomante negli oscuri bassifondi della metropoli. Oltre alla poesia e alla cartomanzia, ama molto i gatti, i videogiochi e i biscotti a forma di animale con i quali intrattiene lunghe e interessanti conversazioni». Siamo del tutto in linea con la griffe giovanilistica perseguita dall’editore, non c’è che dire. E, tuttavia, concordiamo con la prefazione di Rossana Campo: meglio la freschezza di poche rime facili dentro un ritmo semplice e allo stesso tempo scaltro e l’immediatezza lievemente stralunata dell’immaginario metropolitano e adolescente di Francesca Genti, che la massa indistinta e appiccicosa di tante «poesie liricheggianti, […] deprimenti e mosce, […] scritte in puro poetese, fasulle e tediose», che colano ormai ovunque, non più contenute neppure dal circuito dei premi letterari provinciali, più o meno sfigati.
(da Mosse per la guerra dei talenti, 2007)
Articolo davvero incisivo, scritto da chi..di poesia, premi letterari, letteratura…se ne intende.
Concordo, bisognerebbe che molti “scrittori di poesia” se ne facessero carico. Grazie