A qualcuno in qualche luogo
(L’opera scelta come copertina è di Teresa Sarno.
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Da qualche parte, adesso, una donna, molto giovane, quasi vecchia, custodisce un quadernetto e sta leggendo un messaggio che non capisce, oscilla sulla sedia avanti e indietro, si culla come recitasse da un tempo immemorabile un salmo segreto, scritto in una lingua ignota, che dice:
Ricorda: entrare nel buio con precisione e cautela, e acuire i sensi. Sfidare il labirinto, sapendo che la belva mostruosa è un fantasma dell’immaginazione, quindi esiste. Riepilogare passo dopo passo tutte le voci, per potersi concedere l’indugio nell’unica che ti sta guidando. Se ti sorprende la luce, se ti cercano dall’aldiquà, se ti imprigionano pronti al sacrificio, fa’ che il rimbalzo fra gli specchi sia tale da mandarli in frantumi. La fine non è infinita. Lo scopo è sempre quello di tornare. La terza dimensione ti sfigurerà e senza maschere potrai parlare, ma solo se hai in pugno il cuore della belva. Altrimenti, fa’ silenzio, rinuncia, sii povero, attendi il buio. Non dare ascolto alle loro parole: tu esisti, sei vivo, vivo, vivo. L’inizio non c’è, non ti appartiene, tu sei già dentro, nel furore dell’impresa.
Ricorda: lo scopo è sempre quello di tornare.
La donna legge, non capisce, impara a memoria, ripete il messaggio che deve consegnare a qualcuno, in qualche luogo, in qualche tempo. E non sa chi sia.
(altra scheggia, che rispecchiava questa)
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